GRUPPO BIBANO GODEGA |
Giugno 1978 |
Quella del 30 aprile, a Godega di S. Urbano, non è
stata soltanto una manifestazione per festeggiare il decimo anniversario della costituzione del locale Gruppo, essendosi
rivelata una nuova testimonianza che il sacrificio e la generosità degli alpini continuano a venire richiesti anche nei
tempi odierni.
Tra le tante vittime del terremoto del 6 maggio del 1976 vi furono pure 28 giovani penne nere, undici dei quali erano
alpini trevigiani; ad essi si aggiunsero l’alpino Marino Bassetto da Istrana deceduto il 3 giugno per miocardite
sopravvenuta nel corso dei gravosi servizi di soccorso alle popolazioni, e l’artigliere da montagna Carlo Sillicchia da
Treviso morto per incidente accaduto il 23 febbraio dello scorso anno mentre stava svolgendo servizio a vantaggio delle
popolazioni terremotate.
In ricordo delle giovani vite stroncate sono state collocate le singole stele al Bosco delle Penne Mozze trevigiane a
Cison di Valmarino; per Guido Da Re di Godega e Pierantonio Mutti di Vazzola le stele sono state provvedute dalla nostra
Sezione e dai rispettivi Gruppi.
Il riconoscimento dello Stato per l’opera di soccorso prontamente intrapresa dall’ANA e continuata con le opere di
ricostruzione, è rappresentato dal conferimento all’ Associazione della Medaglia d’oro al merito civile. Nel titolo
abbiamo detto che fu opera dei veci dell’ANA: c’erano indubbiamente tantissimi giovani di recente congedo a lavorare in
Friuli, e che hanno in tal modo meritato la qualifica di «veci» che nell’ANA è consuetudine attribuire soltanto a coloro
che fecero la naja prima che nascessero quelli attualmente in servizio di leva, e quindi con almeno vent’anni di vita
associativa.
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Autorità e rappresentanze sono state accolte dal capogruppo Vittorio Padovan e dai suoi collaboratori i quali avevano
predisposto con ogni cura l’intenso programma della giornata.
Con il picchetto del Gruppo «Belluno» di Artiglieria da montagna erano presenti le bandiere delle sezioni di Orsago e di
Pianzano dei Combattenti e Reduci e quella dei Mutilati ed Invalidi di Guerra di Godega. Oltre al vessillo della nostra
Sezione abbiamo notato i gagliardetti dei Gruppi di Breda di Piave, Colle Umberto, Cordignano, Collalbrigo, Collalto,
Conegliano-città, Corbanese, Fontigo, Falzè di Piave, Gaiarine, Mareno di Piave, Ogliano, Orsago, Parè, Pieve di Soligo,
Santa Lucia di Piave, S. Maria di Feletto, S. Pietro di Feletto, San Fior, S. Vendemiano, Soligo, Vazzola e quello del
Gruppo organizzatore di Godega-Bibano.
Erano presenti il Sindaco, il Consigliere nazionale dell’ANA geom. Lino Chies, il ten. col. Augusto Lagana comandante il
Gruppo «Belluno» giunto da Pontebba con il capitano Amilcare Casalotto e il sten. Paolo Danoletti, comandante il
picchetto armato. Al completo il Consiglio direttivo sezionale, con il presidente prof. Giacomo Vallomy e i vice
presidenti - l’enot.
L. Basso e il citato geom. Lino Chies - e molti capigruppo e rappresentanti di associazioni d’arma.
E’ pure intervenuta la banda musicale di S. Pietro di Feletto diretta dal m° Ceschin.
Al camposanto di Godega la cerimonia si è svolta alle 9,30 dinnanzi alla tomba di famiglia di Guido Da Re e sulla cui
parete esterna è stata murata una lapide che il ten. col. Lagana ha scoperto levandone il tricolore e pronunciando il
saluto al giovane Guido, mentre il picchetto presentava le armi e i presenti si soffermavano in raccoglimento. Ai
genitori e alla sorella di Guido è stata ripetuta la partecipazione al loro dolore di tutta la famiglia alpina.
La manifestazione è poi proseguita al monumento ai Caduti dove, eseguita la deposizione della corona d’alloro, si è
svolto il rito religioso celebrato da don Paolo Bolzon che al Vangelo ha ricordato il sacrificio degli Alpini caduti.
Dopo la recita della Preghiera dell’Alpino e la conclusione della Messa, ha preso la parola il Sindaco per porgere il
saluto cordialissimo dell’Amministrazione comunale alle autorità ed alpini intervenuti.
E’ seguito il discorso del presidente della Sezione prof. Giacomo Vallomy che tra l’altro ha ricordato che Guido Da Re
fu suo esemplare allievo come pure ammirevole era il suo comportamento civico; e nell’assolvimento del suo dovere venne
travolto dalle macerie della caserma «Goi» di Gemona, raggiungendo l’innumerevole schiera dei Caduti con la penna nera.
Il presidente si è poi soffermato sui problemi sociali che assillano la nazione; sulla crisi prima di tutto morale che
rende difficile la rinascita e il progresso dell’Italia, e sulla riconfermata volontà degli alpini di proseguire
nell’opera di pacificazione, di solidarietà, di comprensione e di costruttiva vigile attenzione. Prendendo suggerimento
dalla Preghiera dell’Alpino - Dio onnipotente, fa che il nostro piede posi sicuro su le creste vertiginose: su le
diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi - il prof. Vallomy, che è stato assai applaudito, ha auspicato che il cammino
degli alpini sulla via di questi ideali non venga ostacolato dal fango della cattiveria e dalle insidie della malvagità,
per proseguire quindi sicuro - unitamente alle forze ancora sane della nazione - nel raggiungimento della giustizia
sociale.
Il programma della giornata è poi continuato con piena soddisfazione di tutti gli intervenuti, grazie alla perizia
dimostrata dai bravi soci del Gruppo di Godega-Bibano.
Durante il pranzo sociale, alla signora Zelilda Padovan viene consegnata una
medaglia d'oro quale semplice gesto di riconoscenza per l'opera svolta in seno
al gruppo. Contemporaneamente vengono premiate anche le signore Maria Padovan,
Graziella Sonego, Irma Giusti, Bruna Folegot, Emma Sommariva, Bruna Uliana,
Fiorina Gava, Elena Peruzzzetto, Giuliana Feltrin e Reginella Martini.