GRUPPO BIBANO-GODEGA |
Dicembre 2021 |
Proprio in concomitanza della consolidata e tradizionale festa alpina di San Bartolomeo a Bibano di Sotto (semplicemente San Bórtol per gli amici), è stato riaperto il suggestivo percorso naturalistico su passerelle lignee, “foss, rivai e zhiese” a lato delle risorgive della Zigana, che porta all’antica chiesetta.
Il transito pubblico, inaugurato nel 2000 in presenza dell’allora giovane neo presidente provinciale Luca Zaia e del nostro compianto presidente sezionale Paolo Gai, da alcuni anni era stato interdetto causa il pericoloso deterioramento del materiale impiegato, divenuto ormai marcescente. Un ripristino, tanto richiesto e atteso dalla popolazione, voluto dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Paola Guzzo, per un impegno economico complessivo di circa 90 mila euro.
La cerimonia, per ovvi motivi organizzativi connessi alla pandemia Covid, è stata programmata in due momenti distinti: amministrativo e religioso.
Il primo si è quindi incentrato sul taglio del nastro del manufatto, alla presenza delle più alte autorità civili del territorio, in particolare il governatore del Veneto Luca Zaia, bibanese e cresciuto proprio all’ombra di San Bórtol, il presidente della Provincia Stefano Marcon, il sindaco di Godega Paola Guzzo e tanti altri esponenti del mondo politico locale.
l secondo, invece, si è articolato sul ricordo commosso degli alpini del Gruppo “andati avanti” con la partecipazione della Sezione di Conegliano nella figura del presidente Gino Dorigo, del comandante del 3° Art. Mont. col. Romeo Tomassetti, accompagnato dal maresciallo Mian suo Aiutante di Battaglia, e del comandante emerito gen. Antonino Inturri. La parte iniziale ha visto la formazione del corteo, in testa il gonfalone comunale seguito dai vessilli delle Sezioni di Conegliano, Pordenone e Gemona, dai tanti gagliardetti intervenuti, da un centinaio di alpini composti e inquadrati, a chiudere infine la comunità di fedeli e cittadini. Il tutto sotto l’attenta predisposizione del capogruppo, per l’occasione anche cerimoniere, Christian Diana mentre Giorgio Visentin fungeva da speaker della cerimonia. Il sindaco Paola Guzzo, visibilmente emozionata, ha tratteggiato brevemente la storia delle passerelle annunciando che il percorso naturalistico ciclo-pedonale di San Bartolomeo ora è riconosciuto nel territorio delle Colline del Prosecco, patrimonio universale dell’Unesco. Inoltre ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione, quali la Regione e un anonimo benefattore, le famiglie Brunetta e Lisetto, mentre agli alpini del Gruppo ha rivolto un plauso per la costante manutenzione dell’area.
Nel suo intervento, il presidente Luca Zaia ha ricordato i momenti della sua giovinezza quando attorno alla chiesetta si svolgeva una sagretta con l’inconfondibile profumo di fragranti spumiglie e la spensieratezza di semplici giochi paesani. E proprio con questo spirito alla fine della cerimonia sono state distribuite a tutti i presenti, a cura dell’Amministrazione, confezioni di spumiglie quasi a voler riannodare le sottili trame che legano tutti noi al nostro passato e alle nostre radicate tradizioni popolari e religiose. Dopo le orazioni ufficiali si è proceduto alla benedizione delle passerelle da parte di don Alessio Magoga, parroco dell’Unità Pastorale, direttore del settimanale diocesano L’Azione, nonché “teologo, filosofo e poeta” e al rituale taglio del nastro.
Quindi l’ordinato corteo si è snodato alla volta dell’antica chiesetta di San Bartolomeo, solitaria gemma di storia e d’arte immersa nel verde e ricamata dai riverberi opalescenti delle acque circostanti.
La chiesetta di origini medievali, riportata all’antico splendore dal volontariato alpino, custodisce al suo interno un pregevole affresco rinascimentale “Madonna in trono con Santi”, finissima opera attribuita a Francesco da Milano o a Pellegrino da San Daniele. Per questo fin dal 1997, anno della riconsegna alla comunità, essa è diventata l’ideale luogo di culto dove gli alpini di Bibano- Godega tutti gli anni ricordano gli amici che hanno “posato lo zaino a terra per salire più spediti e leggeri verso la montagna di Cantore, attesi da nostro Signore delle Cime per ricevere il meritato premio eterno”. In particolare, il capogruppo Diana ha rivolto un commosso pensiero agli amici che ci hanno lasciato da poco: Francesco Feltrin e Dante Battistuzzi.
Nel raccolto sagrato gremito di fedeli si è quindi celebrata la Santa Messa in onore dell’Apostolo. Durante l’omelia, l’officiante ha invitato i tanti convenuti ad affrontare il futuro, pur in questo periodo contrassegnato da tante incertezze legate alla prolungata pandemia, con “sguardo illuminato dalla speranza cristiana e sostenuto da un responsabile impegno individuale”. È toccato poi al capogruppo Christian Diana portare il saluto dei suoi alpini, ricordando la loro pronta e fattiva presenza nel tessuto comunitario. Una disponibilità sempre manifestata in prima linea anche nelle iniziative sezionali, ruolo confermato dal presidente Gino Dorigo che ha affermato come il gruppo Bibano-Godega si distingua in ogni frangente tra i più attivi della Sezione di Conegliano.
L’artigliere alpino Guido Da Re, deceduto nel sisma del 1976, è stato ricordato da Flavia Verrilli, assessore di Gemona, figlia dell’indimenticabile Giuseppina, anima dell’Associazione che tiene viva la fiamma della memoria dei giovani alpini deceduti allora nel rovinoso crollo della caserma Goi di Gemona del Friuli. Alta e oltremodo qualificata la presenza dei rappresentanti del 3° Artiglieria da Montagna nelle figure del Gen. Antonino Inturri che ha ricordato la missione del Reggimento ad Herat, in Afghanistan, e dell’attuale Comandante, Col. Romeo Tomassetti il quale ha sottolineato i forti legami che uniscono il suo reparto, nello specifico le gloriose Batterie del Conegliano, al nostro territorio, storico bacino di reclutamento e da sempre culla di fieri montagnini.
Interventi molto apprezzati ed applauditi, segno di una comunità viva, affiatata e unita nella stima verso gli alpini e le loro idealità di impegno solidale, di rispetto verso il passato, di amore e umile servizio per il proprio territorio.
Poi la tromba dà l’attenti e le struggenti note del Silenzio si spargono dolci e lievi ad attanagliare nella commozione i cuori dei presenti, raccolti in silente e reverente preghiera. La cerimonia volge al termine, si sciolgono tra calorosi saluti gli ultimi capannelli, tutta l’area lentamente si svuota mentre ormai s’allungano le ombre del crepuscolo e dal laghetto s’alzano delicati aloni vaporosi.
Alcuni alpini sollevano con precauzione la statua lignea di San Bartolomeo, esposta per l’occasione alla pubblica devozione sul sagrato, e la ricollocano all’interno della chiesetta, davanti l’altare.
Prima di chiudere il portoncino si getta tutt’intorno l’ultimo sguardo per controllare che tutto sia in ordine… nella penombra la mano alzata dell’Apostolo sembra quasi un solenne gesto benedicente, un discreto saluto riconoscente per tanto affetto, un tacito arrivederci al prossimo anno per una nuova grande festa alpina.
Giorgio Visentin
Il capogruppo con il governatore Zaia e il trombettiere
L'aiutante Mian, il gen. Inturri, il Col. Comandante Tommasetti, il governatore
Zaia