GRUPPO PIEVE DI SOLIGO


Aprile 2012

Lino, nel 1954, in vetta al K2 e in una delle ultime foto

LINO LACEDELLI
un amico del Gruppo Pieve di Soligo

Da due anni Lino non c’è più, si è defilato con l’ultima scalata in solitaria. Da allora e nelle future avventure ha potuto e potrà scegliere i suo compagni di cordata pescando nel Gotha dell’alpinismo: Comici, Tissi, Bull, Kukuczka, Cassin, Compagnoni che fanno parte di una interminabile fila composta di eccellenti rocciatori.
Sicuramente si è legato e si legherà in cordata a compagni “ad hoc” coi quali effettuerà memorabili imprese e delle quali noi non potremo assolutamente conoscerne la portata e l’importanza.

Togliere oggi dal cassetto un raccontino buttato giù nel 2003, dopo una delle tante, fortunate occasioni in cui siamo stati assieme a Lino, è stata una decisione presa in seguito alle sollecitazioni espresse da alcuni amici. E’ doveroso inoltre manifestare un riconoscente ringraziamento a Lino per quanto nella vita ha voluto dedicarci.

A.B.

IN TOFANA COL MITO

Pieve di Soligo. Levataccia nel buio, gli zaini a stipare il baule, rotta verso nord seguendo il serpentone d’Alemagna. Approdati a quota 800 m. inizia la sequenza delle magnifiche vette cadorine: Marmarole, Antelao, Sfornioi, Rite, Pelmo, Marcora; preludio a quel 360° unico che è la conca Ampezzana.

Ad attenderci nella propria abitazione cortinese c’è Lino Lacedelli, figura di assoluto valore nel mondo degli scalatori ed emblema dei gloriosi scoiattoli. Oggi ci faremo guidare da lui pensando di far tesoro di tutti i consigli che ci vorrà suggerire dall’alto di un’esperienza che probabilmente non ha eguali in tutto il panorama alpinistico nazionale.

Nell’osservare in salita quel passo cadenzato non possiamo non immaginarlo sul ghiacciaio del Baltoro o sullo sperone Abruzzi del K2, potremmo anche collocarlo idealmente sul vuoto dello spigolo Giallo o sugli strapiombi della torre di Valgrande.

Con Lino è molto facile fantasticare tante sono state le sue imprese con difficoltà estreme. Ci consideriamo fortunati e orgogliosi dell’opportunità odierna, gli innumerevoli episodi memorizzati in questa giornata costituiranno per noi un bagaglio prezioso, indimenticabile.

Lasciato il Giussani e zigzagando sul ghiaione per scendere al Dibona facciamo il punto sulla giornata: tutti d’accordo nel considerarla splendida ed è molto facile individuare il maggiore “RESPONSABILE” di tale risultato positivo.

Mettiamo in atto un piccolo tentativo per ridurre il debito di riconoscenza verso il vincitore del K2 offrendogli alcune dosi di bollicine sottotappo. Lino brinderà alle generose elargizioni delle colline trevigiane e alle fortune dei Gruppi Alpini di Pieve di Soligo e Solighetto.

Nell’ambiente montanaro le grandi imprese sono state sempre un’esclusiva di grandi uomini, uno di questi (autentica leggenda dell’alpinismo) ha camminato oggi, tranquillamente accanto a noi: è da raccontare ai nipoti.

Il commiato da Lino: gran sorrisi, pensierino a Toni Cais, un CIAO e un SANI che s’incrociano, stretta possente stritolafalangi, un ultimo raggio che indora l’Averau.