ADUNATE NAZIONALI |
VERONA 1990 |
VERONA, 1990
La città scaligera ospita per la terza volta l'adunata degli alpini.
medaglia commemorativa |
Quanti eravamo? Non lo sappiamo. Certamente moltissimi. forse trecentocinquantamila e più, poiché la
città di Verona è una realtà logistica invidiabile, che ci ha potuto tranquillamente ospitare. Ha strade ampie e corsi
lunghissimi, al di qua e al di là dell’Adige. Il tempo clemente ci ha consentito una stupenda e maestosa sfilata che si
è conclusa nelle vicinanze dell’Arèna. Le innumerevoli scritte, che caratterizzavano gli striscioni, erano scritte
emblematiche di un modo non soltanto di sentire e di pensare, ma di essere, nella realtà di ogni giorno di noi Alpini,
nel sentimento che ci ispira, che poi si attua in un contesto di umana solidarietà.
‘Noi amiamo tutti”, con la dignità degli uomini liberi, con l’umiltà degli uomini forti. un programma ben chiaro di
solidarietà di opere che realizziamo, anche qui, anche in questa bella occasione, per contribuire a rendere meglio
vivibile una creatura alla quale noi alpini vogliamo tanto bene: l’Italia. Questo è stato detto dal presidente nazionale
Caprioli.
Sul palco delle autorità c’erano tra gli altri: il Capo del Governo Andreotti, i ministri Martinazzoli, Lattanzio,
Fracanzani, il sindaco di Verona Sboarina, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito gen. Canino, il comandante del 40
Corpo d’Armata Alpino gen. Rizzo, l’ordinario militare mons. Marra, parlamentari, rappresentanze straniere.
Momenti di commozione non sono, ovviamente, mancati, come quando ha sfilato, a bordo di una campagnola, padre Giovanni
Brevi, medaglia d’oro al V.M.; dodici anni di prigionia in Russia, e parlando di lui non si è potuto fare a meno di
ricordare il generale Enrico Reginato, anche lui medaglia d’oro al V.M., scomparso recentemente.
Nell’abbraccio caloroso e fraterno degli Alpini alla popolazione c’eravamo anche noi, in molti della nostra sezione —
circa un migliaio —; e noi penne nere di Conegliano - città fiera per le sue tradizioni alpine, che ha dato i natali al
6° e 7° reggimento e dato ad un Gruppo di Art. Mont. e ancora oggi zona di reclutamento alpino — ci siamo sentiti
orgogliosi e felici.
Buono il comportamento del gruppo di Orsago, che ha fatto gli onori di casa, portando lo
striscione “Conegliano culla del 7°”, che precedeva il Vessillo portato dal vecio Longhino, scortato dal vice presidente
Paolo Gai, seguito dall’altro vice Nino Geronazzo e da Alfredo Battistella.
Ci ha accompagnati dovutamente la nostra Fanfara, alla quale va il nostro riconoscimento.
Ci spiace ritornare su un vecchio argomento che suscita soprattutto ironia: si è ripetuto anche quest’anno
l’atteggiamento discriminatorio ed apatico della RAI-televisione.
Appare troppo evidente l’esistenza di una “dissonanza” di strumentazione della RAI con i quasi 400 mila iscritti
all’ANA.
Forse è perchè siamo sinceri, perchè non abbiamo “peli sulla lingua” e perchè siamo una forza di uomini pronti a dare,
senza ricevere, e diamo fastidio a certe ideologie che ci vorrebbero “deboli”.
La nostra voce fa parte di quel grande coro, che canta le tradizioni, la cultura, gli ideali, i sentimenti di un popolo,
che ama la sua terra, la sua Patria, come hanno fatto i dodici cori, sabato sera, nella gremita Arena, tra gli applausi
più spontanei, dove è piaciuto soprattutto il Coro ANA di Vittorio Veneto.
Renato Brunello
La Presidenza seguita dall'alpino invalido Mario Feltrin
Il Servizio d'ordine seguito dai gagliardetti
La grande massa
L'elegante fanfara alpina
I sindaci alpini: Visentin di Godega S.U., Camilli di Sernaglia della Battaglia, Lorenzon di Refrontolo,
Cavarzerani di Gaiarine,il vice di Pieve di Soligo e Piaia per Conegliano
Il tricolore