GRUPPO CONEGLIANO CITTA' |
Dicembre 1987 |
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Ci siamo ritrovati numerosissimi, la sera del 23 luglio, nella chiesa di S. Martino e S. Rosa — per cortese
concessione dei Padri Giuseppini — per assistere ad un concerto del Corocastel di Conegliano, del Coro della Brigata
Alpina “Julia” e del Coro dell’Università di Hardin (USA), promosso dalla Brigata “Julia”, patrocinato dall’Assessorato
alla Cultura e Turismo di Conegliano e organizzato dagli Alpini del gruppo-città.
Diciamo subito che tutti i componenti l’organizzazione, i concertisti possono andar fieri dei risultati ottenuti.
I ripetuti e prolungati applausi dei presenti hanno confermato, lietamente, che esiste un largo pubblico a cui gradito
questo tipo di musica — non ci riferiamo solo ai canti popolari e tradizionali di indubbio effetto e di abilità
esecutiva da parte del Corocastel e del Coro della “Julia” — ma del Coro dell’Università di Harding, il quale ha messo in
vetrina brani musicali originali, se non proprio inediti per noi, certamente evidenziando una singolarità, trattandosi
di canti puramente spirituali, mirabile interpretazione dei Salmi della Bibbia e del Nuovo Testamento.
Di fronte ad uno straordinario pubblico che aveva gremito, oltre le più rosee attese, il capace Tempio — tant’è vero che
oltre un centinaio di auditori han dovuto assistervi in piedi — l’avv. Umberto Gava, Assessore alla Cultura e al Turismo
di Conegliano, a nome personale dell’Amministrazione comunale, ha rivolto un caloroso saluto ai complessi corali, al
generoso pubblico e agli Alpini della città e della sezione, affermando che la rassegna l’immagine di una cultura
musicale del nostro popolo e della gente di ogni dove, che interpreta attraverso i canti la loro origine, e soprattutto
i loro sentimenti con senso di gioia, di amore e di fratellanza, nonché esprimendo la grande spiritualità e religiosità,
a cui anche noi ci dobbiamo ispirare.
L’affermato Corocastel, diretto dal dott. Toni Battistella, ha dato il benvenuto con tre noti, simpatici canti: Camere
porta mez liter —Gli alpini della Libia — Eran tre sorelle.
È seguito il Coro della “Juiia” già “primatista” di Rassegne di cori alpini in servizio —, accompagnato dal ten. col.
Fabris e diretto dal caporale prof. Diego Tomasi che, ha offerto canti espressivi: Il Testamento del Capitano - Monte
nero - Le voci di Nikolajewka - Lai lai la ho- Monte Canino - Le lesir son dour - Scapa oseletto — “33” Inno agli
Alpini; al quale poi si sono uniti i coristi alpini in congedo, per cantare “Sul Ponte di Perati’.
Conoscendo il continuo rinnovarsi di elementi e degli stessi maestri-direttori, per ovvie ragioni di servizio militare
limitato, dobbiamo riconoscere che i risultati sono oltremodo soddisfacenti e degni di incondizionato plauso.
Infine, a conclusione della serata, il Coro misto americano, composto di 45 elementi, i quali indossavano una tunica
goliardica — diretto dal prof. Denneth Davis — insegnante di musica nella stessa facoltà e Vescovo della professione
cristiana “Santo Spirito” — ha offerto un repertorio vasto di canti dal
testo profondamente spirituale (in inglese ad eccezione di un salmeggiato in latino), manifestando vivacità ed assoluta
padronanza, presentando alcuni buoni solisti, in particolare una soprano di indubbia valore, dalla voce squillante e
graziata, che ha riscosso meritati consensi.
La traduzione e la spiegazione in italiano è stata fatta dal geniale presentatore Gibbs Toe, che a nome del direttore e
dello stesso complesso. ha ringraziato la autorità., gli alpini e la cittadinanza per l’onore e il piacere loro
accordato di esibirsi a Conegliano. asserendo che molteplici sono i loro impegni in varie città dell’Europa. In chiusura
ha espresso soddisfazione per aver riscontrato tanta amici zia, profondo calore umano e la gratificazione consensuale
all’etica morale delle loro espressioni canore.
Il capogruppo Raimondo Piaia — che è anche assessore alla Pubblica Istruzione di Conegliano ha espresso gratitudine
all’avv. Gava e all’Amministrazione Comunale per aver patrocinata il concerto, l’intera organizzazione, al fedele e
numeroso pubblico; i cori, i quali hanno portato, attraverso i loro stupendi canti, tanta gioia e serenità e sollevato
lo spirito; ed hanno trasfuso la ninfa melodiosa del creato, inneggiando al Creatore, nella configurazione delle proprie
origini — (nel caso specifico delle radici americane) — dei meravigliosi canti popolari, dei canti delle montagne e
degli Alpini, che celebrano attimi di vita vissuta, di vita dura, di amori dolci e malinconici e di assalti alla
baionetta, di morte anche (come le “Voci di Nikolajewka” di De Marzi); il tutto inquadrato nello stupendo scenario delle
nostre vallate e delle nostre vette, ma purtroppo anche nella terra torrida dell’Africa e dell’interminabile manto
ghiacciato della Russia.
L’amichevole simbiosi ha avuto il suo epilogo nella Casa “Fenzi” — tra un panino e un “bicchiere” refrigerante — dove,
principalmente, le corali si Sono sfogate, alternandosi, con canti stupendi, originali e piacevoli, lasciandoci il
ricordo di una simpatica e gioviale serata.
R.B.