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PIACENZA 2013 |
PIACENZA, 2013
10/11/12 maggio
http://www.anapiacenza.it
La città di Piacenza si è aggiunta quest’anno alle tante altre località che nei novant’anni di vita della nostra associazione hanno ospitato l’adunata nazionale. Capoluogo dell’omonima provincia emiliana, essa è un po’ più estesa e un po’ più popolata della nostra Treviso. Sfoggia un notevole fascino storico: dalle spoglie romane, allo splendore medioevale e rinascimentale delle sue chiese e dei suoi palazzi, sino alle caratteristiche costruzioni “con pietre cotte a faccia vista” dei secoli più recenti. Arrivando dalla periferia non potevamo non cogliere due aspetti apparentemente diversi che rappresentano in sintesi le problematiche dell’Italia di questi tempi. Abbiamo visto purtroppo capannoni sfitti e chiusi, segno della crisi che anche in questa zona tradizionalmente ricca e laboriosa attanaglia le varie attività come in tutto il resto della nazione. Abbiamo notato la sua veste spiccatamente variegata e multietnica, che attesta il suo senso d'accoglienza e che conferma il processo irreversibile dell’immigrazione straniera e la sua successiva stanzialità con le proprie abitudini ed i propri usi e costumi inseriti nel nostro contesto. Piacenza ha quel clima provinciale che gli alpini cercano e trovano in queste città non molto grandi, nelle quali è più facile creare la giusta confidenza con gli abitanti. Di primo acchito c'è sembrato che non tutta la popolazione avesse recepito adeguatamente la venuta in massa degli alpini. Questa sensazione condivisa da diversi partecipanti, si è del tutto estinta nei giorni successivi, quando l’ospitalità è stata spesso e volentieri commovente. Del resto Piacenza possiede un solido attaccamento ai valori nazionali fin da quel 10 maggio 1848, quando con un plebiscito votò l’annessione al Regno di Sardegna venendo così definita “la primogenita d’Italia” e anche per essere una delle città italiane decorate con la medaglia d’oro al valore della resistenza.
Venerdì 10 maggio
Con l’alzabandiera e l’onore ai caduti alle ore 9 in Piazza Cavalli si dava
inizio alla 86^ Adunata nazionale degli alpini. La piazza era gremita come nelle
occasioni più importanti della storia piacentina. Davanti alla totalità dei
vessilli sezionali e ad una marea di gagliardetti alpini, entrava il labaro
nazionale scortato dal presidente Corrado Perona e dall’intero consiglio.
C’erano la fanfara della brigata Taurinense ed un plotone del 1° rgt artiglieria
da montagna di stanza a Fossano (Cn) con il proprio comandante il colonnello
Aldo Costigliolo appena tornato dall’Afghanistan. C’era soprattutto quella
splendida figura del generale d’armata Alberto Primicerj comandante delle truppe
alpine. Sono tornati inoltre a partecipare in massa i gonfaloni delle varie
città della provincia piacentina, dopo la parentesi non troppo edificante da
questo lato dell’adunata di Bolzano. Il sindaco della città Paolo Dosi ha
ringraziato il predecessore Roberto Reggi che tanto ha desiderato l’adunata e
tanto ha lavorato per essa. Il primo cittadino ha definito gli alpini “il volto
migliore dell’Italia” per ciò che da sempre fanno e per ciò che da sempre
rappresentano. In serata l’arrivo della bandiera di guerra del 1° Rgt
artiglieria da montagna ha coinvolto l’interesse della maggior parte degli
alpini dell’ANA già presenti a Piacenza. Una lunga passerella da Porta Borghetto
a Piazza Cavalli passando per un percorso alternativo a quello della sfilata di
domenica, ha dato modo di conoscere il cuore verde della città. All’arrivo in
Piazza Cavalli la minaccia aleggiata sopra gli sfilanti di un imminente
temporale si è tramutata in realtà. Una scarica violenta di pioggia ha
infradiciato chi non ha potuto trovar riparo sotto il porticato. E’ stato in
ogni modo l’unico fenomeno precipitoso degno di nota di tutto il fine settimana,
mentre a casa nostra il maltempo infieriva in questa tribolata primavera. Quanto
mai ricca di attrezzatura e di equipaggiamento militare è risultata la
“cittadella” allestita all’Arena “Daturi”. Tra le tematiche proposte: la
montagna, palestra di vita e “casa degli alpini”, l’operatività con il
trentennale delle missioni all’estero e la storia delle truppe alpine con il
contributo prezioso del Museo storico degli alpini di Trento, diretto dal
generale Stefano Basset. Il personale preposto all’informazione ha fornito prova
di pazienza e di grande conoscenza professionale. A coordinare tutto ciò, un
grande amico della sezione di Conegliano il colonnello Maurizio Plasso.
