“Alpine star”: addestramento multi dominio per le truppe alpine |
2021 |
Gli Alpini della Brigata “Julia” hanno svolto un’esercitazione congiunta con
unità dell’Esercito americano, in cui sono stati impiegati assetti terrestri e
aerei. Due settimane di addestramento in ambiente complesso, urbano e montano
Si è conclusa a metà ottobre 2021, nell’area compresa tra la Val Pusteria e il
Cadore, l’esercitazione “Alpine Star”, che ha visto gli alpini della Brigata
“Julia” in addestramento congiunto con assetti di terra e aria dell’Esercito
americano, finalizzata a incrementare l’interoperabilità tra eserciti di
differenti nazionalità e instaurare un approccio comune al combattimento in
ambiente montano.
All’attività, svoltasi nel pieno rispetto delle norme di contenimento da
Covid-19, hanno preso parte diversi reparti, tra cui il 7° Reggimento Alpini,
che ha fornito l’aliquota più numerosa di personale, forze del 6° e 8° Alpini,
del 4° Reggimento Alpini Paracadutisti “Ranger”, del 3° Artiglieria da montagna,
del 2° Genio Guastatori, supportati logisticamente e operativamente dal
Reggimento logistico “Julia” e dal 4° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Altair”.
Lo US Army ha messo in campo un cospicuo numero di militari, provenienti dalla
173° Brigata aerotrasportata, supportati dalla 12° Brigata aerea e da due
squadroni aerei di recupero.
L’esercitazione, pianificata e coordinata dal Comando Truppe Alpine
dell’Esercito, ha avuto una durata complessiva di due settimane, nel corso delle
quali i reparti si sono addestrati in un ambiente complesso, sia per la presenza
di centri abitati sia per la morfologia del terreno, in prevalenza montano.
Nella prima fase “di amalgama” sono state condotte attività di combattimento nei
centri abitati, mediante l’utilizzo di compound gonfiabili “WTS – Wall Training
System” di ultima generazione, pattugliamenti congiunti tra le due nazioni,
superamento di ostacoli verticali, mediante l’allestimento di una parete di
arrampicata, ed attività di primo soccorso con relativa esfiltrazione dei
feriti, mediante l’impiego di elicotteri “Blackhawk” americani. Numerose sono
anche le attività di supporto alla manovra, fra cui il forzamento di ostacoli
mediante l’utilizzo di esplosivi da esercitazione, l’acquisizione di obiettivi
statici e dinamici ed il supporto con il fuoco indiretto, mediante l’impiego dei
sistemi d’arma d’artiglieria.
Successivamente, dopo questa prima fase di ambientamento, le unità hanno
pianificato e condotto un’esercitazione finale continuativa, che ha visto
impiegati i vari assetti per un periodo complessivo di 36 ore. Le unità, una
volta infiltrate nell’area di operazione, hanno svolto un pattugliamento di
diversi chilometri, durante il quale i reparti sono stati messi alla prova nei
vari scenari ed attività provate nella fase di amalgama.
L’attività si è conclusa con la conquista di un compound composto da diverse
abitazioni, all’interno dei quali era simulato vi fossero diversi elementi
ostili. Al termine dell’attività, i comandanti delle diverse unità esercitate,
si sono riuniti per condurre un debriefing delle attività svolte, attività
fondamentale al fine di delineare eventuali migliorie o accorgimenti per le
attività future.
In un contesto operativo sempre più articolato, risulta estremamente premiante,
per gli Eserciti dei vari Paesi, svolgere degli addestramenti congiunti, al fine
di promuovere l’interoperabilità tra le truppe impiegate. Per le truppe alpine,
questo concetto assume una valenza ancora maggiore poiché, nell’ambito delle
attività di combattimento in ambiente montano “MW - Mountain Warfare”, data la
sua complessità, risulta fondamentale addestrarsi ed uniformare le varie
procedure, al fine di incrementare coesione, comprensione e sinergia tra i vari
protagonisti.
Simone Algeo