ADUNATE NAZIONALI |
BRESCIA 1970 |
BRESCIA, 1970
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43° adunata.
Il presidente Merlini rivolgendosi al ministro della Difesa Tanassi:
"...Signor ministro, lei è nuovo per noi e mi consenta di dirle alcune
cose alla buona, con il linguaggio semplice che si usa tra noi alpini, uomini
semplici. Ritengo di non peccare di orgoglio dicendole che l'Associazione
Nazionale Alpini è certamente una delle più pulite che ci siano in Italia,
perché l'appartenenza ad essa si fonda sulla consapevolezza e sulla fierezza
del dovere compiuto.
E poiché il "dovere" è veramente tale soltanto
quando è assolutamente disinteressato, chi entra a far parte dell'Associazione
sa che potrà forse essere chiamato a "dare", ma non potrà mai
"avere" niente.
Tra noi si potrà avere la mano amica che nel bisogno
ci sorregge e ci guida; ma chi pensasse di trovare qui, tra noi, un mezzo per
salire, per tirarsi su, per guadagnare qualcosa, si sbaglierebbe.
Ed è per
questo che tra noi non ci sono contrasti, fratture, scismi e correnti, che
costituiscono ormai la caratteristica e - starei per dire - la ragion di essere
di tanti altri organismi. Forse è questa comune e disinteressata convergenza
che ci fa andare d'accordo. È per questo che si va d'accordo e (mi perdoni
l'espressione) non "ci si fa mai la forca".
"Signor ministro, noi siamo apolitici perché la politica è il mezzo
migliore per non andare d'accordo, ma non siamo degli agnostici, degli
indifferenti, dei menefreghisti: ciascuno di noi ha in testa le proprie idee e
può avere in tasca la tessera di un suo partito: ma consideriamo essenziale per
la vita e la civiltà di una nazione che ogni cittadino - pur affermando un suo
convincimento e credo politico - metta sempre al di sopra di tutto l'ideale
della Patria.
Più di 100.000 uomini, con la U maiuscola, sono sfilati, stamane,
in ordine e in silenzio.
Non protestavano, non minacciavano. Non gridavano
"abbasso", perché questi uomini quando vogliono abbassare qualcuno,
non glielo dicono prima: lo fanno e lo fanno sul serio.
E non gridano nemmeno
"evviva", perché volevano che il loro corteo fosse composto e
ordinato e le grida sono manifestazione di disordine. Tuttavia se un grido di
evviva fosse uscito dai loro cuori, esso sarebbe soltanto un Viva
l'Italia".
Quello di descrivere esaurientemente lo svolgimento di una adunata nazionale è
un compito non facile soprattutto per far contenere le relative innumerevoli notizie in un giornale di modesta portata
come il nostro; per la grandiosa adunata di Brescia (ma cosa avranno questi Alpini da far diventare sempre più stupendo
ogni raduno nazionale?) già L’Alpino dovrà pubblicare solo una sintesi pur dedicandovi quasi interamente il prossimo
numero. Come di consueto, noi «risparmiamo» lo spazio anche per non ripetere argomenti che vengono resi noti dal
giornale nazionale, limitandoci a dire che tutti i nostri partecipanti — guidati dal Presidente comm. Curto e dai Vice
Presidenti e i Consiglieri — sono ritornati entusiasti e con il desiderio di ripetere calorose espressioni di
gratitudine per la Città di Brescia e per i suoi ammirevoli Alpini. Nella foto, una parte dei nostri soci nel corso
dell’applaudita sfilata durata cinque ore.