Sabato 11 maggio
Nel pomeriggio la santa messa in onore ai caduti è stata celebrata dal vescovo
Gianni Ambrosio nel duomo cittadino dedicato a Santa Maria Assunta e Santa
Giustina. Diverse migliaia d'alpini hanno assistito dentro e sul sagrato della
cattedrale. Il celebrante ha ricordato la figura dei beati Don Carlo Gnocchi e
Don Secondo Pollo e ha esortato gli alpini a rimanere testimoni della fede
cristiana. In serata ci ha inorgoglito essere presenti presso la bella chiesa di
Sant’Anna in Via Scalabrini 17, al concerto del nostro coro ANA “Giulio
Tedeschi” con il coro ANA “Monte Alto” di Rogno (Bg). Hanno cantato alla pari
dei coristi bergamaschi che hanno quasi quarant’anni di storia. Anzi con i
virtuosismi regali della maestra Simonetta Mandis hanno portato qualcosa di
nuovo e di fresco.
La sfilata di domenica è durata quasi dodici ore, vi hanno partecipato oltre 72 mila Alpini. La gente ha applaudito emozionata. La nostra sezione come sempre ha marciato al passo scandito dalla fanfara di Conegliano. Eravamo in circa 800, un buon numero.
E’ stata una bella adunata e dobbiamo dare atto a chi ha lavorato alacremente perché tutto potesse andare nel migliore dei modi. Ovviamente non tutto è andato perfettamente, i servizi igienici non sempre erano ben dislocati e qualche bandiera in più non avrebbe guastato, inezie comunque in un contesto ove si sono mosse più di quattrocentomila persone. Quanto ai “trabiccoli” sembra proprio una battaglia persa. Li abbiamo visti passare per le strade più strette della città, incuranti di portare rumori fastidiosi e puzzo di miscela e soprattutto di rischiare l’incolumità della gente. Ci mettiamo virtualmente nei panni di Nino Geronazzo che da qualche anno si carica di molte responsabilità in tal senso e gli siamo solidali dal più profondo del cuore.
Renzo Sossai
Rappresentanza dei giovani alpini in tenuta d’ordinanza
L’estensore dell’articolo, porta con fierezza il gagliardetto del suo gruppo
Il Labaro entra in Piazza Cavalli
La piazza si riempie con i Gonfaloni dei comuni della Provincia che ci ospita
Resistere, anche sotto la pioggia scrosciante
Osteria alla Vecchia
Un gruppo di alpini di S. Lucia
Il coro sezionale G. Bedeschi si esibisce in S. Anna
Grazie Corrado: lo striscione di ringraziamento al Presidente uscente
… E Corrado sembra rispondere
I giovani alpini con i veci Reduci
Il presidente Benedetti si gode da spettatore la prima parte della sfilata
La Sezione di Conegliano ai blocchi di partenza
Aiutare il prossimo, essere leali, principi non discutibili
Sfila il Vessillo Sezionale
I 30 gruppi rappresentati dai 30 gagliardetti
Sfila anche il Coro Bedeschi
I nostri giovani con la maglia sezionale portano il loro striscione: cuore aperto e anima pulita.
La rappresentanza del gruppo Sportivo della Sezione di Conegliano
L’infinito blocco sezionale