GRUPPO COLLALBRIGO |
Dicembre 1995 |
C'è un posto nel Veneto, a un tiro di
schioppo dall'autostrada, dove è possibile fare un salto nel passato; e gli
unici rumori che si sentono sono l'eco della gente al lavoro dei campi e il
cinguettio degli uccelli.
Questo posto è Collalbrigo che con i suoi 400
abitanti è la frazione più piccola del coneglianese.
Inutile cercare
occasioni diverse dalle passeggiate, dalla contemplazione della natura e la
buona cucina di Renato: a Collalbrigo, 464 metri d'altitudine, i locali
pubblici sono un bar con trattoria conosciuta al di fuori dei piccoli confini
dell'abitato soprattutto per un piatto: la grigliata.
Per il resto, questo
microcosmo collinare, è un'isola di verde, acqua e boschi che pare
dimenticata, tanto è diverso dalla pianura coneglianese brulicante di case e
di fabbriche, che si stende poco distante.
Ciò che ha del miracoloso è il
fatto che arrivare a Collalbrigo non è poi tanto difficile: basta lasciare
alle spalle l'abitato e, fatta qualche curva, da dietro una quinta di vitigni
e faggeti si profila l'Arcipretale con il suo campanile e le poche case che la
attorniano.
Qui ha sede il Gruppo Alpini Collalbrigo, con i suoi 167 soci, a
cui fa capo Paolo Da Ruos attorniato da una schiera di validi collaboratori.
E'
qui che l'8 e 9 luglio il Gruppo ha voluto festeggiare i suoi 60 anni di
costituzione.
Certo che festeggiare 60 anni di vita associativa non è certo
cosa da poco, è un retaggio di storia e di tradizioni da rivivere in modo
adeguato, non futile e passeggero.
Il 60° suggerisce queste riflessioni ed
è su questa base che al direttivo è nata l'idea di dare il via ai
festeggiamenti con una rassegna corale.
Purtroppo Collalbrigo non dispone
d'una sala capiente e tantomeno di un teatro, ha così approfittato della
disponibilità e comprensione del suo parroco che ha messo a loro disposizione
l'arcipretale, recependo che nulla v'era di dissacrante in una rassegna di
cori.
Diretto dalla signorina Sabrina Carraro si è esibito, dinnanzi ad un
pubblico che gremiva la chiesa, il Coro Col di Lana.
Superbe le esecuzioni
dei canti da parte dei coristi e scroscianti e calorosi applausi da parte
delle persone presenti, fra cui il vice presidente G.B. Bozzoli e il generale
Giovannini, presidente la Sezione di Vittorio Veneto.
Domenica 9 la
manifestazione pubblica ed ufficiale del 60° che vedeva anche
l'ufficializzazione della nuova Madrina nella veste della signora Albertina
Casagrande ved. Mason, moglie
dell'indimenticato capogruppo Nino.
Già alle prime ore della giornata sono
affluiti numerosi alpini provenienti dai Gruppi della Sezione a cui si sono
aggiunte le Associazioni d'Arma e combattentistiche.
Tra le varie autorità,
oltre ai vice presidenti Geronazzo e Stefani, abbiamo notato il generale
Franco Bellinazzi e signora, il capogruppo di Vittorio città, Mario Louvier,
e Mario Vendramelli del Comitato Bosco Penne Mozze, nonché uno dei fondatori
la nostra sezione l'avv. Travaini
cav. Francesco.
Tutto pronto e
all'ora stabilita il corteo si è snodato dalle scuole elementari preceduto
dalla Fanfara alpina per portarsi nel sagrato dell'arcipretale.
Qui l'alzabandiera e la deposizione della corona d'alloro alla lapide
dei Caduti. La chiesa ci ha
accolti per la S. Messa, all'omelia l'officiante prendendo spunto dal Vangelo
ha evidenziato con appropriate parole l'opera di solidarietà della nostra
associazione soffermandosi sul significato della Corona che, in tutte le
nostre cerimonie andiamo a deporre nel ricordo dei Caduti.
