GRUPPO PONTE DELLA PRIULA


Maggio 2007

Escursione a Nord-NordEst

Gita sociale nell’alto Friuli Venezia Giulia tra splendidi panorami e i tanti ricordi della naja


Gli Alpini davanti alla chiesetta dedicata
ai Caduti di tutte le guerre

Ultimati i preparativi, caricata del necessario la corriera, fatto l’appello, domenica 15 luglio 2007 siamo partiti in gita diretti verso il vicino Friuli. Obbligatoria la tappa a Venzone, cittadina che dal 1965 è monumento nazionale di grande interesse storico artistico, con la sua doppia cinta di mura innalzate già nel 1258 rimane l’unico esempio di cittadella murata medievale della regione.
Consumato un break all’Alpina con pane, formaggio e soppressa, ci siamo messi il Cappello per andare in escursione, suscitando anche la curiosità dei passanti. Meravigliati dai palazzi tre-cinquecenteschi del centro storico, siamo giunti al palazzo comunale (XIV-XV sec.) gioiello d’architettura gotico-veneziana. Poi avanti fino al Duomo ad ammirare gli affreschi trecenteschi.
Al suo esterno nella cripta della cappella cimiteriale di S. Michele ci aspettavano le famose mummie di Venzone.
Qualche souvenir e poi via verso Sella Nevea con il cielo limpido e l’aria fresca di montagna che ci ha subito rinfrancati dalle fatiche del viaggio. Rimboccate le maniche abbiamo preparato i nostri tavoli e giovialmente da bravi Alpini pranzato in allegria.
Nel primo pomeriggio salita in funivia a quota 1850 fino al rifugio intitolato al forte alpinista udinese Celso Gilberti sito nel Vallon di Prevala (gruppo M.te Canin) a ridosso del confine con la Slovenia. Graziosamente interessante, a soli 100 mt., la chiesetta Alpina con cannone a lato dedicata ai caduti di tutte le guerre. Poi, l’escursione sul sentiero Bila Pec ci deliziava di un panorama mozzafiato.
Nel tardo pomeriggio partenza per i Laghi di Fusine nel tarvisiano dove, in un contesto florofaunistico da favola, abbiamo cenato immersi nel verde. Alle 23,15 il rientro in sede stanchi ma soddisfatti.
E’ stata sopratutto una gita all’insegna della propria memoria di alpini.
Tutti infatti, strada facendo, scrutavamo nei piazzali delle caserme dei nostri vent’anni alla ricerca di qualche ricordo ormai passato.
Grande la delusione che ci coglieva vedendole spesso chiuse e abbandonate, oppure adibite a dormitori per extracomunitari.
La sospirata pace in Europa, l’ammodernamento del nostro esercito con i tagli alle spese militari e la rinuncia alla leva obbligatoria purtroppo hanno comportato anche questo.

Stefano Dorbolò