LINO LACEDELLI
un amico del Gruppo Pieve di Soligo
Da due anni Lino non c’è più, si è defilato con l’ultima scalata in
solitaria. Da allora e nelle future avventure ha potuto e potrà scegliere i suo
compagni di cordata pescando nel Gotha dell’alpinismo: Comici, Tissi, Bull,
Kukuczka, Cassin, Compagnoni che fanno parte di una interminabile fila composta
di eccellenti rocciatori.
Sicuramente si è legato e si legherà in cordata a
compagni “ad hoc” coi quali effettuerà memorabili imprese e delle quali noi non
potremo assolutamente conoscerne la portata e l’importanza.
Togliere oggi dal cassetto un raccontino buttato giù nel 2003, dopo una delle
tante, fortunate occasioni in cui siamo stati assieme a Lino, è stata una
decisione presa in seguito alle sollecitazioni espresse da alcuni amici. E’
doveroso inoltre manifestare un riconoscente ringraziamento a Lino per quanto
nella vita ha voluto dedicarci.
A.B.
IN TOFANA COL MITO
Pieve di Soligo. Levataccia nel buio, gli zaini a stipare il baule, rotta
verso nord seguendo il serpentone d’Alemagna. Approdati a quota 800 m. inizia la
sequenza delle magnifiche vette cadorine: Marmarole, Antelao, Sfornioi, Rite,
Pelmo, Marcora; preludio a quel 360° unico che è la conca Ampezzana.
Ad
attenderci nella propria abitazione cortinese c’è Lino Lacedelli, figura di
assoluto valore nel mondo degli scalatori ed emblema dei gloriosi scoiattoli.
Oggi ci faremo guidare da lui pensando di far tesoro di tutti i consigli che ci
vorrà suggerire dall’alto di un’esperienza che probabilmente non ha eguali in
tutto il panorama alpinistico nazionale.
Nell’osservare in salita quel passo
cadenzato non possiamo non immaginarlo sul ghiacciaio del Baltoro o sullo
sperone Abruzzi del K2, potremmo anche collocarlo idealmente sul vuoto dello
spigolo Giallo o sugli strapiombi della torre di Valgrande.
Con Lino è molto
facile fantasticare tante sono state le sue imprese con difficoltà estreme. Ci
consideriamo fortunati e orgogliosi dell’opportunità odierna, gli innumerevoli
episodi memorizzati in questa giornata costituiranno per noi un bagaglio
prezioso, indimenticabile.
Lasciato il Giussani e zigzagando sul ghiaione per
scendere al Dibona facciamo il punto sulla giornata: tutti d’accordo nel
considerarla splendida ed è molto facile individuare il maggiore “RESPONSABILE”
di tale risultato positivo.
Mettiamo in atto un piccolo tentativo per ridurre il
debito di riconoscenza verso il vincitore del K2 offrendogli alcune dosi di
bollicine sottotappo. Lino brinderà alle generose elargizioni delle colline
trevigiane e alle fortune dei Gruppi Alpini di Pieve di Soligo e Solighetto.
Nell’ambiente montanaro le grandi imprese sono state sempre un’esclusiva di
grandi uomini, uno di questi (autentica leggenda dell’alpinismo) ha camminato
oggi, tranquillamente accanto a noi: è da raccontare ai nipoti.
Il commiato da Lino: gran sorrisi, pensierino a Toni Cais, un CIAO e un SANI che
s’incrociano, stretta possente stritolafalangi, un ultimo raggio che indora l’Averau. |