GRUPPO BIBANO GODEGA |
Giugno 1977 |
C’erano oltre 140 commensali sabato 15 dicembre, nei locali del ristorante Primavera di Godega S. U. per la tradizionale
cena annuale, ottimamente organizzata dal locale gruppo alpino. Fra tutte queste penne nere, accompagnate da gentili
signore e... signorine, erano stati invitati il vicepresidente Basso ed il segretario Bozzoli in rappresentanza della
Sezione, il sindaco Romano Piccoli ed i capigruppo di Orsago e San Fior.
La cena, svolta in un clima di cordiale serenità, è stata allietata anche dai tipici canti di montagna e da quella
fraterna allegria, fatta di cose semplici che caratterizzano ogni nostro ambiente. Non sono mancati i discorsi; al breve
cenno di saluto del capogruppo ha fatto seguito l’enot. Basso che, ringraziando gli organizzatori, ha portato il saluto
del presidente Vallomy ed elogiato l’apporto sensibile in uomini e denaro che soci e simpatizzanti e Comune hanno dato
per i «Fradis» nel momento del bisogno. In modo particolare Basso ha ringraziato il sindaco Piccoli e la locale
popolazione per l’atto di fiducia dimostrato nei confronti dell’ANA nell’affidarle il denaro da essi raccolto per
aiutare i terremotati, in quello slancio di solidarietà umana e civile che ha visto accomunata tanta nostra gente. A
questo punto è stato opportuno da parte del vice presidente illustrare i programmi d’intervento in Friuli e, rivolgendo
fervidi auguri per il Natale, ha invitato i presenti a tener vivo il ricordo dei fratelli friulani fintanto non
riavranno la loro casa, elemento indispensabile per una vita sociale e civile.
Il sindaco Piccoli, lodando le generose prove di soccorso degli alpini e dei simpatizzanti della comunità, ha
evidenziato soprattutto il lavoro da essi svolto nel Cantiere n. 10 di Pinzano.
Fra tanti ricordi c’è anche quello particolarmente triste, ci riferiamo all’artigliere alpino Guido Da Re di Godega,
deceduto nel crollo della Caserma Goi di Gemona durante la notte del terribile sisma.
Per lui i presenti hanno osservato un minuto di raccoglimento, stringendosi col pensiero attorno ai familiari così
duramente provati.
Come riconoscimento agli alpini che hanno prestato la loro opera nei cantieri del Friuli, si è poi proceduto alla
consegna degli attestati e delle medaglie ricordo.
Alla fine di questa breve cronaca della riuscitissima serata, permettetemi di cogliere lo spirito di questi nostri
incontri perchè, se è vero che gli alpini sono calati nella realtà storica e civile del nostro tempo, tanto da essere
parte attiva della società, è altrettanto vero che essi provano un bisogno prorompente di ritrovarsi assieme con «un
goto de vin, ‘na feta de poenta e ‘na cantada» per ritrovare intatta l’allegria genuina di un tempo e per dimenticare un
attimo i travagli di questa vita che si sta facendo sempre più tumultuosa.
L.B.