Fuoco pluricalibro in montagna |
2021 |
Il 3° reggimento artiglieria da montagna si addestra integrando obici e
mortai in tiri diurni e notturni al poligono del Bivera (quota 2000). Impegnati
anche nuclei tiratori scelti di 7° e 8° reggimento alpini.
Si è conclusa a metà novembre, al poligono alpino del Monte Bivera, a cavallo
delle province di Udine e Belluno, l’esercitazione “Frozen arrow 2021” durante
la quale il 3° Reggimento artiglieria terrestre (da montagna) ha sparato
integrando il fuoco dell’obice da 105/14 e del mortaio da 120 mm.
Lo scopo principale dell’addestramento svolto, ambientato in uno scenario
definito tecnicamente “warfighting e combined arms”, ovvero in cui sono state
ipotizzate situazioni di reale combattimento, è stato di esercitare la funzione
di comando, controllo e gestione del fuoco del posto comando di artiglieria del
gruppo “Conegliano”.
La complessità derivava dall’impiegare in modo integrato e complementare
“sorgenti di fuoco” con caratteristiche balistiche diverse, come i mortai e gli
obici, riuscendo a sfruttarne le capacità in un’area caratterizzata da
cambiamenti di pendenze, avvallamenti e rilievi, che rendono difficile sia
colpire gli obiettivi più nascosti, sia osservare l’arrivo delle granate per
correggere il tiro.
In questo contesto, è stato inserito l’impiego dei tiratori scelti del 7° e
dell’8° reggimento Alpini. Infatti, se i mortai e gli obici, avvalendosi del
puntamento indiretto, riescono a colpire obiettivi non visibili, posti oltre
creste e dossi, il puntamento diretto dei fucili di precisione permette di
individuare in modo selettivo obiettivi non remunerativi per le artiglierie. Per
completare lo spettro delle ipotesi di gestione del fuoco in modalità “joint”,
cioè congiunta tra forze armate diverse, è stato simulato l’impiego di fuoco
aereo guidando da terra i passaggi di due velivoli “Eurofighter” appartenenti al
51° Stormo di Istrana dell’Aeronautica Militare.
Il colonnello Francesco Suma, Comandante del reggimento e direttore
dell’esercitazione, nell’illustrare al Generale Fabio Majoli – comandante della
Brigata alpina “Julia”, che ha assistito all’ultima giornata di addestramento,
ha espresso la propria soddisfazione per il livello di integrazione dimostrato e
la capacità di adattamento in un ambiente ormai invernale.
L’esercitazione è durata complessivamente due settimane. La prima settimana è
stata utilizzata per condurre attività preparatorie, quale il riconoscimento, la
ricognizione delle aree di schieramento, la preparazione topografica e
l’allestimento della struttura logistica di sostegno costituita per lo più da
tende, ma, soprattutto, è stato ottimizzato il tempo a disposizione per
acclimatarsi in un ambiente in cui le condizioni meteorologiche sono state
prevalentemente ostili ed addestrarsi “in bianco” (senza l’utilizzo di
munizionamento) nell’esecuzione delle prese di posizione e di calcolo dei dati
di tiro e di esecuzione simulata degli esercizi.
Durante la seconda settimana è stato raggiunto l’obiettivo addestrativo, con
l’impiego reale dell’obice OTO-Melara M-56 da 105 millimetri e 14 calibri di
lunghezza e del mortaio Thomson-Brandt TR-61 a canna rigata da 120 millimetri.
Questi pezzi, assieme all’obice FH-70 da 155 millimetri, non impiegato durante
questa esercitazione, costituiscono la linea del gruppo “Conegliano”, la
componente operativa del 3° reggimento artiglieria terrestre da montagna.
Il poligono del Bivera, teatro dell’esercitazione è caratterizzato da un’area
rocciosa, da ghiaioni, da ripidi pendii e da boscaglia tra l’altopiano di Casera
Razzo e le pendici del monte Bìvera, montagna carnica di 2474 metri che separa
l'Alta Val Tagliamento, a sud, dalla Val Lumiei, a nord. L’esercitazione, svolta
con l’applicazione delle norme dettate dalle disposizioni anti-Covid, è stata
condotta nel pieno rispetto dell’ambiente secondo la normativa vigente.
Simone Algeo