GRUPPO PIEVE DI SOLIGO |
Marzo 1971 |
Il 31 gennaio si è svolto il pranzo sociale del Gruppo di Pieve di Soligo, con oltre cento partecipanti e con
l’intervento del sindaco m.o. Pietro Furlan che ha recato il proprio saluto e compiacimento per la sempre feconda
attività degli attivissimi alpini di Pieve.
Il capogruppo cav. Alfredo Battistella ha svolto la relazione sulle realizzazioni conseguite nel corso del 1970,
esprimendo la propria soddisfazione per l’assidua partecipazione dimostrata dai soci nelle varie manifestazioni sia
locali che sezionali e nazionali. Dopo aver annunciato che per l’Adunata nazionale dì Cuneo verrà organizzato il viaggio
in autocorriera, il capogruppo ha consegnato le tessere - iniziale dono del Gruppo - ai seguenti quattordici nuovi soci:
alpino paracadutista Ernesto Chiappinotto, alpini Guido Busetto, Albino Bertazzon, Albino Cesca, Renzo Cesca, Filiberto
Angeli, Giuseppe Collodet, Natalino Padoin, Sergio Perencin, Giovanni Donadel, Ferdinando Lorenzon, e Luigi Tormena;
infine, all’artigliere da montagna Graziano Dalla Betta - della classe 1949 come pure tutti i citati alpini - e
all’artigliere montagnino Gaspare Lucchetta della classe
1947.
Una parte della riunione è stata riservata per festeggiare il vecio Tomaso Dalla Betta con la consegna - effettuata dal
cav. Battistella - di una pergamena con medaglia d’oro, opere dell’alpino capitano prof. Giovanni Boito.
Il nome di Tomaso è apparso frequentemente nelle cronache del Gruppo di Pieve di Soligo del quale è il cuoco
appassionato ed impareggiabile, sempre pronto a sacrificarsi (immaginate di dover preparare, ogni volta, da mangiare per
più di cento persone - alle quali piace mangiar bene! - sia a Pieve dove può essere più comodo, ma anche quando il
Gruppo va in giro per le montagne e le adunate?) e che esegue con bravura il suo impegno meritandosi il vivo
apprezzamento degli amici alpini.
Dalla Betta avrebbe tutti i motivi per mandare in malora la naja e quant’altro la ricordi; ma è un onesto e fedelissimo
alpino. Della classe 1913, fu col battaglione «Cadore» in tutte le operazioni che il suo reparto svolse sul fronte
greco-albanese e meritò due croci al merito; dopo l’8 settembre venne preso dai tedeschi e passò due anni nei lager
della Germania.
La serata si è poi allegramente conclusa con i nostri sempre stupendi canti che rappresentano l’indispensabile
condimento delle feste alpine.