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PORDENONE 2014 |
PORDENONE, 2014
9/10/11 maggio
C'erano tutti i presupposti che quella di Pordenone potesse essere un'Adunata Nazionale da ricordare. Nella città
friulana, a noi molto vicina, che è stata nei decenni passati grande serbatoio del reclutamento della Julia, c'era
veramente la voglia di organizzare il grande raduno annuale.
Nonostante fossero state bocciate le loro prime candidature gli alpini pordenonesi hanno avuto l'umiltà di riproporsi e
fare in modo che questa volta venisse accettato il loro progetto. Dobbiamo dare merito alla lungimiranza e alle capacità
del Presidente Giovanni Gasparet che da anni guida la Sezione ANA di Pordenone, nata ufficialmente nel 1925 che conta 73
Gruppi ed un totale di 8.362 iscritti. Le penne nere pordenonesi sono state supportate dal'Amministrazione Comunale e
dagli altri ambiti provinciali e regionali, ma hanno avuto l'approvazione e la collaborazione dei cittadini di tutta la
provincia. Lo si è visto dall'entusiasmo e dalla trepidazione con cui la gente ha atteso questo evento dal preciso
momento in cui venne annunciato che il 9, 10, 11 maggio 2014 nella loro graziosa e ordinata città, si sarebbe tenuta
l'Adunata Nazionale.
Almeno cinquanta giorni prima, Pordenone si presentava già imbandierata con il Tricolore in ogni strada interna ed in
ogni via di comunicazione per gli altri centri della provincia, loro stessi imbandierati fino ai posti più estremi ove
forse neppure un partecipante sarebbe passato. Doveva essere la festa di tutti e lo è stata risvegliando quei sentimenti
e quei valori non ancora de tutto sopiti, perché questa gente, che ben conosciamo, è seria e concreta.
Oltre ad aver battuto sicuramente il record delle bandiere esposte, giovedì pomeriggio avevano già terminato di
allestire tribune e transenne del tragitto della sfilata, cosa questa non sempre verificatasi anche nelle adunate
organizzate da Sezioni più importanti per numero di iscritti.
Finalmente abbiamo visto sufficienti servizi igienici, ben dislocati nelle varie piazze in modo da non dare alibi ai
maleducati. Anche la segnaletica è risultata adeguata per facilitare l'accesso alle diverse strutture.
La città si prestava a poter accogliere la massa di persone, stimata tra sabato e domenica in 480.000 - 500.000 unità,
che si è riversata lungo le ampie piazze della parte più moderna di Pordenone. Non è stato lesinato alcuno sforzo perché
questo evento fosse veramente unico nel suo genere. La città di Pordenone, la più riciclona d'Italia e tra le più verdi
e fiorite, non ha perso neppure in questi giorni l'aureola conquistata con la più convinta dedizione. Amministrazione ed
ANA hanno imposto ai vari partner, ai vari espositori e a chi ha offerto ogni sorta di ristorazione l'uso di materiali
biologici facili da raccogliere e da smaltire una volta usati, in modo che l'impatto potesse essere meno invasivo
possibile.
Con orgoglio possiamo annunciare che all'Associazione Nazionale Alpini, Lega Ambiente Italia ha conferito un premio
speciale per il comportamento tenuto dai partecipanti di questo grande meeting alpino che non ha eguali come numeri per
nessuna associazione d'arma a livello mondiale. Ciò vorrebbe dire che tutti proprio tutti, si sono comportati bene?
Quasi tutti, rimangono ancora in piena attività con pochi e blandi contrasti da parte delle forze dell'ordine, i beceri
trabiccoli, quelli per intenderei con puzzolenti motocoltivatori che trainano dieci o quindici soggetti su un carro
privo di qualsiasi sicurezza. Facciamocene una ragione anche se è difficile, primo fra tutti per chi scrive.
Ciò che invece ha creato un bel po' di disagio, sabato sera, è stata la mancanza di corse straordinarie di Trenitalia,
specialmente per il ritorno di chi in questi giorni ha fatto il pendolare. La realtà è che il COA (Comitato
Organizzatore Adunata) non aveva sufficienti risorse per potenziare le corse straordinarie di sabato e domenica di
Trenitalia. Ne aveva solo per una delle due giornate. È stata scelta domenica 11, sperando che in uno slancio di
disponibilità, Trenitalia aumentasse spontaneamente le corse di sabato 10 anche perché gli utenti avrebbero comunque
pagato il biglietto. Così non è stato ed il problema si è visto.
Le manifestazioni ufficiali sono state curate nei dettagli senza lasciare nulla al caso, fin dal 10 aprile con la
conferenza stampa di Mons. Bruno Fasani, che ha presentato ufficialmente l'Adunata Nazionale alle massime autorità
civili, militari e religiose. Era presente anche la Sezione di Conegliano con i presidente Benedetti.
