GRUPPO MARENO |
Luglio 2023 |
Ai primi di novembre del 1917, durante la ritirata di Caporetto, le nostre
truppe dovettero ripiegare sulla destra del Piave per arginare l’avanzata del
nemico, che fu fatale anche a molte Penne nere trevigiane, per poi riordinarsi
ed affrontarlo.
Le compagnie comandate dai capitani Arnaldo Botteri di Parma e Luigi Polacco di
Mareno di Piave giunsero a Soffratta e prima di attraversare il Piave, stremati
e affamati, decisero di sostare e rifocillarsi un po’.
Constatata la naturale posizione logistica favorevole, in quanto esistevano
arbusti alti e lunghe file di piante di acacia, sufficienti a riparare uomini,
animali ed armi e con la possibilità di non essere avvistati dagli aeroplani
nemici, non esitarono a fermarsi. Le truppe ripararono all’esterno, mentre gli
ufficiali si riunirono nell’abitazione, poco distante del capitano Polacco.
Certamente sono state ore di ansia e tremenda paura per l’incalzare del
nemico.
Prima di intraprendere il cammino ed attraversare il Piave, i coraggiosi
ufficiali vollero assistere alla S. Messa celebrata davanti ad una immagine di
S. Antonio, che la pia fede degli abitanti aveva posto su di un albero.
Durante il Divino Sacrificio Botteri e Polacco pregarono il Santo taumaturgo
affinché fosse loro concessa la grazia di uscirne sani e salvi da quella immane
tragedia, promettendo fermamente, con voto, una più degna dimora di
quell’immagine con la costruzione di un capitello.
Fanti e alpini combatterono con leggendario coraggio, sacrificandosi a migliaia;
i nostri due ufficiali Botteri e Polacco ebbero prodigiosamente salva la vita.
Il voto fatto dagli ufficiali alpini fu sciolto nell’agosto del 1922, con la costruzione del sacello: fu un atto di fede che fa onore ai leali e coraggiosi ufficiali.
A quei tempi Girolamo Campo dall’Orto, dal quale abbiamo raccolte alcune notizie e che forse più di ogni altro ha vissuto da vicino e sino dalle origini di questa storia, abitava nelle vicinanze dell’avvenimento, e a soli 5 anni (infatti egli è nato nel 1917) si prese l’incombenza di curare il capitello, fino a quando - dopo una decina d’anni - si trasferì altrove.
Nel 1983 l’attestato di fede, dopo molti anni, durante i quali un altro conflitto mondiale ci coinvolse e per motivi particolari sopravvenuti, venne a trovarsi in una situazione di grande abbandono: trascurato, insudiciato ed addirittura divenuto discarica di rifiuti. Ma ecco che la coscienza retta, il cruccio di un tale abbandono, mossero gli animi dei cittadini di Soffratta. Partì allora l’iniziativa per un rifacimento ed abbellimento del Capitello. Girolamo Campo dall’Orto, gli Alpini del Gruppo Mareno e molti altri, specialmente coloro che portano il nome del Santo, presero l’iniziativa e con un generoso contributo, sotto varie forme, realizzarono ciò che era giusto e doveroso, anche in memoria degli ideatori ufficiali alpini Botteri e Polacco. E a proposito di quegli ufficiali possiamo dire che sono stati dei grandi e valorosi soldati.
Mentre non siamo in grado di sapere i riconoscimenti del capitano Botteri di Parma, conosciamo invece quanto è stato scritto dal capitano Luigi Casimiro Polacco su «Penne Nere trevigiane » dall’allora direttore del nostro giornale prof. Mario Altarui: «Promosso maresciallo capo al merito di guerra per le azioni condotte alla guida del suo plotone nel maggio del 1913 in Cirenaica (sottotenente con anzianità 31 dicembre 1914) si distinse più volte sulla contesa posizione del Monte Pal Piccolo dove meritò la medaglia di bronzo il 14 giugno 1915, un encomio solenne il 30 luglio dello stesso anno (commutato in croce al valore militare), ed altra medaglia di bronzo nei giorni 26 e 27 marzo 1916. Un encomio gli venne conferito per il valoroso contegno a Cima Pal Grande il 27 giugno 1916. Fu successivamente in Albania fino al 1920 - venne collocato a riposo nel 1940 col grado di tenente colonnello; tra le altre sue decorazioni, vanno ricordate due croci di guerra al merito, la croce d’oro per anzianità di servizio (1924) quella con Corona Reale (1938), le insegne di Cavaliere (1933) e di Cavaliere Ufficiale alla cessazione del servizio».
Concludendo vogliamo ricordare che il 13 giugno 1983 si svolse a Soffratta,
di fronte al Capitello, una suggestiva cerimonia con la celebrazione della S.
Messa e la rievocazione dei fatti che hanno coinvolto gli ufficiali protagonisti
e la popolazione. Presenti gli alpini di Mareno di Piave con il gagliardetto, ed
altre rappresentanze con bandiere.
Giorni nostri, a distanza di quarant’anni gli Alpini di Mareno con rinnovato
impegno compiono un nuovo importante restauro, per onorare con quest’opera i
valorosi concittadini che combatterono per la libertà della Patria.
Un particolare grazie ai capocantieri Ivan Betto e Loris Minuzzo e a tutti i
loro collaboratori.
Simone Algeo
Capitello di Sofratta, foto storica