GRUPPO BIBANO-GODEGAdi Giorgio Visentin |
Dicembre 2023 |
L’atteso appuntamento alpino di San Bartolomeo, organizzato dal Gruppo di
Bibano-Godega, quest’anno ha voluto pavesarsi anche con le insegne della
solidarietà verso le comunità romagnole prostrate (ma mai dome) dalle recenti
devastazioni climatiche.
Infatti, oltre a commemorare come di consueto tutte le Penne Nere che hanno
“posato lo zaino a terra e sono andati avanti”, l’intera cerimonia ha avuto come
focus esprimere tangibilmente fratellanza e sostegno alle popolazioni
alluvionate con una mirata raccolta fondi mediante una cena benefica. Un gesto
concreto e sostanziale, quindi, di immediata fruibilità e di pronto utilizzo per
affrontare le più impellenti e improrogabili priorità emergenziali.
Nello specifico, su proposta del capogruppo Christian Diana che ne aveva
precedentemente verificato la situazione in loco, il Consiglio Direttivo del
Gruppo ha deciso di devolvere l’intero ricavato a “L’isola che non c’è” di
Bagnacavallo (Ravenna), la cui sede è stata gravemente danneggiata
dall’esondazione. Questa Associazione, utilizzando operatori volontari con
competenze diverse e qualificate, si pone l’obiettivo di aiutare bambini affetti
da autismo ad inserirsi e integrarsi nella quotidianità, ma nel contempo vuole
anche essere di supporto e di assistenza alle famiglie nel loro difficile
percorso educativo e formativo.
Una lodevole iniziativa che si coniuga al meglio con gli ideali dell’alpinità
più vera e concreta che fa dell’aiuto disinteressato a chi ha bisogno la propria
filosofia di vita.
La cerimonia si è aperta con la sfilata verso San Bartolomeo: in testa la
fanfara alpina a scandire il passo, seguita dai vessilli delle Sezioni di
Conegliano, Pordenone e Gemona, dai tanti gagliardetti intervenuti, da un
centinaio di alpini inquadrati e, a chiudere, la comunità di fedeli e cittadini.
Il corteo si è snodato lungo il suggestivo percorso naturalistico fatto di
“passerelle lignee, foss, rivai e zhiese” a lato delle risorgive della Zigana,
che porta al sagrato, già gremito e affollato, dell’antica chiesetta dove è
stata celebrata la santa messa officiata da don Alessio Magoga, parroco
poliedrico dell’Unità Pastorale: giornalista e direttore del settimanale
diocesano L’Azione, nonché teologo, filosofo e poeta, ma soprattutto grande
amico degli alpini.
Al termine della messa, dopo la Preghiera dell’Alpino, la tromba dà l’attenti e
le struggenti note del Silenzio si spargono dolci e lievi ad attanagliare nella
commozione i cuori dei presenti, raccolti in silente e reverente preghiera nel
ricordo degli amici andati avanti.
Dopo il benvenuto del capogruppo Diana, si sono tenuti i saluti delle tante
autorità, civili e militari, che con la loro presenza al raduno hanno voluto
onorare San Bortolo e il Gruppo.
Innanzitutto il sindaco di Godega, Paola Guzzo, che ha ringraziato tutti gli
alpini per la loro fattiva presenza nel tessuto comunitario e per il loro
costante e prezioso impegno in tante iniziative comunali, in particolare nella
manutenzione dell’area naturalistica e dell’antico oratorio di San Bartolomeo.
Poi Daniela Briz, sindaco di Remanzacco sede del 3° Artiglieria da Montagna,
gradita ospite a Bibano per la prima volta, la quale si è rivolta al capogruppo
Diana ringraziandolo per l’invito e complimentandosi per la bellezza del luogo
curato e tutelato dai suoi alpini.
