GRUPPO MARENO |
![]() Giugno 2014 |
Alle 8 del mattino una nostra numerosissima rappresentanza, alla quale si sono unite quelle delle altre associazioni
d'arma, ha accompagnato il sindaco e l'amministrazione comunale a depositare le corone di alloro presso tutti i
monumenti ai caduti delle frazioni del comune. Alle 9 in forma più privata ci siamo raccolti presso il nostro cippo per
ricordare tutti gli alpini caduti in armi e non. Alle ore 10 a Mareno sempre assieme alle rappresentanze delle altre
associazioni d'arma e alle autorità comunali ci siamo schierati di fronte al monumento sito a fianco della piazzale
parrocchiale, dove alla presenza della numerosa cittadinanza accorsa nonostante il tempo inclemente, il sindaco ha
deposto una corona. Dopo un momento di raccoglimento, siamo entrati sfilando in chiesa per la funzione religiosa, al
termine della quale sempre in sfilata il corteo si e spostato nella sala parrocchiale Papa Luciani. Qui si è svolta una
toccante cerimonia, dopo il discorso del sindaco e del presidente della sezione bersaglieri di Vittorio Veneto, severo
monito alle nuove generazioni contro gli orrori della guerra, viene infatti riconsegnata alle due figlie la piastrina
appartenuta a loro padre Giovanni Piacentin, un bersagliere marenese disperso in Russia, il 19 dicembre 1942.
Hanno aspettato oltre 70 anni e ora finalmente Maria Luisa e Giovanna potranno dare un volto al loro padre, quel papà
partito giovanissimo per la guerra, quando una di loro era troppo piccola per ricordare il suo volto e l’altra non era
ancora nata. A ritrovare quella piastrina è stato Antonio Respighi, alpino della Sezione di Milano, che l’ha ricevuta
insieme a quella di tanti altri soldati italiani durante una visita a Miciurinsk, a sud est di Mosca, da un abitante del
posto che le aveva raccolte lì in quella regione dove sono morti 4.178 italiani e le ha consegnate a lui con la promessa
che le avrebbe restituite ai familiari dei caduti. Dopo due anni di ricerche Respighi è riuscito a identificare a dare
un nome a quel numero impresso sul metallo e ha contattato il sindaco di Mareno Gianpietro Cattai perché lo aiutasse a
riconsegnare la piastrina ai familiari di Giovanni Piacentin, nato a Mareno il 27 novembre del 1921.
Al termine della cerimonia ho voluto porgere un saluto alle sorelle Piacentin ringraziandole, per il sacrificio pagato
della loro famiglia alla patria, a nome del gruppo alpini di Mareno e della sezione di Conegliano, loro con le lacrime
agli occhi mi hanno gettato le braccia al collo, ringraziandomi e ringraziando gli alpini, visto che proprio un alpino
ha ritrovato quella piastrina, che è tutto quel che rimane del loro papà, strappato al loro affetto dalla guerra.
Alpini e bersaglieri assieme hanno combattuto, versato lacrime e sangue in terra di Russia, come fratelli e anche oggi
come fratelli e come figli di questa nostra patria siamo qui insieme per dire “bentornato Giovanni, bentornato a casa”.
In quell'immensa distesa di neve, ove l'uomo si trova solo dinanzi a se stesso, il 3° e il 6° reggimento bersaglieri
scrisse pagine memorabili di eroismo durante la campagna di Russia.
Il 3° reggimento ha l'ordine di resistere e di immolarsi a Meskoff e a Cerkowo per far si che i reparti italiani e
alleati abbandonino la linea e si salvino.
Anche il 6° ha gli stessi ordini. E gli ordini si obbediscono. Ben 40 chilometri di fronte sono difesi strenuamente dai
figli del Veneto e dagli eredi di Lamarmora. Fino all'estremo anche con le poche armi rimaste a disposizione
resisteranno. Se è vero che la campagna di Russia è stata una immane tragedia è vero che i degni figli di Lamarmora non
sono stati meno di coloro che hanno scritto pagine fulgide di gloria nella storia della nazione.
Le steppe della Russia levano ancor oggi un alto monito di rispetto ai fanti piumati che del loro calvario fecero una
leggenda che ancor oggi noi onoriamo.
Simone Algeo