«E’ una cosa
che siamo abituati dalla tradizione e dalla pietà cristiano - prosegue don
Antonio - quella di deporre sulle tombe dei nostri cari, ed è sempre un atto
di memoria, di pietà, di gentilezza del cuore.
Soprattutto quando ho
l'occasione, e questo tante volte durante la settimana, di leggere i nomi
sulla lapide posta all'entrata della chiesa, mi vengono in mente le gesta di
tutti coloro che per un impegno morale, un impegno sociale ed un impegno di
Patria, hanno sacrificato la loro vita.
Allora quando noi deponiamo questa
corona di fiori ricordiamo tutta quella storia insanguinata dei popoli, delle
popolazioni, una storia triste di questi giorni e ci auguriamo nel profondo
del nostro cuore che queste cose non avvengano più; lo diciamo tutti, lo
diciamo sempre, lo dicono i Grandi, quelli che sono messi a capo del popolo;
lo dice la povera gente, gente comune.
Abbiamo sentito tante volte le madri,
le spose, gli uomini e perfino i bambini; tutti vogliono eliminare queste
cattiverie.
Allora nel deporre una corona di fiori sui nomi dei nostri
amici, dei nostri cari, dei nostri parenti, vogliamo ricordare il loro
sacrificio auspicando che queste cose tristi non abbiano più a venire.
Celebriamo
ora l'Eucarestia che è segno di vita, segno di pace e che è manifestazione
dell'amore di Dio verso gli uomini».
Al termine della S. Messa, e prima di
leggere la motivata preghiera dell'Alpino, viene invitato il capogruppo Paolo
Da Ruos ad accompagnare la sig.ra Albertina Casagrande per la sua
ufficializzazione a Madrina del Gruppo Collalbrigo.
Con questa semplice
cerimonia, e come richiede lo spirito alpino, il Capogruppo ha presentato agli
alpini, e non, la nuova Madrina che va a succedere alla sig.ra Maria
Furlanetto Travaini, deceduta alcuni anni addietro.
Una nomina questa che
equivale ad una chiara dimostrazione di gratitudine e grande amicizia nei
confronti dell'indimenticabile cav. Nino
Mason che per 20 anni aveva ricoperto l'incarico di capogruppo e quello di
consigliere della nostra Sezione.
Sono seguiti, se così si può dire, i
discorsi.
Il Capogruppo si rivolge alla Madrina ringraziandola per aver
accettato questo incarico; un incarico un po' pesante ma è certo che, con
l'amore che la distingue, lo assolverà degnamente.
Rivolge un caloroso
ringraziamento all'assessore comunale, in rappresentanza dell'Amministrazione
comunale, e al vice presidente Nino Geronazzo in rappresentanza della Sezione.
Un grazie a tutti gli alpini intervenuti ed in special modo al vecchio
alpino cav. Travaini, marito della nostra Madrina da qualche anno
scomparsa.
Un grazie ai capigruppo che, molto numerosi, sono venuti a
Collalbrigo per unirsi alle penne nere locali nonostante l'incertezza del
tempo facesse prevedere una scarsa affluenza.
Un grazie anche agli alfieri
che rappresentano la quasi totalità dei gruppi sezionali; ed un grazie alle
rappresentanze d'Arma che fanno degna corona alla loro semplice manifestazione
del 60'.
Termina chiedendo scusa se nell'elencare quanti intervenuti si
fosse dimenticato di qualcuno; se ciò fosse li serba tutti nel cuore.
Non
gli riesce di continuare quanto aveva in mente di dire dato che, come a
Solighetto, il frastuono del suono della campane non lo lascia proseguire.
Il
vice presidente Geronazzo rassicura i presenti che sarà breve non essendo
questa una giornata o il momento di fare orazioni.
Porta il saluto del
Presidente, che data l'indisposizione non è tra noi, e del collega Nicola
Stefani, altro vice presidente presente a questa cerimonia; e quello della
totalità delle penne nere sezionali che qui è rappresentata dalla totalità
dei 30 gruppi della Sezione.
