ADUNATE NAZIONALI |
MILANO 1972 |
MILANO, 1972
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Circa 200.000 alpini per la 45a Adunata
Nazionale che coincide con il Centenario delle truppe alpine (1872-1972).
La sfilata dura cinque ore. Sfilano anche le rappresentanze delle truppe da montagna austriache,
svizzere, francesi, tedesche.
Con una solennità esente da futile retorica, ma
caratterizzata invece da un esemplare senso di dignità e di compostezza, si è svolta a Milano la 45° nostra Adunata
nazionale: l’Adunata del Centenario, come è brevemente denominata pur riassumendo le lunghe vicende vissute dalle Penne
Nere in tante drammatiche circostanze susseguitesi in un secolo denso di guerre e di troppo brevi parentesi di pur
difficile pace.
Cento anni vissuti, all’insegna dell’arduo dovere, da generazioni di alpini o di artiglieri da montagna che
hanno lasciato un retaggio di memorie inalienabili ed incontestabili, che hanno costruito la gloria del Corpo fino a
formarne un monumento moralmente incommensurabile - al patrio dovere.
A Cassano d’Adda ci siamo ritrovati, fino a riempirne il paese, per le manifestazioni di apertura svoltesi l’11 maggio;
sulla terra che diede i natali a chi diede i natali a noi: al Generale Giuseppe Domenico Perrucchetti che in quella
stessa terra riposa e che dal bronzeo monumento sembrava godere ammirato la folla di alpini accorsi a dirgli «grazie».
Ogni momento della manifestazione ha suscitato una diffusa commozione. Dai bocia in armi che recarono al tripode il
fuoco affidato dai veci della Julia, della Tridentina, della Cadore, della Cuneense, della Pusteria, dell’Orobica; dal
rito celebrato dall’Arcivescovo di Milano; dalle parole avvincenti per i suoi significati di amore cristiano e di valore
militare che pronunciò mons. Giovanni Antonietti, il cappellano dell’Ortigara e dell’Adamello; infine l’orazione
ufficiale del generale di Corpo d’Armata Emilio Faldella che ha mirabilmente riassunto brevemente ma in tutto esauriente
- la biografia di Perrucchetti e le tante imprese che gli alpini hanno svolto in cento anni di dedizione alla Patria
attraverso le vicende di guerra e gli impegni di pace.
Dal nuovo edificio municipale, inaugurato in tale occasione, autorità ed alpini si sono recati a visitare la rassegna
storica del Corpo: immagini, cimeli, tante e tante ricordanze efficacemente affiancate ai lavori di pittura selezionati
col ben riuscito concorso indetto tra gli alunni delle scuole medie d’Italia e che testimoniano quanto sia diffuso nelle
nuove generazioni il sincero apprezzamento per l’opera compiuta dalle Penne nere.
E come definire adeguatamente la giornata milanese del 14 maggio?
La fiumana di alpini che ha sfilato lungo il percorso
sembrava una vitale linfa che scorreva benefica per la grossa vena della città; e gli effetti risultavano palesi dagli
applausi che provenivano dalle due fitte ali di popolo, dai fiori che dalle finestre e le terrazze venivano lasciati
cadere sui nostri tricolori, dalla festosa cordialità che anche alla conclusione ha caratterizzato l’incontro tra i
partecipanti e la popolazione. E siamo certi che il passaggio dei bocia in armi del 5° Alpini, i cartelli di richiamo ai
sacrificio dei Caduti e quelli attestanti le speranze dei superstiti, e gli inviti con vane parole espressi ma
unitariamente rivolti a tutti i fratelli d’Italia affinché tali debbano sempre sentirsi al di sopra di ogni contesa,
tutto ciò ha sicuramente lasciato un costruttivo segno nell’animo di quanti ci hanno osservato dalle strade, dai balconi
e dalle tribune.
Non ci dilunghiamo a descrivere altre sensazioni su questa stupenda adunata anche perchè L’ ALPINO
- giunto ad ogni socio in questi giorni - ne illustra compiutamente lo svolgimento. Ma per coloro che non son potuti
venire a Milano ogni resoconto è insufficiente, in quanto è stato un incontro irripetibile, un abbraccio con tutta la
gloria alpina di questi primi cento anni di arduo dovere.
M. A.