GRUPPO CODOGNE' |
Dicembre 2008 |
Giovedì 16 ottobre il cielo si presentava nuvoloso, la pioggia era
nell’aria.
A scuola però regnavano, come sempre in questi casi, eccitazione ed
entusiasmo: dovevamo visitare il Bosco delle Penne Mozze con gli amici alpini del gruppo di Codognè.
I 58 ragazzi delle classi quinte si prepararono velocemente e alle
8.30, insieme a noi insegnanti, salirono ordinatamente nei due pullman che già aspettavano di fronte al Palablù.
Dopo un breve viaggio, arrivammo al piazzale che si trova all’inizio
del Bosco, dove si possono vedere gli stemmi delle Brigate Alpine.
Una piacevole sorpresa ci attendeva: panini a volontà a base di sopressa,
formaggio o nutella.
I ragazzi, “spazzolarono” in un baleno la montagna di panini ( parecchi
fecero il bis e anche di più….)
Subito dopo il segretario, Angelo Tonon, chiamò a raccolta i ragazzi che
si radunarono davanti al monumento alle Penne Mozze dove, in silenzio e con attenzione, ascoltarono le spiegazioni del
Cavalier Trampetti, il Presidente del Bosco.
A scuola noi insegnanti avevamo dato solo pochissime informazioni sui
luoghi che avrebbero visitato, perciò nel sentire la storia straordinaria di Mario Altarui, l’ideatore del Bosco, i
ragazzi furono particolarmente colpiti, tanto da non perdere neppure una battuta del racconto.
Finita la spiegazione, cominciammo a salire per lo stretto sentiero in
fila indiana. Ad ogni monumento, ad ogni gruppo di stele si sentivano le esclamazioni, le domande dei ragazzi più
vivaci, ma anche le letture delle iscrizioni e i commenti dei più timidi, fatti sottovoce.
Il momento più emozionante, però, fu il ritrovarci intorno alla Madonna
delle Penne Mozze simbolo del dolore di tutte le madri che perdono i loro figli.
Alla lettura della Preghiere dell’Alpino tutti erano silenziosi e
partecipi compresi i bambini che professano altre religioni ( ben cinque differenti fedi religiose sono presenti nelle
nostre classi !)
Viva impressione suscitò nei ragazzi il racconto della ritirata di
Russia nella 2° guerra mondiale: arrivati nei luoghi dove ci sono le stele che ricordano i caduti alpini di Codognè,
fecero a gara a leggere i nomi e soprattutto i luoghi della loro morte, cercando di capire quali fossero caduti in
Russia.
Alla fine del percorso il Cristo Dolente lasciò in tutti una sincera
commozione.
Dopo la foto di gruppo vennero “ sciolti i ranghi” e tutti si sparpagliarono nel piazzale vociando: sembrava che fino a
quel momento avessero dovuto trattenere le emozioni e avessero bisogno di “sfogarle” in qualche modo.
Verso mezzogiorno ci preparammo per il “rancio” pastasciutta con il
ragù, bistecca, patatine e bibite il tutto servito dagli alpini che avevano preparato con cura le tavole sotto il
portico adiacente al piazzale.
Subito dopo il pranzo, squisito ed abbondante come sempre, i ragazzi
ringraziarono con dei canti gli alpini poi tutti salimmo sui pullman diretti a Conegliano.
Scendemmo in centro, davanti alla Gradinata degli Alpini e iniziammo la
salita verso la chiesetta della Madonna della Neve.
Qui,la perfetta organizzazione alpina, ci fece trovare il sig. Cais,
alpino del gruppo di Conegliano, che accolse i ragazzi e dopo averli fatti accomodare, raccontò la storia del restauro
della chiesetta da parte dei locale gruppo alpino e illustrò i bellissimi affreschi del Beccaruzzi e di Antonio da
Meschio. Finita la visita ripartimmo verso la sommità del colle: il castello ci attendeva.
I ragazzi erano molto vivaci ed impazienti di arrivare e si faceva
fatica a trattenerli.
Arrivati al castello, gli alpini decisero di farci l’ultimo regalo: la
visita dello storico edificio.
Entrammo divisi in due gruppi e potemmo ammirare la pinacoteca con le
tele del Pordenone, affreschi e tavole trecentesche..
Gli interrogativi e le osservazioni si accavallavano tumultuosi, ma il
tempo a disposizione per le spiegazioni volava…..
Finimmo la visita , riservandoci di parlarne a scuola il giorno
seguente.
In fila scendemmo dal castello e, oltrepassata la porta di Ser Bele, ci
avviammo ai pullman che ci aspettavano per il rientro a scuola in perfetto orario.
Il giorno dopo discutemmo e parlammo a lungo dell’esperienza vissuta.
Quello che particolarmente aveva colpito i ragazzi era stata l’ideazione
del Bosco delle Penne Mozze ma, soprattutto, il lavoro gratuito, l’impegno costante , volontario, da parte di così tante
persone.
Anche il rispetto e la cura dell’ambiente naturale da parte degli alpini
è stato sottolineato dai ragazzi, sempre sensibili ai temi ecologici.
I valori quindi di generosità, di impegno per il bene comune, di
conoscenza e di rispetto per l’ambiente sono stati colti e recepiti dai ragazzi.
Noi insegnanti pensiamo che questo sia il messaggio più importante che
gli alpini testimoniano con la loro vita, in un mondo in cui spesso quello che conta è solo l’apparire , il fare soldi e
“l’avere”.
A tutti gli alpini del gruppo di Codognè va il nostro grazie più
sincero, in particolare a nome dei ragazzi, dei colleghi e mio personale va un particolare ringraziamento a tutti coloro
che ci hanno accompagnati e a chi ha organizzato una così particolare giornata densa di significato e di testimonianza.
Ins. Ester Cappellotto