< Ass. Naz. Alpini sez. Conegliano -1996- Gruppo di Barbisano

GRUPPO BARBISANO


Giugno 1996

LE PENNE NERE DI BARBISANO IN GRANDE FESTA

Inaugurazione sede

Una porzione di casa - generosamente donata dalle sorelle Ortensia e Afra Fornasier - egregiamente ristrutturata ed arredata con gusto, è diventata la “CASA ALPINA”.
Un'altra vittoria della caparbietà e della perspicacia delle penne nere. Si è ripetuto quel “miracolo” che esse sanno ottenere, dedicando il tempo libero con sacrificio ed iniziative esemplari.

Domenica 14 aprile, ci siamo ritrovati nel centro del paese per comporci in ordinato corteo e, preceduti dalla Fanfara Alpina, portarci sul sagrato della chiesa, dove sulla parete della stessa c'è una grande lapide che ricorda tutti i caduti del Paese, e deporre, al suono delle note dell'inno di Mameli, un mazzo di fiori. Quindi, entrati in chiesa, abbiamo assistito alla S. Messa celebrata dal parroco don Celestino Mattiuz, il quale durante l'omelia ha ricordato il sacrificio degli alpini in guerra e la grande disponibilità e l'altruismo in tempo di pace. Egli, riferendosi alla casa degli Alpini, ha detto che deve essere luogo d'incontro, tra giovani ed anziani, per proporre iniziative utili alla loro attività e, nel contempo, giovevole alla stessa comunità in cui vivono. Così la gente apprezzerà tutto quello che essi faranno. Risuoni - egli ha aggiunto - quel canto d'amore e di fratellanza, componenti dell'uomo probo, e che oggi, purtroppo, molto spesso, sono dimenticati per l'odio, l'egoismo e l'edonismo.

Riformato il corteo, ecco gli Alpini e il seguito procedere, al suono della Fanfara Alpina, verso la tanta desiderata e tenacemente perseguita “Baita”. Nell'aria tiepida e tersa del dì di festa, attorniati dalle care colline, vigilati dalla Torre del castello di Collalto, lambiti dal Piave e protetti dagli spalti del Grappa, il pensiero e l'affetto per i “Veci” si concretizzava con un omaggio floreale ed una breve sosta davanti al cimitero: anche per loro sarebbe stata una giornata di festa.

Ed ecco finalmente la Casa degli Alpini di Barbisano con il suo bel nastro tricolore, che attendeva di essere tagliato. Il parroco don Celestino benediceva la nuova dimora e il “Vecio” Alpino Giuseppe Parussolo assistito da Giuseppe Pol, uno dei fondatori del Gruppo, tagliava il nastro inaugurale tra gli applausi e le felicitazioni dei presenti.

Sono seguiti i discorsi di rito: il capogruppo Flavio Calderari, facendo gli onori di casa, con parole di riconoscenza si è rivolto a quanti hanno collaborato e contribuito alla realizzazione della sede, con una particolare menzione per le sorelle Ortensia e Afra Fornasier. Il sindaco Remo Lorenzon prendendo atto della vivacità del gruppo, si è congratulato con i suoi soci, non solo per il bel lavoro eseguito, ma soprattutto per la sensibilità e disponibilità che dimostrano in ogni circostanza. Alla fine, ha parlato il vice presidente sezionale Nicola Stefani, il quale ha auspicato che la sede, nuovo punto di riferimento per tutti gli Alpini di Barbisano, cosi com'è un traguardo per molti soci, sia per i giovani sol tanto una tappa verso un rinnovato impegno morale e civile a favore delle nostre comunità, e sia il simbolo di una presenza libera e aperta, che affonda le radici delle nostre tradizioni e ci consenta di essere sempre fedeli al motto: “Ricordare i morti aiutando i vivi”.

Oltre alle sopraccitate autorità erano presenti anche il consigliere provinciale Piero Tittonel, il comandante la stazione dei carabinieri di Pieve di Soligo Giovanni Ignetto, le rappresentanze di alcune associazioni: AVIS-AIDO, Bersaglieri, Combattenti, Artiglieri, Gruppi Alpini di Asiago, Longarone, Sappada, il vessillo della sezione con molti gagliardetti della nostra sezione.

