GRUPPO PIANZANO


Dicembre 2015

A Scuola sui luoghi della Grande Guerra

Gli Alpini di Pianzano e di Bibano-Godega, per riannodare i fili ormai logori della memoria, hanno voluto ripercorrere i luoghi storici della Grande Guerra, nel centenario dello scoppio, organizzando per i ragazzi di III media una visita guidata sugli scenari principali del fronte isontino-carsico.
Un lodevole progetto voluto congiuntamente dai due capigruppo, Luigi Tartaggia e Christian Diana, che ha trovato realizzazione mercoledì 6 maggio con il coinvolgimento di una cinquantina tra insegnanti ed allievi.
Non a caso le mete scelte sono cadute su Caporetto e Redipuglia, reminiscenze drammatiche di quei fatti che videro i soldati di entrambi gli schieramenti scontrarsi in ben dodici sanguinose battaglie (700 mila caduti in totale e quasi due milioni tra feriti, mutilati e prigionieri): 11 inefficaci offensive italiane e la 12ª che si concluse con il grande sfondamento austro-tedesco e l’arretramento del fronte sul Piave.
La comitiva, coordinata dal consigliere sezionale Michele Botteon, in mattinata si è fermata proprio nell’emblema di quella disfatta: Caporetto, Kobarid in sloveno. Qui, dapprima vi è stata la visita guidata al museo che rammenta con foto, plastici e reperti bellici lo sviluppo della battaglia e lo sfaldamento della II Armata del gen. Luigi Capello. A seguire l’omaggio reverente ai Caduti con la salita, a piedi, fino al Sacrario che domina l’ansa dell’Isonzo tra Plezzo e Tolmino, proprio là dove il 24 ottobre 1917 venne sferrata l’offensiva nemica, pianificata dal generale tedesco Krafft von Dellmensinger. L’Ossario inaugurato nel 1938 conserva le salme di 7 mila giovani che immolarono la loro vita sul campo dell’Onore per la Patria e che invece furono vergognosamente disonorati dal Bollettino di Guerra di Cadorna che fece ricadere la responsabilità del tracollo sulla scarsa combattività del Soldato italiano: “La mancata resistenza dei reparti della II Armata vilmente ritiratisi senza combattere e ignominiosamente arresisi al nemico…” e non piuttosto sui gravi errori tattici dello Stato Maggiore.
La pausa pranzo è trascorsa  ospiti del Gruppo di Pulfero, nella ridente valle del Natisone, che ha messo a disposizione la loro nuova ed accogliente sede.
Il pomeriggio, a seguire, è stato riservato alla visita del maestoso Sacrario di Redipuglia (toponimo tratto dallo sloveno Terra di Mezzo) che rende omaggio perenne alle salme di ben 100 mila Caduti sulle pietraie del Carso, di cui ben 60 mila ignoti. Le fasi degli avvenimenti storici che videro protagonisti i fanti della IIIª Armata, comandata da Emanuele Filiberto Duca d’Aosta e chiamata poi l’Invitta, sono stati illustrati da Giorgio Visentin il quale ha cercato di immedesimare i ragazzi, molto attenti e composti, sugli aspetti quotidiani della logorante vita di trincea in attesa dei tanti assalti contro i reticolati e le mitragliatrici nemiche, le micidiali Schwarzlöse, che ne falciavano nel sangue ogni coraggioso tentativo. Dopo aver disceso i ventuno gradoni e aver percorso le trincee che sorgono alla base del Sacrario, la visita è continuata sul colle di Sant’Elia, dove sorgeva l’originario cimitero di guerra, ed infine al Museo della Terza Armata.
Durante il viaggio di ritorno, un ragazzina visibilmente commossa, facendosi portavoce dei compagni, si è rivolta agli alpini accompagnatori confessando: “Stamattina, alla partenza, pensavamo ad una bella gita, ora torniamo a casa con un bagaglio di conoscenze nuove e forti sentimenti di rispetto e di gratitudine verso coloro che hanno donato la loro giovane vita per l’Italia e per tutti noi. Questa è un’esperienza che porteremo sempre nel nostro cuore. Grazie alpini!”

Giorgio Visentin