GRUPPO CONEGLIANO CITTA' |
Settembre 1998 |
Venerdì 26 giugno alle 20.45, con una cerimonia sobria
e solenne, gli Alpini del gruppo città di Conegliano, hanno restituito al
Duomo cittadino, dopo un attento lavoro di restauro, la pala di “San Marco
tra San Leonardo e Santa Caterina d'Alessandria”, olio su tela del XVI
secolo, del pittore coneglianese Francesco Beccaruzzi.
La manifestazione si è
svolta nella splendida cornice della sala dei Battuti e si è aperta con un
intervento di mons. Romano Nardin. arciprete del Duomo, che ha accolto la pala
restaurata e ha illustrato ai presenti i progetti della chiesa più antica
della città di procedere al progressivo restauro delle sue opere d'arte
(un'altra é già - da diversi mesi in laboratorio).
Sono intervenuti poi
Tarcisio Gatti, vice presidente del consiglio pastorale del Duomo, Pietro De
Zan capogruppo degli Alpini della città, il sindaco Floriano Zambon che –
come alpino – fino a poche settimane prima aveva seguito da vicino
l’intervento. Silvano Armellin responsabile dell'iniziativa per gli Alpini.
Presente pure il presidente della Sezione Paolo Gai, visibilmente soddisfatto
per la riconferma delle esemplari opere attuate delle Penne Nere del Gruppo
“Conegliano-Città”.
L’incontro ha visto poi
l’intervento dello storico dell'arte Giorgio Fossaluzza, uno dei più acuti
conoscitori del Beccaruzzi e della sua produzione sacra e di Saviano Bellé,
il restauratore vittoriese che, in collaborazione con Agniezska Kossowska e
Paola De Santis, con pazienza e sapiente tecnica hanno restituito il dipinto
alta sua originale bellezza togliendogli la patina del tempo e la rovina
dell’umidità.
Gli Alpini hanno anche
provveduto a sostituire la vecchia e pesante cornice in legno scuro con una
nuova cornice in fondo oro più leggera e consona al dipinto che ne riceve così
nuova luce.
Finita la cerimonia, la
pala è tornata al suo posto, sopra la bussola di entrata del Duomo a destra,
dal campiello della sala dei Battuti.
In Duomo c'è anche un'altra monumentale opera di Francesco Beccaruzzi, il ”San
Francesco che riceve le stigmate" posta subito a destra, per chi entra
dall'ingresso principale, e bisognevole di restauro.
Chissà, che qualcuno, vedendo la pala restaurata, non abbia l'ispirazione di
organizzare il salvataggio anche di qualche altra opera d'arte della
monumentale chiesa arcipretale cittadina.
Mons. Romano Nardin segnali in questo senso ne ha lanciato un po' a tutti ed
ora aspetta con pazienza e fiducia che qualcun altro si faccia avanti.
Sergio Dugone