GRUPPO COLFOSCO

di Valerio Montesel


Luglio 2024

PER RICORDARE LA TRAGEDIA DI MALGA LOSA

Valerio Montesel, alpino del Battaglione Cividale, 115 compagnia Mortai 81 (Julia), il giorno 12 febbraio 1963 era apripista, assieme ad altri nove compagni, in una marcia del campo invernale che prevedeva il trasferimento di settanta uomini da Malga Losa ad Ovaro (UD).
Sugli alpini di testa, guidati dal tenente Guaintini e dal sergente Enzo Bettinotti, si abbatté improvvisa la valanga che li scaraventò a valle, giù nel baratro per cinquanta metri.

La valanga travolse i primi sette uomini della squadra, tra i quali il nostro Valerio. Sei si salvarono, riuscendo ad emergere dal mare di neve uno alla volta, mancava all'appello l'alpino Graziano Morgavi di Brignano Frascata (AL), radiofonista. Le squadre di soccorso lo cercarono nella neve con le sonde dal mattino fino all'imbrunire, e poi i giorni seguenti. Lo trovarono tre giorni dopo, sotto cinque metri di neve, cento metri a valle rispetto al sentiero.

Si sa che i ricordi a volte pesano come macigni e Valerio Montesel confessa che quell'episodio ha segnato la sua memoria. Anni fa, attraverso la rubrica "Alpino chiama alpino" del giornale nazionale dell'ANA, ha inoltrato un appello agli amici coinvolti in quella tragica vicenda. Hanno risposto tutti, e così è stato concordato un incontro cui ha partecipato anche il comandante che guidava la Compagnia, l'allora Cap. Donda.
Da allora Valerio e gli ex della 115 si recano ogni anno a Malga Losa a ricordare con un fiore ed una preghiera Graziano Morgavi.

Le Penne Nere dei Gruppi di Ovaro e Delegnano hanno voluto ricordare con un cippo la figura di questo alpino venuto dalla lontana provincia di Alessandria a finire i suoi giorni sui loro monti. Non è stato facile per gli amici della 115 ricordare quel giorno maledetto. La notte precedente Malga Losa era stata coperta da una fitta nevicata e rumori strani, provenienti da direzioni imprecisate, funestavano l'aria. Un malgaro del luogo aveva raccomandato agli alpini di stare attenti perché la neve "cantava" e, se non bastasse, un bastardino che accompagnava sempre quelli della 155, ed era diventato la mascotte della Compagnia, quella mattina si rifiutava di partire ...

A distanza di tanti anni nella memoria di Valerio Montesel e dei suoi amici il ricordo di quella marcia si è mescolato con le marce del dopo naia, percorse da ciascuno per suo conto, rincorrendo qualcosa di più imprevedibile di una meta segnata su una carta militare, con la tristezza che, per Graziano Morgavi, di marce non ve ne furono altre.

A Malga Losa per onorare la memoria di uno sfortunato amico di naja portato via dalla valanga tanti anni fa. Perché un amico è amico per sempre.