GRUPPO PIEVE DI SOLIGO |
Settembre 2014 |
Sullo sfondo, a destra, il Dente del Sief, ultimo baluardo italiano
Oltre che per onorare i Caduti, rivedere le Dolomiti e ritrovare vecchi amici alpini l'annuale puntatina al Col di
Lana è per noi un collaudo. Un vero e proprio test che dovrebbe avallare o meno la nostra idoneità a passeggiare in
altura. A più di mezzo secolo dall'esperienza in grigioverde può nascere qualche dubbio sulla tenuta della nostra
"macchina d'epoca" quindi è giusto ricorrere al più elementare e sicuro degli esami percorrendo i sentieri del monte a
noi particolarmente caro. E veniamo alla cronaca. Rassicurati dalla previsione meteo e sostenuti da un pieno di
entusiasmo ci accingiamo, per l'ennesima volta, a ricevere quanto la montagna elargisce a chi la frequenta. Durante la
salita capita spesso di guardare alle spalle e ammirare il Civetta, da questo punto di osservazione sarebbe gravissimo
non farlo. Con la nostra presenza, anche se inconsciamente, riusciamo a condizionare la giornata di camosci e marmotte,
la diffidenza consiglia loro di tenersi alla larga e rimandare a domani le scorribande all'aperto. A fine salita,
immancabile, un alpino munito di bottiglione elargisce grappini ai viandanti (S. Bernardo docet). Al barman d'alta
quota, in occasione del prossimo raduno e nel solo intento di fargli migliorare il servizio, vorremmo suggerire di
sostituire quel liquido con la deliziosa GRASPA da BUS nostrana ma prudentemente ci asteniamo dal farlo evitando così
possibili reazioni scomposte dell'oste improvvisato.
Su in alto incontriamo Jägher e Shutzen, queste frequentazioni, oltre a farci familiarizzare coi nostri ex lontani
antagonisti, danno un tocco di internazionalità al raduno. Con loro c'è anche uno scambio di gadget; il tutto in un
clima di grande cordialità ed amicizia. Dalla croce di vetta, lentamente, facciamo con lo sguardo il giro completo del
panorama e ci prende l'emozione nell'ammirare gli splendidi tremila, alcuni dei quali saliti in gioventù. La Marmolada
quest'anno è più imbiancata che mai, il suo ghiacciaio, stranamente, va molto al di sotto di Pian dei Fiacconi; il tutto
è dovuto alle abbondanti nevicate accumulatesi durante l'inverno. Gli amici alpini di S. Lucia di Piave, capitanati da
Claudio Bernardi, hanno collaborato attivamente con noi nel trasformare una pregiata bottiglia in un’anonimo contenitore
vuoto da riportare a valle. Si avvicina l'ora della celebrazione e ognuno ripone nello zaino i resti dello spuntino
post-camminata, provvidenziale nell'integrare le energie profuse per approdare a quota 2462. Spiegamento notevole di
gagliardetti e vessilli, in uno di questi leggiamo: SEZIONE di CONEGLIANO, con una punta d'orgoglio ci sentiamo ben
rappresentati.
Una predica, quella profusa da don Lorenzo Cottali, che ha colto nel segno. Vuoi per l'altitudine o per la nostra
predisposizione a recepire, di fatto le parole semplici ma incisive del celebrante sono state subito assimilate e
collocate in uno scomparto a facile portata per farne buon uso. Bepi Mazzero e Delfino Dotta a causa di leggeri
problemini fisici oggi non sono qui cono noi: il Col di Lana, che li ha sempre visti protagonisti, a malincuore nota la
loro assenza. Fare un bilancio dell'escursione odierna porta al prevedibile risultato che si ripete da diciotto anni, ne
esce infatti uno scontatissimo giudizio più che positivo. In serata nello scendere di quota ci scopriamo doppiamente
felici: appagati dalla spettacolare giornata e grati al Col di Lana che ci ha rilasciato il "bollino blu".
A.B. 2014