GRUPPO OGLIANO |
Giugno 1995 |
di Renato Brunello
Sono trascorsi molti anni da quando Ogliano e Scomigo, attraenti paeselli,
estesi tra le ridenti colline di Conegliano, ospitarono un cosi numeroso
stuolo di penne nere, come in questa circostanza.
E le motivazioni c'erano e le coincidenze anche.
Non a caso il più vecchio Gruppo della Sezione coneglianese ha scelto tali
date per festeggiare i suoi sessantotto anni di vita.
Infatti il Gruppo, che da tempo stava lavorando per ristrutturare il
monumento dedicato ai propri Caduti in guerra e la propria sede, ha accelerato
i tempi delle sue opere per inserire le celebrazioni in un contesto
programmatico che vede la Sezione celebrare il 70° di Fondazione e ricordare
il 50° della tragica morte del suo prestigioso Alpino il capitano medaglia
d'oro Pietro Maset - detto il “Maso” - comandante della Brigata partigiana
“Osoppo”, avvenuta pochi giorni prima della Liberazione d'Italia, presso
la “Malga Sauc” di Piancavallo.
Sono state due giornate intense, all'insegna dello spirito alpino che unisce
uomini dagli stessi ideali, protesi in opere socio-umanitarie.
Sabato 1° aprile alle ore 16.30 (non è stato un pesce d'aprile) il
presidente nazionale dott. Leonardo Caprioli, accompagnato dal vice vicario
geom. Lino Chies, dal presidente sezionale enot. Luigi Basso, dal capogruppo
Ugo Frassinelli e da altri dirigenti, ha inaugurato la mostra dei lavori degli
alunni della scuola elementare di Scomigo, sul tema suggerito dalle lettere di
Pietro Maset inviate alla sua fidanzata Caterina, ora ottantenne, e da lei
gelosamente custodite.
Successivamente è stato deposto un mazzo di fiori sulle tombe di Pietro
Maset, medaglia d'oro (Scomigo); di Luigi Chies, medaglia di bronzo
(capogruppo fondatore, che resse il gruppo dal 1927 al 1979); Stefano Masut,
croce di guerra, (capogruppo dal 1979 al 1982); e il socio benemerito Giuseppe
Grosso (colui che donò al gruppo una porzione di casa per la costruzione
della sede alpina).
Erano presenti oltre a Nardo Caprioli, Lino Chies e Luigi Basso, il
presidente dell'ASPEM dott. Lorenzo Daniele, il presidente della sezione di
Vittorio Veneto gen. Carlo Giovannini, il presidente onorario della sezione
prof. Giacomo Vallomy, i veterani avv. Francesco Travaini e il comm. Giovani
Daccò.
E' seguito un incontro conviviale dei capigruppo e dello staff dirigenziale
della sezione con il presidente nazionale dott. Caprioli.
E' stato un cordiale e simpatico simposio, durante il quale Caprioli ha
rivolto ai presenti il saluto ed espresso l'augurio di una buona riuscita
delle celebrazioni.
“Sono imbarazzato e stupito - egli ha esordito - per la calda ed
affettuosa accoglienza riservatami... non so più che cosa dire.
Di solito quanto sono con i miei alpini - ha proseguito - prendo l'occasione
per tirare una stoccatina a qualcuno. Adesso con la “par condicio” mi
trovo imbarazzato, perché se parlo male di Tizio, protestano Caio e
Sempronio, se parlo di Caio e Sempronio protesta Tizio. Non so più che pesci
pigliare. Mi rendo conto stando in mezzo a voi, che forse siamo noi l’unica
espressione della “par condicio” - che è una cosa stranissima, e penso
che anche voi seguiate i programmi televisivi dove ogni tanto c’è qualcuno
che spara bordate spaventose contro quelli che non vorrebbero la “par
condicio”, ma approfitta della sua posizione per dire di tutti i colori a
carico degli altri, allora che “par condicio” è? Siamo noi alpini il
migliore esempio, come quando vi ho chiesto di andare in Russia a costruire
l'asilo a Rossosch. Non ho chiesto a voi se votavate per Bossi, o per
Buttiglione, o per D'Alema, o per Berlusconi, o chi sa per chi, vi ho detto
solo: noi alpini dobbiamo andare in Russia a fare una straordinaria opera, mi
avete risposto di “sì” tutti; e questa è la più bella cosa del mondo,
questo è quello che forse in Italia nessuno ha ancora capito.
L'ultimo meraviglioso esempio è quello di quando vi ho
chiesto di intervenire in Piemonte ad aiutare quella povera gente colpita
dall'alluvione: siete corsi tutti.
