GRUPPO CORBANESE


Dicembre 1968

Il raduno a Corbanese

In occasione del 50° della Vittoria, e ricorrendo il primo anniversario della costituzione del Gruppo, gli alpini di Corbanese di Tarzo hanno realizzato domenica 10 novembre una riuscita manifestazione alla quale hanno partecipato numerose autorità e rappresentanze e un migliaio di alpini.
Oltre al vessillo della Sezione di Vittorio Veneto con i gagliardetti dei Gruppi di Cordignano, Tarzo, Montaner, Fregona, Sarmede-Rugolo, Lago, Colle Umberto, Revine, era presente una larga rappresentanza della sezione di Belluno tra cui quella di Ponte nelle Alpi intervenuta col gagliardetto; della nostra Sezione: il vessillo, e i gagliardetti del Gruppo-città, di Ogliano, Colfosco di Susegana,  S. Fior, Godega-Bibano, Collalbrigo, Refrontolo, Pianzano, Pieve di Soligo, S. Lucia di Piave, Falzè di Piave, e quello del Gruppo organizzatore di Corbanese.
Tra le autorità intervenute, il vice sindaco di Tarzo Giancarlo Pradal con il segretario comunale Leopoldo Martini, la madrina del gagliardetto Lili Maset ved. Luca, il magg. Italo Beltramba comandante la Sezione staccata di artiglieria di Conegliano, il ten. Vincenzo Laino comandante la Tenenza di Finanza, il comandante della Stazione carabinieri di Cison di Valmarino, il presidente della Sezione Ana di Vittorio Veneto dott. Giulio Salvadoretti con il segretario sezionale Battivelli, il medico condotto dott. Giorgio Modolo. Del consiglio direttivo sezionale sono intervenuti il presidente comm. enot. Guido Curto, il vice presidente comm. avv. Francesco Travaini, e i consiglieri cav. uff. prof. Giacomo Vallomy, ten. col. cav. Alberto Piasenti, doti. Ariberto Messina, Giacomo Soravia, Adriano Moretti.
Dopo il rito religioso celebrato dal cappellano alpino don Paolo Bolzan, il quale ha pure rivolto ai presenti un appropriato discorso, il ten. col. Piasenti ha tenuto la commemorazione ufficiale.
Dopo aver ricordato la costruttiva attività del Gruppo di Corbanese, guidato dal solerte Virginio Trentin e che è giunto a superare largamente i cento soci, l’oratore ha affermato che il Cinquantenario della Vittoria ritrova negli alpini il medesimo amore per la Patria, l’inalterato ricordo dei Caduti, l’attaccamento al Corpo e alle tradizioni, e la riprova che così continuerà ad essere è data dal desiderio di tanti giovani di leva che aspirano a far parte delle specialità alpine. Ciò avviene perchè i giovani hanno capito - dall’esempio dei padri e dei fratelli maggiori, e dalla spontaneità delle nostre manifestazioni - che l’appartenenza alle Penne nere significa lealtà di amicizie, comprensione e affiatamento, vita rude ma indimenticabile, fraternità incancellabile ed idealità profondamente patriottiche.
Il ten. col. Piasenti ha poi rilevato come le manifestazioni per il Cinquantenario - che hanno anche troppo impegnato le autorità, la televisione e la stampa - siano state in certo senso eccessive se si ricorda la scarsità di zelo dimostrata nei precedenti anni e la certezza che esse riprenderanno ad essere inadeguate negli anni futuri.
Come commemoriamo degnamente oggi i Caduti, i combattenti e la loro Vittoria - ha continuato l’oratore - altrettanto era da farsi ieri ed ugualmente è da fare in avvenire. Noi continueremo, come in passato, come in questo anno cinquantenario, perché gli eroismi e i sacrifici non debbono venire ricordati solo nella pur significativa ricorrenza dei cinquant’anni: essi non invecchiano per la Patria.
Ed uguale riconoscimento deve venire dato ai combattenti del più recente conflitto del 1940-45, dimenticati quasi totalmente dalle manifestazioni di quest’anno quando sarebbe stato opportuno accennare che in molti casi essi furono gli stessi combattenti della prima guerra mondiale, o che furono i loro figli: animati, gli uni e gli altri, dal medesimo senso del dovere e del sacrificio.
L’applaudito discorso del ten. col. Piasenti ha concluso il programma di questa bella adunata che il Capogruppo Trentin e i suoi collaboratori hanno saputo organizzare assai bene.
Nel pomeriggio, favorito dalla splendida giornata (capitata giusta dopo il maltempo dei giorni precedenti), è proseguito il programma meno ufficiale ma altrettanto bene riuscito: musica della fanfara sezionale, canti, polenta coi figadéi, brisiole ai ferri e una conclusiva «castagnata» a tarda sera.