GRUPPO COLFOSCO |
Agosto 2017 |
Le note della fanfara alpina sono risuonate puntuali, alle nove del mattino, per
annunciare alla comunità di Colfosco che le penne nere davano il via alla loro
festa.
E festa è stata per il sessantesimo anniversario di fondazione del Gruppo Alpini
di Colfosco, con una cerimonia partecipata e un momento di doveroso omaggio ai
quattro “reduci” di quel 1957, quando un gruppo di penne nere del paese decise
di aderire all’Associazione Nazionale Alpini.
Quella di domenica 11 giugno, per il Gruppo ANA di Colfosco, è stata una
giornata per celebrare il sessantesimo con il tradizionale programma che parte
il sabato sera all’insegna della cultura, con la musica corale, e si chiude
all’insegna della convivialità, col rancio alpino. Sabato sera, nella
parrocchiale, il concerto del Coro Code di Bosco di Orsago e del Coro San
Lorenzo di Farra di Soligo ha richiamato tanti appassionati.
Chiesa gremita per una esibizione che ha esaltato le due formazioni corali e
soddisfatto pienamente il pubblico.
La domenica mattina, le delegazioni delle associazioni locali e delle
associazioni d’arma hanno scortato il gonfalone del Comune di Susegana, presente
col sindaco Vincenza Scarpa, e il vessillo sezionale, scortato dal vice Gino
Dorigo.
Un corteo partecipato con le penne nere a segnare il passo, scandito dalla
Fanfara Alpina di Conegliano. La mattinata particolarmente calda non ha tenuto
lontani i cittadini.
Al momento di prendere posto nelle sedie bianche poste al sole, davanti
all’altare (coperto) non pochi, però, hanno scelto l’ombra degli alberi per
ripararsi. Monsignor Luigi Davanzo ha celebrato la messa mettendo l’accento,
durante l’omelia, sul ruolo sociale che gli alpini hanno per le comunità in cui
operano.
Quando poi la voce, forte e chiara, di Carlo Sala ha declamato la “Preghiera
dell’Alpino”, un fremito ha percorso l’anima delle penne nere presenti. La
preghiera la ascoltiamo a ogni cerimonia religiosa, a ogni funerale dove sono
protagonisti gli alpini. Quella recitata da Carlo Sala durante la messa al
campo, a due passi dal Cristo dell’Isonzo, aveva la forza e il tono d’orgoglio
utili a tutti per dare un senso a quelle parole, oggetto tante volte di
discussioni e polemiche.
Una “Preghiera dell’Alpino” recitata con voce ferma e sicura, così come deve
essere recitata, con la forza necessaria a farsi spazio nei cuori di tutti. Dopo
la messa il trasferimento, in corteo, alla vicina sede del Parco dell’Amicizia
per le allocuzioni ufficiali. La soddisfazione del capogruppo Giancarlo De
Stefani è palpabile: “È una cerimonia dedicata a chi 60 anni fa ha dato vita al
Gruppo e ci permette oggi di avere un’associazione presente nella comunità
locale, viva e coesa, soprattutto in questi momenti”.
E i festeggiati sono i veci alpini Tiziano Montesel, Giorgio Pompeo, Lino Zanco
e il segretario Giovanni Pinese, ultimi “reduci” tra chi, nel 1957, diede vita
al Gruppo ANA di Colfosco.
A loro è stato consegnato un orologio da tavolo in vetro e legno con dipinto
l’emblema del sessantesimo a testimonianza della tappa raggiunta.
Un riconoscimento anche ai capigruppo che si sono succeduti per testimoniare la
continuità necessaria per mantenere uniti gli alpini. La festa delle penne nere
consegna alla comunità di Colfosco anche due simboli del paese quali il
monumento ai caduti e il parco del Cristo dell’Isonzo.
Il restauro del monumento, posto sull’incrocio della Strada provinciale tra via
Francesco Baracca e Via 18 Giugno 1918, era stato preso inizialmente in carico
dagli alpini.
Poi si è reso necessario far intervenire una ditta certificata in quanto si
tratta di un bene soggetto a vincolo della Soprintendenza per i beni storici sul
quale possono intervenire solo imprese che abbiano determinate caratteristiche.
Gli alpini di Colfosco, comunque, hanno messo mano alla pavimentazione in sassi
del Piave (non vincolata) e l’hanno rimessa a nuovo. “Abbiamo voluto mettere
mano al monumento ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale del
nostro paese – ha detto il capogruppo Giancarlo Se Stefani, nel suo intervento –
per ricordare chi ha dato la vita per la nostra libertà.
Tutti soldati della nostra bella Italia ed è un nostro dovere ricordarli
degnamente”. Anche l’area verde circostante il monumento del Cristo dell’Isonzo,
a due passi dalla chiesa parrocchiale, è stata curata e sistemata dalle penne
nere di Colfosco, in attesa che, quanto prima, si possa mettere mano anche al
restauro conservativo della grade statua del Cristo misericordioso che ricorda
il sacrificio delle popolazioni civili colpite dalla guerra.
Il sindaco Vincenza Scarpa ha messo in evidenza il valore storico della
manifestazione del 60° del Gruppo per la comunità di Colfosco. Per la Sezione
ANA di Conegliano è intervenuto il vicepresidente Aldo Vidotto.
“Siamo a Colfosco, in riva al Piave. Il paese di Colfosco era stato occupato
dalla sesta armata austriaca e tutte le case erano state rase al suolo.
La cittadinanza è dovuta scappare, le campagne abbandonate perché qui c’era la
linea del fronte. Per ricordare quanto è accaduto lungo questo fronte le Sezioni
trevigiane hanno voluto l’Adunata del Piave.
Un’adunata andata benissimo e di questo possiamo essere orgogliosi. Colfosco è
un Gruppo attivo in Sezione, con ben 2 consiglieri, sempre pronto a rispondere
quando è necessario. L’impegno però di tutti noi alpini deve essere quello di
andare a trovare quegli “alpini dormienti” che possono portare nuove energie
alla nostra associazione”.
Antonio Menegon