GRUPPO PARE'


Dicembre 1983

In memoria dei Caduti splende una croce sulla chiesa di Parè


La croce donata dagli alpini del
Gruppo, a ornamento della facciata
della chiesa parrocchiale di Parè.

Quando uno è incaricato di stendere la cronaca di una manifestazione come quella di Parè, non può fare a meno di esprimere i sentimenti che sgorgano dal cuore di chi si è alternato nell’ oratoria; anche perchè la nuda cronaca di una manifestazione è una cosa che si ripete monotona, priva di quel pizzico di sentimentalismo.
Mi rifarò, come mia abitudine, più che alla cronaca allo scopo di questa manifestazione riproponendovi quanto detto, solo e perchè quanto detto entri anche nella mente di chi ha voluto snobbare questa manifestazione, e purtroppo sono in molti.
Con alla testa la Banda Comunale di S. Pietro di Feletto, il compostissimo corteo si è snodato lungo l’arteria principale di Parè per portarsi alla scuola elementare in via Ortigara, alla quale il locale Gruppo di Alpini ha donato la Bandiera di rappresentanza.
Alpini e popolazione si sono poi recati alla chiesa di Fatima per assistere alla S. Messa.
Nell’omelia don Fausto ha voluto elogiare gli Alpini coronandone i sentimenti, le loro tradizioni intessute di storia e di leggenda, le loro doti di giovialità e di semplicità che hanno sempre risvegliato, ovunque, un’eco di ammirazione e di simpatia. Ricordava inoltre che gli Alpini portano la solidarietà vigorosa della loro tradizionale capacità di sacrificio e di lotta, del loro profondo attaccamento alle istituzioni e dei virili e puri sentimenti della solida gente delle nostre montagne e delle nostre valli alpine.
Al termine della S. Messa, portatosi sul sagrato, l’officiante ha benedetto la grande Croce che svetta nell’alto della facciata della chiesa e la corona che due alpini in armi deporranno al monumento ai Caduti a Collalbrigo. Abbiamo potuto notare la presenza dei sindaci di Conegliano, Susegana e Refrontolo, dei capitani del Btg « Belluno » Milani e Panella, del ten. Battaglini della G.d.F. e dei presidenti delle Sezioni di Treviso e Conegliano.
Facevano ala sul sagrato i vessilli delle Sezioni di Conegliano, Treviso e Vittorio Veneto, il labaro della Sezione Bersaglieri di Conegliano ed i gagliardetti dei Gruppi di Bibano-Godega, Collalbrigo, Colfosco, Collalto, Corbanese, Falzè, Fontigo, Gaiarine, Mareno, Ogliano, Orsago, Parè, Pianzano, Pieve di Soligo, Refrontolo, S. Lucia, San Fior, S. Pietro, Sernaglia, Solighetto, Soligo e Susegana. Della Sezione di Vittorio Veneto quelli di Tovena e Vittorio Centro e per la Sezione di Treviso quelli di Bidasio, Bavaria e Quinto.
Prima di passare ai discorsi ufficiali vengono consegnate medaglie ed attestati a cinque dei Soci fondatori: Giovanni Dalla Puta, Gildo Rignoni, Giuseppe Somera ed a Antonio e Giovanni Zanella.
Ed è appunto il Capogruppo cav. Giovanni Zanella che porta il saluto agli intervenuti e ne spiega i motivi della manifestazione.

Donare vuol dire amare - dice - Questo è il simbolo della nostra manifestazione. La croce donata dagli Alpini alla Chiesa di S. Maria di Fatima ne è l’espressione significativa, ed in essa si ricorda il sacrificio dei Caduti di tutte le guerre.
Ai nostri figli che educhiamo con gli alti valori del Tricolore, abbiamo oggi donato la bandiera, simbolo della nostra Patria, affinché essi, fin da giovanissimi, imparino a rispettare ed amare.
E’ la volta del sindaco di Conegliano, dott. Giubilato, di portare il saluto cordiale ed il ringraziamento per la sentita partecipazione. Nel ricordare il dono alla scuola del Tricolore si rivolge ai giovani, ai cittadini di domani, ricordando la suggestività ed il profondo significato che esprime questo dono: Nella bandiera, cari giovani, è racchiuso come in un sacrario un compendio di valori storici e umani che ci legano alla nostra Patria e ci rendono fratelli. Nella bandiera - continua il sindaco - ci riconosciamo eredi di un passato che ci accomuna e ci stimola a realizzare il nostro avvenire per rendere quei valori vivi operanti oggi e domani.
Consegnare la bandiera ad una scuola, vuoi dire consegnare gli ideali di Patria alle nuove generazioni, ai cittadini di domani, all’uomo che deve costruire la nuova civiltà sui valori di ieri approfonditi e dilatati nella consapevolezza responsabile di ognuno.
Ebbene noi abbiamo fiducia nei giovani, quindi aspettiamo da questi un ampio respiro di vita sociale, una civiltà più attenta alla persona, un amore di Patria concepito ne1la realizzazione del bene comune; e tutto questo per rispondere al richiamo degli eroici Caduti, per rispondere all’attesa dell’Italia futura.

