GRUPPO CODOGNE' |
2008 |
Questo che stai leggendo non
è il resoconto di una gita qualsiasi, né un intervallo pubblicitario per
visitare i luoghi citati, ma una riflessione su quello che è già successo e che
potrebbe ripetersi se dimentichiamo la Storia della nostra Italia ed avalliamo
ogni lassismo, legittimando e minimizzando la prepotenza e la barbarie che
ancora si annidano nell’animo umano.
La realtà è visibile ogni
giorno in televisione, ma si mimetizza con i film di guerra o le sceneggiate e
poi è lontana, irreale (virtuale) fino al momento che… “ci sbatti il naso” e ti
svegli di colpo, …ma come a me, nel mio piccolo paese, ma non era mai successo…
e dove sono quelli che mi devono difendere…! E dove vivevi tu!? Forse la “cosa”
non l’hai vista nascere e crescere e non ti ha gratificato l’inconscio quando
sprizzava potenza e spavalderia!? E non l’hai giustificata, perché così non
veniva a turbare il tuo egoistico vivere quotidiano!? Si, ma andava a toccare
sempre gli altri (e invece ora tocca proprio a te…e scopri che hai bisogno
degli…altri) Bisogna quindi riscoprire la cortesia ed il rispetto del proprio
simile, la necessità di coltivare sani principi, capire che insieme ai diritti
ci sono i doveri, amare la propria Patria per tutto quanto essa rappresenta,
ricordare che la tua libertà finisce dove comincia la mia, allora vivremo un po’
più sereni.
Ora che ti sei scosso dal
torpore dell’indifferenza, puoi meditare su quanto segue…
Marzabotto è un comune di circa
5.000 abitanti situato ai piedi dell’Appennino e dista 25 Km. da Bologna. Esso
insieme ai comuni di Grizzana Moranti e Monzuno furono teatro del più grande
eccidio di civili compiuto dai nazifascisti nell’Europa occidentale durante il
secondo conflitto mondiale.
Dopo l’armistizio dell’8
settembre 1943 si costituì nel paese di Vado, frazione di Marzabotto una brigata
partigiana, la “Stella Rossa” che operò nella zona di Monte Sole con azioni di
disturbo e guerriglia nei confronti dell’esercito di occupazione tedesco.Nel settembre del 1944 gli
alleati sfondarono la linea difensiva tedesca e giunsero a pochi km. Da Monte
Sole, questo fatto, sommato alla presenza del nucleo partigiano forte di circa
800 uomini preoccupò l’esercito tedesco che ordinò di annientare i componenti
della brigata Stella Rossa.
Il 29 settembre 1944 tutto il
territorio dell’attuale parco di Monte Sole venne circondato dall’esercito
tedesco e da unità della 16a divisione Reichsfuhrer delle SS guidate dal
comandante Walter Reder.
Per tre giorni, a Marzabotto,
Grizzana e Vado di Monzuno, Reder compì la più tremenda delle sue rappresaglie.
In località Caviglia i nazisti irruppero nella chiesa dove don Ubaldo Marchioni
aveva radunato i fedeli per recitare il rosario. Furono tutti sterminati a colpi
di mitraglia e bombe a mano.
Nella frazione di Castellano fu
uccisa una donna coi suoi sette figli, a Tagliadazza furono fucilati undici
donne e otto bambini, a Caprara vennero rastrellati e uccisi 108 abitanti
compresa l'intera famiglia di Antonio Tonelli (15 componenti di cui 10 bambini).
A Marzabotto furono anche
distrutti 800 appartamenti, una cartiera, un risificio, quindici strade, sette
ponti, cinque scuole, undici cimiteri, nove chiese e cinque oratori. Infine, la
morte nascosta: prima di andarsene Reder fece disseminare il territorio di mine
che continuarono a uccidere fino al 1966 altre 55 persone.
Avvalendosi anche della
collaborazione dei fascisti, procedettero quindi senza alcuna discriminazione
allo sterminio di tutta la popolazione. L’operazione portò senza alcuna pietà
alla uccisione di 770 persone, in maggioranza donne e bambini. Fra i caduti, 95
avevano meno di sedici anni, 110 ne avevano meno di dieci, 22 meno di due anni,
8 di un anno e 15 meno di un anno. Il più giovane si chiamava Walter Cardi: era
nato da due settimane.