La nostra presenza a tutti gli eventi è stata costante, favorita sì dalla vicinanza, quest'anno, ma figlia di una
tradizione consolidata che ci vede comunque sempre "sul pezzo" gli alpini di Conegliano. Se la visita alla cittadella ha
colpito la nostra attenzione e riempito il nostro orgoglio alpino, è certamente lo sfilamento della bandiera di guerra
il momento clou. E' la nostra bandiera, è quella del 3° Artiglieria da montagna il cui Gruppo Conegliano ne è la spina
dorsale, a passare lungo il centro storico di Pordenone La gioia, tutta alpina, di essere all'Adunata Nazionale gremito
in ogni ordine di spazio vitale. Come sempre entusiasmo e commozione si sono fuse creando un'unica grande emozione.
Sabato pomeriggio c'è stato l'abbraccio fra l'alpinità e la "millenaria civiltà cristiana" al palazzetto dello
sport dove si è celebrata la Santa Messa. La serata è stata, come sempre, costellata da esibizioni corali e bandistiche
in centro ed in periferia, con il nostro coro Bedeschi e la Fanfara di Conegliano sugli scudi. Infine la sfilata di
domenica, imponente come le migliori fra le ottantasette succedutesi con un finale un po' a sorpresa con pioggia e
grandine a volontà. Risentiamo ancora chicchi ghiacciati che rimbalzano sul panno del cappello. La grandine,
distintamente, è caduta in tre momenti durante i circa i tre chilometri del percorso. Imperterriti gli alpini di
Conegliano hanno tirato dritto, incuranti dell'acqua ghiacciata e delle possibili conseguenze.
Abbiamo sfilato nel momento peggiore e non a caso "L'Alpino" ha pubblicato la foto dei nostri epici capigruppo che,
risoluti, hanno guidato la truppa. Dei circa 900 che hanno cominciato la sfilata più di 700 l'hanno portata
completamente a termine. Eroici i nostri musicisti della Fanfara di Conegliano che sono arrivati quasi alla fine
mettendo a grave rischio la funzionalità dei propri strumenti. Fradici e "stonfi" nessuno di noi voleva cedere incitati
dalla gente che a bordo strada commossa batteva le mani.
Chi scrive era alla sua 26° adunata consecutiva, magari poco o niente al confronto dei veterani, può dire di aver
"schivato" il maltempo più di qualche volta e dunque ci può ben stare "una tantum" di subire tale situazione che
comunque non fa cambiare d'una virgola il giudizio già espresso: "Meravigliosa Pordenone".
Tra chi ha maggiormente contribuito al felice svolgimento della giornata, la Sezione di Conegliano può annoverare con
orgoglio la figura del vice presidente ANA Nino Geronazzo, Presidente del COA, che con questa ha supervisionato e
diretto gli ultimi cinque grandi eventi nazionali. Unanime il riconoscimento per come ha saputo interpretare questo
ruolo, con la fermezza di un ufficiale superiore d'accademia e l'elasticità di un manager moderno che deve pianificare i
rapporti con i collaboratori e la varie situazioni contingenti in questi anni sempre più complessi. Ha saputo farsi
stimare in maniera tale che alla riunione conclusiva del COA di Pordenone tenutasi ai primi di giugno, gli è stata
consegnata una pergamena di benemerenza autografata dai 5 Sindaci delle città di: Bergamo, Torino, Bolzano, Piacenza e
Pordenone per aver ulteriormente valorizzato questi luoghi.
Ora Nino, scaduto il suo secondo mandato, è diventato come dice lui un M.Q. Il significato delle due iniziali è
abbastanza noto (mona qualunque ... ndr) ma sinceramente non crediamo proprio che Nino possa diventare mai un M.Q.
perché molti sono i ruoli in cui, con la sua intelligenza e il suo sincero spirito alpino, può brillare di nuova luce
ben sapendo che c'è un tempo per ogni cosa.
Vogliamo cogliere questa occasione per ringraziare anche la famosa "aliquota di manovra" (come la definisce proprio Nino
Geronazzo) Silvano Miraval, che in questa delicata situazione della sfilata fatta sotto la pioggia battente e la
grandine ha saputo gestire con padronanza e capacità il servizio d'ordine. Silvano è veramente un alpino per tutte le
stagioni per le molteplici attività svolte in seno al suo Gruppo e alla Sezione.
Infine un elogio anche a Simone Sanson del Gruppo di Santa Lucia e Walter Brusegan, Luciano Bit, Renato Basso, Battista
Gallo del Gruppo Maset che hanno avuto il coraggio di venire a Pordenone a piedi.
C'è stato poi un gruppo di atleti alpini, guidati da Alberto Bressan, che è partito direttamente da Barbisano, passando
dal Cansiglio e dal Cavallo per arrivare a Pordenone. Oltre 90 chilometri, 3.300 m di dislivello in salita e 3.400 in
discesa. A loro andrebbe assegnata una medaglia al valore.
Ci venga consentito ulteriormente di menzionare gli alpini di Refrontolo e Alberto Vallese i primi con la loro genuina
generosità hanno offerto a noi avanguardie alpine santalucesi una soppressa ed un ossocollo artigianali e imperdibili
come il loro prosecco. Alberto Vallese amico degli alpini di Cordenons ha messo a disposizione del Gruppo Alpini Santa
Lucia un ampio spazio con servizi, nella sua piccola fattoria e proprio nei giorni dell'adunata la sua scrofa di razza
vietnamita ha messo al mondo 14 maialini e come dice Simone "ci siamo sentiti un po' zii".
Renzo Sossai