GRUPPO CODOGNE' |
Dicembre 2000 |
2 Luglio 2000, domenica.
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L'iniziativa è stata fortemente voluta da alcuni amici ed amanti della montagna
del nostro Gruppo Alpini e quindi inserita in calendario come attività di
Gruppo, perché ritenuta una ottima iniziativa atta a unire quanti, animati
dallo stesso spirito alpino e concordi nel condividere fatiche ma anche gioie
per il comune raggiungimento di una meta, "la cima", marciano fianco a
fianco avendo la possibilità di ammirare le bellezze della montagna, visitare
trincee, ricoveri e altre testimonianze della guerra 1915/18, testimonianze di
quegli eventi storici che sui nostri monti abbondano.
E' da sottolineare la straordinaria bellezza di questo itinerario sconosciuto a
molti e per questo ancor più suggestivo.
Questa bella montagna s'erge solitaria dominando la valle della Rienza e la Val
Rimbon.
La sua scarsa notorietà è dovuta alla relativa altitudine che la fa apparire,
sulle carte, allo stesso livello del vasto altopiano intermedio su cui poggiano
le principali cime delle Dolomiti di Sesto.
Le incisioni, così come i fianchi dirupati e spesso a precipizio, conferiscono
a questo monte un aspetto interessante e dignitoso, dove emergono l'isolamento e
la vegetazione particolare.
Di
buon mattino, la comitiva formata da una quindicina di persone partiva dal
piazzale della nostra sede alpina alla volta del Cadore.
La giornata all'inizio era incerta con il cielo farcito da nuvoloni minacciosi,
ma poi fortunatamente il tempo si è messo al bello.
Indossato l'abbigliamento adeguato, zaino e scarponi, ci siamo inoltrati per il
sentiero che porta prima alla forcella e poi alla vetta.
Ogni tanto qualche piccola sosta "tecnica" aiutava a riprendere fiato
e consentiva nel contempo di osservare il panorama, riempirsi gli occhi con il
verde intenso del bosco ed ammirare la bellezza e la semplicità dei fiori
alpini.
Dopo un'ora di marcia, giunti in forcella abbiamo visitato le trincee, i
numerosi ricoveri e le postazioni strategiche, pensando a quanti sugli stessi
percorsi erano sottoposti alle fatiche ed agli orrori della Grande Guerra. Ci
siamo poi fermati per una sosta, sul luogo dove ci sono ancora resti di
baraccamenti del comando italiano dell'epoca.
Con un altro sforzo d'arrampicata tra le rocce siamo giunti alla vetta, da dove
si possono ammirare i Cadini di Misurina, il monte Piana, il massiccio Tre
Scarperi, il Sasso di Sesto, il rifugio Locatelli, il Paterno e per ultimo il
maestoso lato nord-ovest delle Tre Cime di Lavaredo.
La vetta della Croda dell'Arghena è un terrazzo pianeggiante ed erboso,
cosparso di mughi e attraversato da un camminamento che risale appunto alla
guerra del 1915/18, quando le truppe italiane occupavano questo monte.
Questa cima meravigliosa per il panorama e l'ambiente silenzioso, gode della
scarsità di escursionisti, cosa che ha sempre invogliato camosci e uccelli rari
a rifugiarsi in questi luoghi e i pochi fortunati che sanno arrivare in quota in
religioso silenzio possono sperare di poter ammirare i camosci mentre riposano
al sole.
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