A seguire le parole velate di commozione di Flavia Virilli, vicesindaco di
Gemona, che con inesauribile passione continua la missione della mamma,
l’indimenticabile Giuseppina, anima dell’Associazione che tiene viva la fiamma
della memoria degli alpini e dei montagnini, tra cui il nostro giovane Guido Da
Re, deceduti allora nel crollo della caserma Goi nel sisma del Friuli.
Il presidente Gino Dorigo, portando il plauso dell’intera Sezione di Conegliano,
ha rimarcato il ruolo operativo del Gruppo Bibano-Godega, sempre pronto e in
prima linea anche nelle molteplici iniziative sezionali.
Alta e oltremodo qualificata la presenza dei rappresentanti del 3° Artiglieria
da Montagna nelle figure del gen. in quiescenza Antonino Inturri, che guidò il
Reggimento ad Herat in Afghanistan, e dell’attuale comandante, col. Francesco
Suma, in una delle sue ultime uscite ufficiali prima dell’avvicendamento per
altro incarico. Nel suo saluto egli ha voluto sottolineare i forti legami che
legano il suo reparto, nello specifico le tre gloriose Batterie del Conegliano,
alla nostra Sezione, storico bacino di reclutamento e da sempre culla di fieri
montagnini.
Interventi molto apprezzati ed applauditi, segno di una comunità unita nella
stima verso gli alpini e le loro idealità di impegno umanitario, di rispetto
verso il passato, di attenzione al presente, di amore e servizio per il proprio
territorio.
Mentre s’allungano le prime ombre del crepuscolo, alcuni alpini sollevano con
amorevole precauzione la statua lignea di San Bartolomeo, esposta per
l’occasione alla pubblica devozione sul sagrato, e la ricollocano all’interno
della chiesetta, davanti l’altare. Si chiude la cerimonia religiosa e l’area si
svuota, ma la festa alpina continua presso le accoglienti ed attrezzate
tensostrutture della sagra di Bibano. Qui è infatti allestita la cena benefica
con tipici piatti romagnoli preparata assieme agli amici di Bagnacavallo e
allietata dalla fanfara a cui aderiscono ben 350 persone.
Nella pausa riservata allo scambio dei doni di rappresentanza il capogruppo
Christian Diana, visibilmente soddisfatto del risultato, ha spiegato il percorso
motivazionale dell’iniziativa e della scelta di destinare i fondi raccolti
all’Isola che non c’è di Bagnacavallo, associazione sorella della nostra Oltre
il Labirinto che ha una sede staccata anche a Salvatoronda.
Significativo l’intervento degli amici romagnoli: “Noi tutti dall’Isola che non
c’è vogliamo ringraziarvi di averci fatto conoscere la vostra comunità.
L’alluvione ci ha messo in ginocchio e sfiduciati volevamo mollare tutto. Siamo
partiti per Bibano senza sapere cosa avremmo trovato, lo abbiamo fatto solo
perché i nostri bimbi e ragazzi se lo meritano. Arrivati qui ecco invece questa
straordinaria sorpresa e ci siamo trovati quasi in un altro mondo. Belle persone
con il cuore grandissimo, venute qui apposta per noi senza sapere chi siamo. Ci
avete fatto emozionare e spronato a continuare il progetto nonostante le
difficoltà. Siete riusciti ad riaprirci il cuore alla speranza e grazie a voi
ora affrontiamo il futuro con più ottimismo così da rendere L’isola un posto
ancora migliore. Grazie di cuore da parte di tutti noi.”
La serata ha dato questi frutti: 4500 euro da cena alpini Bibano-Godega, 220
euro da tavolo ospiti, 260 euro da banchetto ceramiche: in sintesi 5 mila euro
di pura solidarietà.
Ecco, per chi ancora non lo sapesse o per chi continua a denigrare le penne nere
(il riferimento alle pretestuose vicende legate alle ultime adunate è
sottinteso), questo è il grande cuore degli alpini: ieri leggendari eroi in
guerra, oggi straordinari e inimitabili protagonisti di pace e azioni
umanitarie.
Bravi.
Scambio dei doni durante la cena di beneficienza