GRUPPO PIEVE DI SOLIGO |
Dicembre 1999 |
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Alpini di ieri alpini di sempre!
Sono molti gli interrogativi che gli alpini si pongono quando pensano all'avvenire
dei loro reparti, all’avvenire dei loro gruppi, all’avvenire della loro
associazione.
In passato da più parti si erano levate promesse, anche da fonti autorevoli, per
confermare la continuità del Corpo degli Alpini in virtù delle capacità
operative, dei valori umani da sempre rappresentati, delle imprese in pace e in
guerra da essi compiute.
Ora però il sogno è svanito: di fronte all'incalzare degli eventi, alla preponderanza
delle necessità economiche dello Stato, alle nuove dottrine militari e alle
strategie delle alleanze, gli Alpini saranno forse in futuro rappresentati da
coloro che volontari, con spirito di sacrificio e desiderio di emulazione dei
Padri, consapevolmente sceglieranno di portare la divisa con il cappello e la
penna nera.
Saranno probabilmente molto pochi. Le leggi dell'economia faranno pendere la bilancia
verso scelte più remunerative, maggiori certezze per la professione, una vita
più comoda.
Gli Alpini di Pieve di Soligo, guidati dal Capogruppo cav. Giuseppe Collodet,
consapevoli di non poter modificare il percorso degli eventi stanno facendo del
proprio meglio per tramandare le nostre tradizioni a una società in evoluzione
ma soprattutto ai giovani che rappresentano le speranze di un futuro migliore.
La loro attività è rivolta alla conservazione dell'ambiente, al tramandare il rispetto
dei valori rappresentato dalle Penne Nere, a lasciare tangibili testimonianze di
solidarietà educativa alle verdi generazioni.
Il 1999 ha visto il gruppo di Pieve organizzare e portare a termine, con la nota
efficienza, la pulizia dell'alveo e delle sponde del fiume Soligo nel tratto che
va dall'ospedale al ponte di via Aldo Moro, restaurare le panchine del sentiero
lungo il fiume, effettuare la manutenzione del parco del Collegio Balbi.
L'acqua del fiume, e il verde delle sponde si presentano ora con un volto più pulito,
sono più accoglienti anche per i germani e cigni bianchi che vi abitano e
rappresentano un invito ad ammirare la Natura e a trascorrere momenti di relax e
di serenità per tutti i cittadini.
Una particolare attenzione è stata rivolta alle necessità dei bambini che
frequentano l'asilo.
L'approccio con la vita può presentare delle piccole difficoltà come quella di imparare
l'uso della bicicletta.
Perciò con il solito spirito ed intraprendenza e sotto la valida supervisione di Franco
Donadel, gli alpini di Pieve hanno realizzato nel parco dell'asilo, una pista
ciclabile con fondo in calcestruzzo e relativa segnaletica orizzontale.
Manodopera, macchine, attrezzature e materiali sono stati forniti dagli Alpini e dalla
generosità dei sostenitori.
Ora i bambini dell'asilo potranno cimentarsi, con l'aiuto delle maestre, ad apprendere
l'arte dell'equilibrio che certamente potrà tornare loro molto utile lungo il
precorso della vita.
Le attività del Gruppo sono state molte e diversificate come l'intervento per il
riassetto del Bosco delle Penne Mozze o altre di umana solidarietà. Qualcuno ha
voluto riconoscere questi meriti:
i signori Chiara e Dino Grendene per dare continuità a questa solerte
attività, hanno donato agli Alpini, oltre alla casa di via Schiratti 107
divenuta la nuova sede, anche un furgone a nove posti.
Tutti gli Alpini di Pieve esprimono ai donatori una profonda gratitudine per questo
atto che permetterà loro di essere operativamente più efficienti e di
corrispondere alle eventuali necessità logistiche del Gruppo e della comunità.
Le soglie del 2000 rappresentano per molti un traguardo, per altri una porta aperta
verso un futuro di speranze e di incognite. Ma anche il desiderio di non
dimenticare i nostri valori: quelli degli Alpini.
Per questo il Consiglio di Gruppo ha deciso di entrare nel nuovo millennio con il
calendario del 2000 dove l'essenza dei Valori Alpini sia su ogni mese
rappresentata: su ogni foglio infatti, sarà stampato uno dei motti più
significativi degli striscioni delle nostre adunate affinché ciò sia di
quotidiano esempio e di buon auspicio a tutti noi e alle giovani generazioni.
La continuità si fonda sull'esempio: Ampelio Rossi, Andrea Marciano, Giovanni
Rosalen, Antonio Padoin, Alpini della Julia reduci dalla Campagna di Russia. A
loro i nostri migliori auguri per un Nuovo millennio!
Enzo Faidutti
Fin dalla primavera del 1998, sul finire della scuola, la Madre Superiora ci propose di fare in modo che i bambini incominciassero dalla tenera età ad imparare come ci si comporta viaggiando per strada. A tal proposito aveva pensato di eliminare una parte della vigna, che peraltro dava solo lavoro e poco vino, ristrutturare i vecchi ripostigli adiacenti e trasformare quel pezzo di terra in una pista ciclabile. La proposta ci parve sensata, ma i tempi di attuazione erano per noi impossibili poiché la suora pensava di poterla utilizzare fin dall’inizio del prossimo anno scolastico. Riuscimmo a trovare una via di mezzo e mettendoci al lavoro in autunno, avremmo potuto consegnare l’pera per la primavera successiva. I lavori ebbero inizio il 18 ottobre 1998, cominciarono con lo sbancamento del terreno operato con le macchine, ma la demolizione e ristrutturazione dei vecchi ripostigli e la posa della massicciata venne fatta a mano, pietra dopo pietra. L’ostacolo principale che dovemmo superare fu l’inverno e parecchi lavori subirono ritardi a causa del brutto tempo, ma sabato dopo sabato e giorno dopo giorno il lavoro fatto cominciava a far intravedere la struttura finita, merito del consiglio di un architetto per le strutture, di un capomastro per le opere murarie, dei vigili urbani per la sistemazione dei segnali e dei camminamenti e di molta nostra manovalanza. Quando sopraggiunse la primavera, l’opera finalmente era terminata. Venne inaugurata il 22 Maggio del 1999, alla presenza delle autorità religiose e cittadine, meravigliate della funzionalità e della bellezza del tracciato che i bambini già incominciarono a provare. Da allora sono cambiate le persone e sono passate scolaresche di bambini, ma la pista ciclabile resta un bene istruttivo che viene adoperato in continuazione, e rimane una testimonianza tangibile e viva dell’opera degli alpini, da sempre sensibili alle esigenze dei bambini, i nostri successori. Quando si semina in un campo ben predisposto, si fa sempre un buon raccolto.