GRUPPO ORSAGO |
Dicembre 1977 |
Il nostro proverbiale spirito di corpo non è completo
senza un con tatto con la realtà attuale delle truppe alpine; era questa una esigenza che il Gruppo di Orsago sentiva
già da tempo. Particolarmente interessati a questo problema si dimostravano i veci che avevano vissuto la naja alpina in
momenti ben diversi e dolorosi, come i periodi delle due guerre mondiali. Essi più degli altri desideravano trascorrere
una giornata al campo con i nostri «bocia», un modo anche di sentirsi più giovani in mezzo ai giovani dei nostro
ambiente alpino.
Per questo il Consiglio del Gruppo di Orsago quest’anno, avuti i necessari contatti con i comandi interessati, ha
organizzato la gita sociale in Val Visdende per trascorrervi una giornata al campo con la 47° Batteria dei Gruppo
«Lanzo» della Brigata Cadore.
C’era già stata una esperienza positiva di questo modo nuovo di avvicinarsi a coloro che, come alpini, stanno nascendo
sulle nostre montagne. Il Gruppo infatti aveva trascorso - il 6 luglio del ‘75 - una giornata a Cave del Predil con la
13° btr. del Gruppo “Conegliano” della Julia; giornata particolarmente densa di significati in quanto la 13° è la
Batteria di cui faceva parte la Medaglia d’Oro Giovanni Bortolotto di Orsago che da il nome al nostro Gruppo.
Il 3 luglio di quest’anno alle sei dei mattino gli alpini si sono riuniti da «Paul»; un veloce controllo al camion delle
salmerie carico di viveri e del materiale da campo del Gruppo, ivi compresi tavoli e sedie, e quindi partenza alla volta
di Gemona mentre il camion si sgancia dalla comitiva per andare direttamente in Val Visdende a preparare il rancio con i
cucinieri della Batteria. Sosta a Gemona per la colazione e un pensiero a quei nostri fratelli sì gravemente colpiti
dall’immane tragedia. Gli alpini, abituati a risolvere con forza d’animo qualsiasi situazione anche dolorosa, si sentono
un po’ a disagio guardando quelle rovine: impotenti e tanto, tanto piccoli di fronte allo scatenarsi delle forze della
natura. Forse a qualcuno potrà sembrare strano ma gli alpini, quando si riuniscono, anche in occasione di piena gioia,
hanno sempre qualcosa di triste da ricordare, qualcosa che li ha toccati da vicino: può essere una sanguinosa battaglia
o tragedie come quelle del Vajont, del Friuli, o tante altre.
La festosa comitiva dei gitanti alpini giunge in corriera ai piedi della salita che porta in Val Visdende e di lì la
raggiungono, data la scarsa praticabilità della strada, con mezzi militari gentilmente messi a disposizione.
Dopo i primi approcci, fra veci e bocia la conversazione si apre alla più schietta cordialità. E’ bello vedere il
vecchio combattente della guerra 15-18, carico di anni e di ricordi, conversare col «bocia» quasi imberbe. Il «veci » è
ansioso di vedere se il «bocia» porta avanti l’autentica tradizione alpina e si mostra visibilmente soddisfatto nel
constatare che i valori a lui più cari sono ancora vivi nei giovani.
Il «bocia» d’altro canto, è ansioso di sentire dalla viva voce del «vecio» il racconto delle sue esperienze e traversie.
Dopo la Messa al campo celebrata dal Cappellano Militare, il prof. Vallomy - Presidente della Sezione - pronuncia un
significativo discorso di circostanza e viene consegnato alla Batteria il graditissimo dono di una targa ricordo, opera
dello scultore socio Bepi Pollesel - fusione Bortot.
Quindi tutti a tavola. Gara di abilità gastronomica fra cucinieri del Gruppo e della Batteria con maggior soddisfazione
dei commensali riuniti in un magnifico spirito di fraternità alpina. Ufficiali, dirigenti del Gruppo, alpini e veci
formavano un tutt’uno in un clima che diventava sempre più euforico e non solo a causa delle generose «ombrette».
La magnifica gita si è conclusa al lago di S. Croce con il simpatico incontro con gli alpini e familiari del Gruppo
Conegliano-città in gita anche loro, e con la cena sul lago: posto suggestivo ed ideale per chiudere una giornata così
intensa e significativa.
MARIO GHIRARD