GRUPPO COLFOSCO


Dicembre 2018

GLI ALPINI DI COLFOSCO PER IL CENTENARIO

All’avvicinarsi del Centenario della Grande Guerra il Presidente nazionale Sebastiano Favero ebbe a spronare tutti gli alpini, i Gruppi e le Sezioni affinché recuperassero alla memoria anche solo una lapide, un monumento, un segno di chi aveva combattuto, sofferto ed era morto per la Patria. In tanti lo hanno fatto e in tanti si sono impegnati a faro o a mantenere vivi monumenti e memoria. Gli alpini del capogruppo Giancarlo De Stefani hanno nel cuore soprattutto due monumenti. A Colfosco, nel 1968, il sodalizio “Ragazzi del ‘99” volle erigere un Cristo benedicente in pietra di Vicenza sul crinale della collinetta dove sorge la chiesa parrocchiale, dedicandolo alle vittime civili della guerra. A 50 anni dall’inaugurazione, gli alpini di Colfosco hanno ribadito la volontà di continuare a curare il sito, l’associazione ArcheoSusegana ha dato via a un progetto di valorizzazione, ha restaurato le 4 lapidi commemorative e ha in animo di curare una pubblicazione sul monumento. In via 18 Giugno c’è un altro monumento che ricorda i Caduti, cui gli alpini hanno prestato la loro opera durante il restauro. Presidente Favero, con il restauro del Monumento ai Caduti inaugurato in occasione del 60mo del Gruppo, l’impegno continuo e futuro per il Cristo dell’Isonzo e del Piave e le trincee riportate alla luce sul Colle della Tombola, nel Centenario della Grande Guerra gli alpini di Colfosco hanno fatto la loro parte. (a.m.)

IL CRISTO DELL'ISONZO E DEL PIAVE

Finora la cura e la manutenzione del monumento al Cristo dell’Isonzo e del Piave le avevano in carico gli alpini di Colfosco. In occasione del 50° dall’inaugurazione della grande statura, eretta a Colfosco nel 1968 per volontà dell’associazione Ragazzi del 99, la squadra si è rafforzata ed è nato un progetto di valorizzazione del monumentale Cristo, proprio sul finire del centenario della Grande Guerra. L’associazione ArcheoSusegana ha provveduto al recupero delle quattro lastre commemorative che si trovano alla base del Cristo dell’Isonzo e del Piave, un restauro presentato domenica 21 ottobre 2018 unitamente alla Consulta delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma di Susegana, presenti gran parte delle associazioni. Non un’inaugurazione ma un punto di partenza, come ha sottolineato il presidente di ArcheoSusegana Sergio Ballotto: “È il primo passo di un progetto di valorizzazione dell’opera che l’associazione ArcheoSusegana ha promosso grazie anche all’impegno del Gruppo alpini di Colfosco, ma aperto alla collaborazione di tutte le associazioni d’arma e di tutte le persone di buona volontà. Per ora sono state rifatte le scritte delle quattro lastre del basamento che il tempo aveva cancellato quasi del tutto, soprattutto sul lato ovest ed è stato ripulito da muffe e licheni il basamento stesso. Da parte sua l’amministrazione comunale di Susegana ha rimesso la pietra dell’altare, distrutta un anno fa da ignoti. Ora si tratta di raccogliere idee per far conoscere e rendere visibile questo sito di pace e la cerimonia di ottobre è stato un primo passo”. A Colfosco, oltre ai rappresentanti del Comune e dei sodalizi d’arma, c’era anche un gruppo di ragazzi dell’Associazione Intercultura provenienti da varie parti del mondo che nella loro lingua hanno lanciato messaggi di pace e fratellanza. Un momento toccante e significativo per dei ragazzi che forse hanno conosciuto per la prima volta gli alpini e scoperto un po’ di Italia in occasione della cerimonia di Colfosco. È intervenuta anche Cristina Falsarella, direttrice dell’Ufficio per l’Arte Sacra della Diocesi di Vittorio Veneto, che ha tracciato un profilo artistico dell’opera dello scultore vicentino Mariano Fracasso e prospettato l’idea che il monumento del Cristo dell’Isonzo e del Piave possa rientrare anche in quei percorsi di fede che spingono sempre più persone a cercare i luoghi dove la fede è testimoniata anche con opere d’arte qual è la grande statua eretta a Colfosco cinquant’anni fa dal sodalizio dei Ragazzi del 99. È intervenuto Emilio Boscheratto dell’associazione paracadutisti, già sindaco di Susegana, che a metà degli anni Sessanta venne incaricato dal sindaco Antonio De Zan di presiedere il “Comitato per il Cristo dell’Isonzo” allo scopo di raccogliere l’ultimo milione di lire necessario per erigere il monumento e attrezzare l’area. Sono inoltre intervenuti il presidente della Consulta delle Associazioni d’Arma Oliviero Chiesurin e l’assessore Enrico Maretto, in rappresentanza del Comune di Susegana, che ha assicurato la massima attenzione dell’Ente per il progetto di valorizzazione del monumento. Collocato all’interno di un’area verde il Cristo dell’Isonzo e del Piave è un’opera di straordinaria bellezza che unisce i valori di religiosi a quelli di umanità e pace ben scanditi dalle parole incise sul marmo delle lapidi commemorative. La giornata, baciata da un caldo sole autunnale, è proseguita presso la Casa degli Alpini per un brindisi con i vini dell’Isonzo e del Piave, offerti dalle cantine “Casa Roma” di San Polo di Piave e “De Rosso” di Colfosco. Subito dopo la tradizionale pastasciutta (e non solo) offerta ai ragazzi di Intercultura, la giornata è proseguita sul Colle della Tombola dove i volontari di ArcheoSusegana hanno recuperato due tratti di trincea e un osservatorio in grotta attestati sul fronte austroungarico nel 1917/18. Un’esperienza che i ragazzi di Intercultura, provenienti da vari paesi del mondo, si porteranno per sempre nel cuore.

Antonio Menegon