Anche se siamo ormai abituati a realizzazioni di tale proporzione, non dobbiamo dimenticare che in ogni circostanza prevale quel senso di abnegazione, di ferrea volontà per raggiungere quegli obiettivi edificanti nel contesto dell'attività di una associazione, i cui fini sono contemplati doviziosamente nell'ordinamento proprio. Complimenti, dunque, al capogruppo Calderari, agli alpini e a tutti coloro che hanno reso possibile tale attuazione.

R.B. N.S.


L'IMPRESSIONE DI UN GIOVANE SOCIO ALPINO: GIUSEPPE POL

16 Ottobre 1993: suona la sveglia, credo sia un giorno come un altro, invece aprendo i balconi della mia camera vedo l'abitazione che diverrà la futura sede del nostro Gruppo, non più con quell'aria di malinconico abbandono ma con un'aria di novità: alcuni alpini di Barbisano sono già al lavoro per la ristrutturazione.

14 Aprile 1996
ore 06,30: riapro come di consueto gli infissi della mia camera con una prima preoccupazione: “speriamo che non piova” ed il secondo proposito è che la giornata scorra senza intoppi: oggi infatti ci sarà l'inaugurazione ufficiale della nostra Sede. Il mio sguardo, spaziando per la piazzetta di Barbisanello, inevitabilmente è attratto da questa nuova Sede già pronta addobbata di bandiere tricolore. Ripenso ai numerosi sacrifici ed alle gioie che si alternavano man mano che i lavori di ristrutturazione proseguivano; sono sensazioni che né le foto, né le videocassette riescono a trasmettere; l'impegno, il sudore speso, le preoccupazioni burocratiche e finanziarie non appariranno mai in un fermo immagine ma rimarranno vive nel nostro ricordo. E intanto affluiscono i primi alpini, i componenti della Fanfara, gli amici di altre Associazioni o di Gruppi Alpini lontani come: Canove di Asiago, Longarone e Sappada. E' all'imbrunire, con l'ammaina bandiera, che si è ufficialmente conclusa la giornata dell'inaugurazione, e corale è stato il saluto: bella cerimonia, buona partecipazione e bella la protagonista: la nostra Sede. Erano congratulazioni sincere di quelle autentiche che vengono direttamente dal cuore e che ci hanno inorgoglito, quasi premiato di tanta fatica spesa. Grazie a tutti Voi che avete partecipato; è stata soprattutto la Vostra presenza a rendere questa giornata splendida. Sto per addormentarmi, un po' stanco probabilmente per aver “scaricato” la tensione della vigilia (una tensione per mia fortuna condivisa anche da altri alpini del Gruppo) e l'ultima visione è un mare di Bandiere tricolore che hanno rallegrato e “collegato” tutta Barbisano con gli echi di un'ottima Fanfara, splendida cornice ad una cerimonia ben riuscita.

19 Aprile 1996: com'è consuetudine ogni venerdì la nostra Sede è aperta a tutti; questa sera però è speciale: ci ritroviamo per vedere e vederci filmati in video il giorno dell'inaugurazione. Arrivando in Sede noto la targhetta posta all'esterno vicino alla porta d'ingresso con cui gli alpini di Barbisano ringraziano le sorelle Afra ed Ortensia Fornasier per il dono dell'abitazione poi trasformata in nostra. Entrando nella Sede incrocio lo sguardo rispettivamente dei soci Mario Naibo e Gino Sesini, i quali per primi hanno avuto l'intuizione di chiedere alle sorelle Fornasier tale casa in rovina. E' stato grazie al loro interessamento ed impegno se oggi gli alpini di Barbisano hanno la propria Sede. Un pubblico ringraziamento lo merita anche il nostro capogruppo Flavio Calderari perché ha saputo e continuerà anche in futuro ad amalgamarci creando quell'affiatamento che ci contraddistingue.

Doveroso un grazie alle nostre “donne”, per l'impegno e l'operosità dimostrata in occasione del rancio alpino nel giorno dell'inaugurazione della sede. Infine un “bravo” a tutti gli alpini del gruppo e a tutte quelle persone che hanno collaborato ed aiutato a realizzare la nostra sede. Mi siedo, sta per iniziare il “film”, che ci vede protagonisti, ma so già che gli “attori” saranno da “oscar”.