GRUPPO BARBISANO |
Dicembre 1997 |
“Gira su' ceppi accesi
le spiedo scoppiettando: sta “l’alpino” fischiando dall'uscio a
rimirar”. Utilizzo un verso della poesia “San Martino” di Giosuè
Carducci perché, così come il poeta toscano vide l'animarsi del proprio
borgo, così io ho visto in questi ultimi mesi tutta la passione degli alpini
del mio gruppo nel creare uno spiedo capace di soddisfare 200 persone.
L'idea, nata in sordina,
prese avvio in seguito alla donazione da parte del socio Mario Naibo del carro
(dove alloggiare il macchinario) che venne subito sistemato con l’aggiunta
di una piastra di metallo rivestita di mattonelle refrattarie.
Quest'ultime, con
l'interessamento del socio Rino Granzotto, sono state recuperate presso una
vecchia abitazione in demolizione. Terminato il carro, necessario per lo
spostamento dello spiedo, rimaneva da realizzare il braciere ed il rneccanismo
di rotazione. Per il primo gli alpini di Barbisano ringraziano Sech
Costruzioni Metalliche per la disponibilità anche nell'utilizzare i propri
macchinari, mentre per il “cuore” dello spiedo, ovvero l'apparecchio con
ingranaggi, fondamentale è stato l'apporto della ditta O.M.F.A. dei F.lli
Antoniazzi che attraverso l’uso de tecnigrafo di precisione hanno permesso
ciò.
Il tocco finale di
abbellimento è opera del socio Giovanni Carobolante per aver “brunito”
l'intero macchinario.
I cuochi Giovanni Perin e
Giovanni Carobolante sperimentarono per la prima volta lo spiedo domenica 7
Settembre con il risultato di un’ottima carne cotta e salata al punto
giusto.
La domenica seguente,
esattamente il 14 Settembre le spiedo fu cucinato per 200 persone in occasione
della Festa della Fameja Alpina nell’annuale appuntamento che vede riuniti i
9 gruppi alpini del Quartier del Piave. Il ricavato viene dato come di
consueto in beneficenza.
E' stato un mese intenso, quello di Settembre, per gli alpini di Barbisano non solo per la Festa della Fameja Alpina.
L'ultima domenica di
Settembre, ancora gli alpini all’opera questa volta per la seconda gita
annuale (dopo quella di Frassenè - TN) tra le medioevali stradine di San
Marino sostando nella Piazza della Libertà della minuscola repubblica.
Poco sopra ho citato il
capannone montato per accogliere festosi gli ospiti della Festa della Fameja
Alpina e dell’A.V.I.S. e della Scuola Materna, ecco tale capannone è stato
smontato e rimontato presso Foligno in aiuto alle popolazioni dell’Umbria,
private dal terremoto delle proprie abitazioni.
E' un gesto di solidarietà
che va citato e che si aggiunge alle innumerevoli espressioni di aiuto verso
tale popolazione sfortunata, destinata a convivere, loro malgrado, con una
atmosfera mista ad incredulità e morte ma che saprà trarre proprio da tali
gesta di aiuto la speranza e la volontà di ricostruire ciò che un soffio ha
sbriciolato.
Questo è un esempio di
Volontario puro ed è certamente la via da perseguire: valorizzare l’uomo
per apprezzare noi stessi.
Giuseppe Pol