Il saluto della Sezione di Conegliano, oltreché dalla voce del Presidente è portato dai numerosi gagliardetti e dalla partecipazione dei Gruppi della Sezione, e questo significa consenso e plauso alla bella festa organizzata dal Gruppo Parè.
Nel felicitarsi con il cav. Zanella ed i suoi collaboratori per l’iniziativa ed il successo riportato ed il consenso di tutti per i doni emblematici fatti dai suoi Alpini alla Chiesa ed alla scuola di Parè, il Presidente Vallomy così si è espresso:

Oh! So bene che oggi sembri sorpassato, sembra retorica rancida parlare di ideali di Patria, di Dio, della famiglia.
Tutto è stato dissacrato, abbondantemente dissacrato dalla stampa, dalla televisione e dai cosiddetti intellettuali.
Ebbene oggi a Parè si dà una smentita solenne, commovente, a questa dissacrazione.
Non è vero che non si sente più la religione, ne è simbolo il dono di questa Croce meravigliosa innalzata sul frontone della chiesa ed artisticamente costruita dal maestro del lavoro Luigi Zago, a cui rivolgiamo i nostri complimenti e le nostre congratulazioni.
Non è vero che non si sente il valore della Patria, la smentita a Parè è data dalla selva di bandiere che sventolano lungo le vie, e soprattutto sugli edifici pubblici. Mai visto tanto sfoggio e tanta ricchezza di Tricolore. E allora vuoi dire che noi sentiamo il valore di questo simbolo.
Un complimento ai cittadini e a Parè tutta, mi pare il quartiere della giovinezza. Partendo dalla scuola, dove è iniziato il corteo, mi son guardato attorno ed ho notato: belle case, nuove strade e giardini, simbolo di progresso e giovinezza.
Il corteo degli alpini ha voluto significare che è un riconoscimento alla civiltà e al progresso; ed è una marcia non a senso unico quella che facciamo noi, non fasulla dichiarando guerra alla guerra per poi esaltarla in altra parte.
Noi esaltiamo la pace e, consentitemi di dire una cosa che veramente oggi sarebbe proibita, gli Alpini non fanno della politica, è vero, ma nel nostro modo di agire noi facciamo della « cara » politica: politica che è quella dell’amor patrio e della nostra civiltà.
Il reverendo celebrante che ha oggi così ben esaltato e gli Alpini e la montagna, che ne ha conclamato la purezza e ne ha descritte le bellezze, non ha fatto della politica ma s’è ispirato alla poesia.
Ebbene capo gruppo Maset - che lo aveva annunciato come appena tornato dalle ferie - Io torno dalla montagna, ma ne torno col cuore straziato, con la nausea, perchè le montagne d’Italia, io non so se è diverso dalle altre, ma nella Valle d’Aosta c’è la profanazione più idiota.
Non c’è più silenzio. A 2500 m mi frastornava un alto parlante con della musica Jazz; altro che silenzio, altro che contemplazione delle vette, altro che bellezza della natura, la droga c’è a 3000 m. in Valle d’Aosta!
Non è per denigrare la mia terra, la mia Patria, ma solo per esternarvi la mortificazione di vedere che la montagna oggi è profanata.
Ebbene mi richiamo ad un programma che avevo illustrato ai capigruppo ed ai consiglieri della sezione: facciamo qualche cosa di utile, rafforziamoci in missionari per far pulizia delle sporcizie che profanano la montagna oltre che la pianura.
Guardiamo ad esempio i corso del Crevada, del Ferrera, del Ruio e anche del Piave e del Monticano, quanta plastica, quante immondizie.
Vogliamo essere missionari per salvare un po’ le bellezze della natura che ci circonda, della città, del nostro Paese?
E che dire dei milioni di doppiette che si adoperano in tutta Italia per far piazza pulita degli uccelli e della poca selvaggina che è rimasta nel nostro Paese?
Non è una festa è un lutto! Perchè i nostri Politici non hanno ancora, dopo tanti anni, il coraggio di regolamentare energicamente questo macello che si fa delle bellezze della natura!
Io non sono cacciatore e rispetto i cacciatori, ma sono pochi gli autentici cacciatori, sono dei massacratori.
Chiudo la parentesi per dire che noi Alpini, che voi cittadini di Parè, sentiamo queste cose e ognuno nel nostro piccolo, ognuno nelle sue possibilità ha il dovere di riparare a questi mali.
Non posso però chiudere il mio dire senza ringraziare i componenti e il direttore del Coro che ci ha commosso durante la S. Messa; ho sentito finalmente ancora un’eco di canto gregoriano, ho sentito ancora, commosso, qualche parola latina.
Ritorni la nostra preghiera latina che è simbolo della nostra civiltà torni la liturgia di una volta per salvarci dalla profanazione del progresso in montagna!
S. B.