Un saluto particolare gli è stato chiesto di
portarlo alla figura più emblematica della nostra Sezione, quello del nostro
presidente onorario Giacomo Vallomy, che tutti abbiamo nel cuore e che per
tanti anni ha retto le fila della nostra Sezione.
Ricorda ai convenuti che
alla sua sinistra, a festeggiare questo 60°, c'è il marito di quella che
allora fu la Madrina del Gruppo, sig.ra Maria Furlanetto Travaini; Madrina che
oggi ci guarda dall'alto, il nostro caro cav.
Francesco Travaini, uno dei fondatori della Sezione.
E come non
applaudire con tutto l'affetto, non solo di tutti gli alpini di Collalbrigo,
ma della Sezione di Conegliano, la consorte di un caro amico di tutta la
nostra Sezione, di Nino Mason che rimane nel cuore di tutti noi.
«Se porta
avanti lo spirito di Nino, signora - continua Geronazzo - la ringraziamo di
cuore per aver accettato un incarico che non è semplice, sarà qualche volta
pesante, ma sono certo che porterà avanti con tanto affetto verso questi
alpini che, qualche volta saranno invadenti, però lo fanno con animo buono e
con tanto calore.
Con questo, amici alpini di Collalbrigo, dico che avete il
piacere oggi di festeggiare 60 anni di vita alpina in concomitanza con i 70
anni della Sezione; questo è un anno molto, molto importante, vivo e carico
di avvenimenti che non si sono ancora conclusi.
Si concluderanno a novembre nella speranza di poter consegnare alla
città il Monumento ai Caduti completamente restaurato e con il raduno di
Mestre.
Sarà questa una domenica che ci ritroverà numerosissimi, se non
nella stragrande maggioranza, partecipi di un doveroso omaggio alla Madonna
del Don.
Noi alpini di Conegliano, nel 70° di fondazione andremo a donare
l'olio per la Madonnina del Don.
Quindi, con la cerimonia del 4 novembre, si
concluderà la parte più formale del 70°.
Complimenti ancora al Gruppo
Collalbrigo che è tra i gruppi uno dei più attivi.
Siete in una terra di entusiasmo, in una terra stupenda, non sta a me
dirlo, ma è giusto dirlo guardando dall'alto di queste colline la nostra
pianura.
E' una bellissima terra, e noi alpini dovremo cercare di dare
sempre degli esempi sani, cercando di portare avanti lo spirito di sincera
alpinità, ovvero quello che è l'intendimento della nostra Sezione.
Buona
giornata a tutti, viva gli alpini di Collalbrigo, viva gli Alpini d'Italia».
Prende
la parola infine il prof. De Carli, assessore comunale, che porta a tutti il
saluto dell'Amministrazione e del sig. sindaco, che, impedito, ha dato a lui
l'incarico di rappresentarlo a portare il saluto di tutta la cittadinanza.
Nella
sua lunga storia l'Ass. Alpini ha sempre suscitato fedeltà commoventi, vere e
proprie tradizioni di famiglia: senso dell'amicizia, dell'altruismo, della
solidarietà.
Seguendo le orme di quanto fatto dalla nostra sezione, la cui
eco ad un mese di distanza non s'è ancora spenta, il gruppo, nel suo piccolo,
ha voluto ricordare il 60' della sua costituzione consegnando a 17 soci,
anziani benemeriti, una targa di riconoscimento, anche per ricordare a tutti
che nel cuore di ogni alpini c'è tanto amore, tanto spirito di sacrificio,
tanta solidarietà.
Onde evitare ipotetiche classifiche di merito la
consegna è stata fatta in ordine alfabetico a: Camillo Andreetta, Lino Bazzo,
Mario Bortot, Carlo Casagrande, Giusto Ceschin, Giobatta Corrocher, Giovanni
Dal Bo, Luigino Da Lozzo, Mario Da Lozzo, Antonio Foltran, Paolo Gallon,
Teofilo Gallon, Rino Piai, Gino Possamai, Giovanni Possamai, Giovanni Pradal e
Ilario Soldan.
Steno Bellotto