GRUPPO MARENO |
Giugno 1983 |
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Il capogruppo Francesco Salvador e i suoi collaboratori, il 15 - 16 e 17 aprile, per la ricorrenza del 25° di
fondazione, hanno messo a fuoco un programma talmente vasto (fin troppo per tali manifestazioni alpine), da impegnare e
coinvolgere non soltanto gli alpini ma anche tutta la comunità marenese; la parte più significativa si è svolta domenica
17 aprile con l’incontro delle penne nere della sezione e rappresentanze di altre associazioni, con le autorità e la
popolazione.
La sezione era rappresentata dal presidente cav. uff. prof. Giacomo Vallomy, dai vice presidenti enot. Luigi Basso e
cav. Renato Brunello, dal segretario Steno Bellotto, alcuni consiglieri, e numerosi alpini: gradita la presenza del gen.
Desiderio Ebene e del sindaco, pure alpino, cav. uff. Benedetto Bottecchia.
Con il Vessillo della sezione c’erano i gagliardetti dei gruppi di Conegliano-città, Bibano-Godega, Collalbrigo,
Colfosco, Collalto, Corbanese, Falzè di Piave, Fontigo, Gaiarine, Mareno di Piave, Ogliano, Orsago, Pieve di Soligo,
Parè di Conegliano, Refrontolo, S. Lucia di Piave, San Fior, Solighetto e Vazzola, nonché del gruppo di Salgareda della
sezione di Treviso. Infine le rappresentanze delle Associazioni: Combattenti e Reduci, ex internati, del Fante,
Artiglieri, e Bersaglieri della sezione di Mareno, così pure del Nucleo A.N.P.d.I. della sezione di Conegliano e il
Gonfalone del Comune di Mareno.
Preceduti dalla valente banda musicale di Mareno diretta dal maestro prof. Guerrino Gobbo, i partecipanti sono giunti in
corteo al Monumento ai Caduti di tutte le guerre per deporre una corona di alloro, e successivamente alla chiesa
parrocchiale per assistere alla S. Messa celebrata dall’alpino prof. don Domenico Franco. Durante l’omelia don Domenico
ha voluto elogiare gli alpini, perchè in ogni loro manifestazione danno inizio al programma con la celebrazione del
Divino Sacrificio, in memoria ed in suffragio delle Penne Mozze e dei caduti di tutte le guerre, che in umiltà, nei vari
fronti dove il dovere li mandò, hanno donato alla Patria la loro gioventù. Ha continuato affermando che in tali
circostanze viene accolto il sempre grande messaggio che l'Associazione Nazionale Alpini sa donare alle nuove
generazioni, e cioè che l’A.N.A. è una associazione di uomini che sotto la « naja » hanno acquisito sentimenti validi,
traslati e nutriti nella vita civile: la fratellanza, la generosa disponibilità e il piacere di stare insieme; ad unire
gli alpini sono soprattutto i valori morali, i valori patriottici, i valori umani. Tra gli alpini, sembra che il mondo
ritorni ad essere fatto su misura d’uomo. Quando «Uno» soffre ci sono mille mani di alpini che si tendono senza chiedere
compenso, se non la gioia dell’amicizia.
Ecco perchè, concluse, l’Associazione Nazionale Alpini ha la continuità assicurata: le parole volano, ma gli esempi
trascinano. I giovani accolgano il messaggio e ne facciano tesoro, così non sarebbero necessarie le leggi speciali, e i
carceri di massima sicurezza.
Un saluto è stato rivolto agli alpini anche dall’ex cappellano militare don Lorenzo De Nardi, il quale ha tra l’altro
detto che come è fiero di portare la veste nera, così lo è della sua penna nera. E che durante la guerra, con la sua
presenza quale sacerdote tra gli alpini, ha potuto essere il confidente, l’amico, il padre, la madre e la famiglia: che
in quel tremendi, drammatici anni - e solo chi li ha vissuti li può capire - ha raccolto angosce, lamenti e paure, ma
soprattutto la virtù, il coraggio e il valore delle penne nere, asciugando lacrime e sangue.
Un coro di ragazze, durante il rito religioso, ha eseguito con bravura alcuni brani religiosi e patriottici.
Il corteo si è poi ricostituito per raggiungere il cippo di roccia, su cui posa la Madonna degli Alpini, e sul quale la
Madrina signora Liliana Verri ha deposto un mazzo di fiori. Successivamente è avvenuto lo scoprimento e la benedizione
di una targa su cui sono incisi i nomi dei soci deceduti dall’anno di fondazione: il dott. Remigio Verri fondatore del
gruppo, e i soci Costante Basei, Giovanni Breda, Giordano Casagrande, Arrigo Ceschin, Eugenio Dal Borgo, Antonio Dalla
Libera, Enrico Dal Pio Longo, Natale Dario, Fedele De Felip, Domenico Doimo, Giuseppe Feltrin, Rino Foltran, Antonio
Lorenzetto, Rinaldo Luciani, Guerrino Milanese, Bortolo Moras, Vittorio Moschetta, Giovanni Polese, Luigi Polo, Antonio
Prizzon, Vittorio Salvador, Francesco Secolo, Gino Tocchet, Maurizio Tonon, Domenico Zanella, Fortunato Zanella, Eugenio
Zanette e Mirco Zanin; così pure la benedizione di cinque bandiere tricolori di rappresentanza, che sono state donate
alle cinque scuole elementari di Mareno e consegnate ad altrettanti bambini di Mareno-capoluogo, S. Maria di Piave,
Ramera, Campagnola e Soffrata, dono fatto dal gruppo alpini, e delle associazioni Combattenti e Reduci, ex Internati,
Artiglieri e Bersaglieri di Mareno di Piave.
Annunciati dal «cerimoniere sezionale» cav. Mario Maset hanno parlato il capogruppo Francesco Salvador che ha
ringraziato gli intervenuti ed ha auspicato che tutti gli alpini in congedo facciano parte della nostra grande famiglia,
il sindaco che ha portato il saluto dell’Amministrazione Comunale ed espresso l’augurio che l’attuale clima di violenza
e di sopraffazione venga a cessare per consentire la ricostruzione degli animi in concorde unità di intenti. Infine il
prof. Vallomy, presidente della sezione, ha tenuto il discorso ufficiale improntato alla condanna della violenza,
rilevando quanto si evidenzi dannosa l’attuale carenza ed incoerenza dei poteri politici, i quali sembrano eludere il
dovere di garantire ai cittadini onesti la occorrente tranquillità di lavoro, dedizione al lavoro che costituisce
indispensabile aggiuntivo e faticato apporto al progresso nazionale, e la cui sollecitudine deriva anche da molti
sacrifici che le due generazioni hanno affrontato in guerra, affinché l’Italia fosse rispettata nei consesso delle
nazioni.
E’ giunta intanto l’ora di pranzo ottimamente servito e durante il quale il gen. Ebene a nome del gruppo di Mareno, ha
consegnato al cav. Mario Maset una targa ricordo, in segno di riconoscenza per la sua costante disponibilità e
generosità, quale addetto ai rapporti con i gruppi della sezione.
La manifestazione si è conclusa con il concerto musicale del corpo bandistico di Mareno di Piave.
R. Brunello