Ad Asti
andremo senza particolari problemi. Ci troveremo, ci guarderemo negli occhi e
canteremo le nostre canzoni. Pensate un po’ al grande dilemma di quelli che
non sapranno più cosa cantare. Noi viceversa canteremo le nostre canzoni, che
parlano della mamma, della nostra morosa, di quelli che sono morti in Albania,
in Grecia e sui nostri monti; che parlano dei nostri paesi, delle nostre
contrade, delle nostre meravigliose montagne; che parlano di noi e della
nostra Italia”.
Caprioli ha concluso affermando che certe scelte devono essere fatte in nome dell’Italia, e non del proprio sporco
interesse; e che dobbiamo guardare avanti con quello spirito che da sempre
animano gli alpini.
Successivamente
sono interventi il presidente onorario prof. Giacomo Vallomy e il presidente
sezionale Luigi Basso per ringraziare Caprioli di aver accettato l'invito e
dell'onore che ci ha riservato con la sua presenza.
Hanno
espresso la loro soddisfazione di come si stanno svolgendo le celebrazioni del
70° di fondazione della sezione, che vedrà il 4 giugno l’apice della
manifestazione con il giuramento del Battaglione “Belluno”, il
conferimento della cittadinanza onoraria alla Brigata “Cadore” da parte
della Città di Conegliano e il Raduno Triveneto delle Penne Nere.
Precedentemente
era stato rivolto al socio di Ogliano geom. Lino Chies , da quest’anno vice
presidente vicario nazionale, l’augurio di un buon e proficuo lavoro, come
da sempre è nel suo stile, con la certezza che l'impegno profuso lo riempirà
di soddisfazioni. Poi sono stati consegnati a lui, ai soci alpini Massimo
Colomban e Luigi De Lucca, al signor Campodall'Orto della ditta S. Giuseppe e
al Gruppo Alpini di Ogliano un attestato di benemerenza con medaglia
d'argento, per l'opera svolta a Rossosch.
Alle
ore 21 nella Chiesa parrocchiale di Ogliano si sono esibiti il Corocastel di
Conegliano diretto da Diego Tomasi e il Coro ANA di Vittorio Veneto diretto da
Stefano Da Ros; mentre i singoli brani sono stati presentati dal dott. Toni
Battistella, già direttore del Corocastel. Alla presenza di un numeroso
pubblico, i Cori sono stati interpreti magnifici di canti popolari, di vita
vissuta in guerra e in pace, di vita dura, di morte anche, di amori dolci e
malinconici; il tutto inquadrato nello scenario delle nostre contrade, delle
nostre vallate e delle nostre stupende montagne.
E'
inutile dire quanto sia stato apprezzato il compimento vocale e la scelta dei
brani.
Ad
ogni pezzo cantato dal Coro ANA di Vittorio Veneto il presidente nazionale
Caprioli ha voluto proporre una particolare intenzione in omaggio a personaggi
alpini, alla loro storia, alla loro cultura, al loro senso di
solidarietà e di abnegazione, con profonde e significative allocuzioni, molto
apprezzate, e commoventi.
La domenica successiva ci siamo puntualmente ritrovati ad Ogliano per
testimoniare con gioia e serenità i sessantotto anni di vita del Gruppo; il
quale, più che organizzare feste, si è espresso nell'ambito sezionale e
nazionale - attraverso i suoi prestigiosi soci - in meravigliose opere di
solidarietà: dall’intervento immediato a Longarone dopo la tragedia del
Vajont, alla costruzione del laboratorio guidato per i disabili de “La
Nostra Famiglia” a Mareno di Piave; in tutte quelle calamità che hanno
colpito l’Italia ed altre nazioni: vedi il terremoto in Friuli, in Irpinia;
l’alluvione in Valtellina e in Piemonte a soccorrere quella povera gente; in
Armenia ad aiutare quel popolo funestato dal terremoto, e in quella stupenda
“Operazione Sorriso"”a Rossosch in Russia.
Questo è stato ed è lo spirito degli alpini di Ogliano.
Abbiamo sfilato lungo la via principale del paese, preceduti dalla Fanfara
Alpina della Brigata “Cadore”, dai vessilli delle sezioni di Vittorio
Veneto (con il vice presidente Ennio da Rè), di Marostica (con il presidente
Luigi Menegotto), e di Conegliano (con i vice presidenti Nino Geronazzo,
Battista Bozzoli e Nicola Stefani); dai Labari di diverse associazioni
benemerite e da numerosi gagliardetti.
Presenti pure il ten. col. Vittorio De Nart (comandante del Battaglione
“Vicenza” a Codroipo), Guido Biasiol e De Angelis della Brigata
“Cadore”.
Il corteo è transitato davanti ad un piccolo palco sul quale c’erano il
presidente nazionale Nardo Caprioli, il vice Lino Chies e il sindaco di
Conegliano Flavio Silvestrin, per giungere poi alla Chiesa, nella quale è
stata celebrata la S. Messa dal nostro cappellano don Raffaele Lot, assistito
dal parroco don Gianfranco Armellin.