Gli alpini del Gruppo Codognè
hanno sentito la necessità ed il bisogno di proporre questa gita-pellegrinaggio
nei luoghi sopra descritti e la comunità è accorsa partecipando numerosa e
consapevole di quanto si apprestava a compiere agevolata e documentata dagli
alpini stessi.
Ad attenderci a Marzabotto
c’erano le autorità locali, il sindaco Edoardo Masetti e vice-sindaco Primo
Gandolfi insieme all’assessore alla cultura e comunicazioni Adriano Dalea del
comune limitrofo di Sasso Marconi ed il Capogruppo del Gruppo Alpini di
Casalecchio di Reno-Sasso Marconi, Roberto Gnudi che ha organizzato l’incontro.
Da sottolineare la calda
accoglienza alla comitiva nella sala consigliare del municipio. Dopo il saluto
di benvenuto, il sindaco ha illustrato i fatti del tragico eccidio nazifascista
dell’autunno 1944, evidenziando la ferocia, la cieca violenza assassina, una
autentica follia omicida dei militari tedeschi aiutati purtroppo da fascisti
locali.
La strage venne eseguita senza
motivazione logica in riferimento ad attentati o sabotaggi e caddero civili
anziani, donne e bambini, (non uomini armati e combattenti); lo scopo era
chiaramente l’annientamento totale della popolazione.
A distanza di 62 anni nel
gennaio 2007 il tribunale di La Spezia ha condannato all’ergastolo 10 degli
ultimi colpevoli ancora in vita e oggi ottantenni, artefici di quel massacro.
Duole evidenziare che gli imputati di tali crimini a distanza di 62 anni non
abbiano mai espresso nessun segno di ravvedimento o pentimento.
La popolazione, nella dignità
dei superstiti e familiari non ha perseguito la strada della vendetta ma solo
quella della giustizia, consapevole che naturalmente il corso della vita porterà
i colpevoli davanti ad un Giudice Supremo a cui non potranno sottrarsi.
Per ricordare questa strage, la
Regione Emilia Romagna ha istituito nel territorio interessato dall’eccidio un
parco regionale ed una “scuola di pace”, per trasmettere questi fatti alle
giovani generazioni (ogni anno 10.000 giovani delle scuole, visitano il parco di
Monte Sole).
Il 17 aprile 2002 l’allora
presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi ed il presidente
federale tedesco Johannes Rau, si sono recati a Marzabotto. Il presidente Rau
nel suo intervento ha chiesto pubblicamente scusa anche a nome del popolo
tedesco, popolo che ripudia questi gesti compiuti con la cieca follia del regime
dell’epoca.
A Marzabotto è stato invitato
anche l’attuale Ministro della pubblica istruzione Fioroni al quale è stata
sollecitata la necessità di riportare sui libri di testo di storia questi fatti,
affinché sia conosciuta ed anche allo scopo di apprezzare l’attuale libertà e
democrazia vivibile nella nostra Italia, che sono valori conquistati con grandi
sacrifici ma che devono essere continuamente salvaguardati e difesi.
Al termine degli interventi il
nostro sindaco dott.ssa Lorena Andreetta, visibilmente commossa come tutta la
comitiva, ha ringraziato per l’accoglienza, ribadendo che la tragicità dei fatti
appena esposti fanno molto riflettere e oggi in uno scenario in cui la nostra
politica non è sicuramente di esempio è proprio compito invece delle istituzioni
e degli amministratori creare e mantenere una cultura di pace volta ad una
intesa del convivere civile in modo da scongiurare altre future tragedie ed è
quindi giusto inserire questi tragici fatti nei libri di storia affinché siano
di monito per le prossime generazioni.
Nel pomeriggio grazie al Gen.
Bresaola ed ai suoi alpini di Bologna, abbiamo avuto l’opportunità di visitare
il centro della città, apprezzandone le bellezze.
Quindi in perfetto orario sulla
tabella di marcia, siamo rientrati a Codognè, dove abbiamo concluso la gita,
consumando un prelibato spuntino e nello spirito alpino accompagnandolo anche
con canti conviviali spontanei e siamo ritornati alle nostre case rivolgendo un
mesto pensiero di suffragio a quanti non hanno potuto in libertà godere della
propria vita nella propria terra.
G.B.
Gli alpini di Codognè rendono omaggio alle vittime della furia nazista
Nella sala consiliare il sindaco di Marzabotto racconta la tragedia del settembre 1944