Significative le parole pronunciate dal celebrante durante l'omelia.
Successivamente è stata deposta al monumento ai Caduti - ristrutturato - una
corona di alloro e resi gli onori attraverso anche le note musicali della
Fanfara della Cadore.
Poi il presidente Caprioli ha rivolto poche parole ai presenti. Egli ha richiamato alla memoria
i valori della vita, il valore di quei ragazzi che la
tragedia della guerra li ha visti immolati sull'altare della Patria, costretti
ad obbedire anche a richiami assurdi ed inesplicabili, come paradossali ed
oscure sono tutte le guerre.
Si
è chiesto se il sacrificio di tutti quei giovani morti in terra, in cielo e
in mare è valso a far riflettere gli uomini, quanto immenso sia il valore
della pace, e se la loro immolazione abbia portato l'Italia e il mondo intero
in un clima di serenità e fratellanza.
Caprioli
ha concluso il suo breve discorso con un concetto metaforico.
“C’era
- egli ha detto - tanto tempo fa, una affascinante signorina,
graziosamente vestita, adornata di preziosi, con sulla testa una corona di
diademi, tutti l'ammiravano e la rispettavano. Poi avvenne che ne
approfittarono di lei, la spogliarono di tutto, la denudarono quasi
completamente. Ora la vorrebbero vestire chi di rosso, chi di nero, e chi sa
di qual'altro colore, rendendola cosi ridicola. Povera nostra Italia!
I nostri colori sono quelli della nostra bandiera. Noi le vogliamo bene, noi
alpini la rispettiamo, la vogliamo vedere sorridere, la vogliamo vedere serena
e fiduciosa dei suoi figli. Noi vogliamo ridarle il suo legittimo splendore”.
Formato nuovamente il corteo, e preceduti sempre dalla Fanfara Alpina della
Cadore, ci siamo recati presso la nuova sede per l'inaugurazione.
Il
presidente dott. Nardo Caprioli ha tagliato il nastro inaugurale assistito dal
sindaco rag. Flavio Silvestrin, dal geom. Lino Chies, dal presidente Luigi
Basso, dal capogruppo Ugo Frassinelli e dalla madrina del Gruppo Augusta Chies
figlia del fondatore Luigi Chies.
Frassinelli
si è rivolto ai presenti per un saluto e per un ringraziamento: “... non ho
la pretesa di trattenervi con un discorso, ma soltanto desidero rivolgervi un
caloroso saluto a nome mio personale e di tutto il gruppo alpini di Ogliano,
che comprende gli alpini delle comunità di Ogliano e di Scomigo”, ha detto.
Poi ha proseguito: “In occasione dell'inaugurazione della nostra sede,
realizzata grazie alla donazione del socio Giuseppe Grosso, con la
collaborazione degli alpini e con il sacrificio di tutti, è presente la
massima autorità dell'associazione nazionale alpini, il presidente dott.
Leonardo Caprioli.
Abbiamo
voluto per l'occasione ristrutturare il monumento ai nostri caduti, collocando
nello stesso anche un po’ di terra raccolta nei luoghi di battaglia
dell'ultima guerra mondiale, in Russia, e precisamente a Nikolajewka. Nessuno più del nostro
Presidente nazionale, reduce da quel fronte, è qualificato ad inaugurare
l'opera.
Grazie Presidente Caprioli! Grazie per tutto quello che hai fatto e per
quello che ancora potrai fare per la nostra meravigliosa associazione.
La tua presenza dà lustro all'avvenimento, onora il gruppo Alpini di
Ogliano, e sottolinea quale sia la tua sensibilità nei confronti di quegli
iscritti che si dedicano attivamente alle iniziative dell'ANA.
Un sentito, profondo grazie pure a quanti hanno voluto unirsi a noi in
questa splendida cerimonia... Buona giornata a tutti”. Infine il sindaco Silvestrin si è compiaciuto con le penne nere del gruppo
per la realizzazione della loro nuova sede, e per l'esemplare disponibilità
ad intervenire sollecitamente in opere umanitarie, sia nell'ambito locale che in
quello comunale, nazionale ed oltre confine.
Si
è dichiarato orgoglioso di appartenere all’ANA, sodalizio ammirato,
rispettato ed imitato da tutti, per i valori che sa conservare ed esprimere
ovunque.
Anch'egli
ha voluto manifestare la sua gratitudine e quella dell’amministrazione
comunale al presidente nazionale Caprioli, per aver onorato, con la sua
presenza, la Città di Conegliano.
Un
graditissimo “rancio” come sempre preparato dagli alpini e dalle loro
gentili signore, ha posto fine alle manifestazioni del gruppo di Ogliano.
Alle
penne nere di Ogliano un sincero grazie, per averci dato l’opportunità di
trascorre due giornate nel ricordo degli alpini che ci hanno preceduto e nella
gioiosa serenità.