L’ammassamento, lo dice la parola stessa, non può mai essere
ordinato. Il cerimoniere vorrebbe già vedere e valutare lo schieramento, ma non
c’è verso. Gli alpini hanno
sempre qualcosa da raccontarsi, devono portare i saluti degli amici, devono
estendere gli inviti alla prossima festa, devono rendere conto delle novità in
seno ai rispettivi gruppi, e poi c’è sempre qualcuno che si attarda ancora in
sede per consumare la colazione “alpina”. Ma al primo colpo di tamburo, alle prime note del 33, tutto
improvvisamente diventa serio, tutto si ricompone, e la sfilata parte ordinata e
silenziosa dietro alla fanfara.
E’ successo così anche a San Fior il 18 aprile scorso. Ma, lungo il
percorso imbandierato, non solo gli applausi della festa ma anche una certa
commozione. Perché la festa che si celebra oggi è nel segno del ricordo dei veci
che non ci sono più. Quelli che hanno fondato questo gruppo e gli hanno dato la
fisionomia trasferendovi tutta la loro passione e fede alpina.
A loro, infatti, oggi viene dedicata una via del paese. VIA DEGLI ALPINI
forse è il massimo riconoscimento che possa sperare un gruppo alpini dalla sua
comunità. Intitolare alle penne nere una strada significa ricordare in maniera
efficace e perpetua cosa hanno dato e cosa hanno significato per il paese. Lo ha
sottolineato il sindaco Fiorenzo Carniel, dicendo del profondo impegno degli
alpini per la comunità sanfiorese, impegno che li vede in prima linea in tutte
le manifestazioni, pronti a fornire in ogni momento la loro organizzazione ed il
loro supporto logistico a chi li chiama, ed essi stessi promotori di iniziative
che tengono vive le tradizioni della comunità. Non va dimenticata, poi, la loro
collaborazione con le altre associazioni del paese, con particolare attenzione a
quelle che operano nel campo della sofferenza, come l’associazione “Renzo e
Pia Fiorot” di Silvano Fiorot e l’AIL della signora Teresa Pelos.
Fiorenzo Carniel, sindaco da tanti anni ed alpino da una vita, fatica
sempre un po’ a parlare con distacco, così come si conviene, del gruppo
alpini di cui fa parte. Non sempre ci riesce, ed oggi non gli è facile
nascondere la sua soddisfazione per il riconoscimento di cui la “sua”
amministrazione comunale oggi onora il “suo” gruppo.
Lo ha preceduto negli interventi il capogruppo Aldo Tonon che, dopo aver
salutato i convenuti, ha espresso tutta la soddisfazione per questo
“omaggio” agli alpini che da oggi, in qualche maniera, sono nella storia di
questo paese. Questo non è certo un punto di arrivo ma un impegno a continuare
ad essere parte attiva in una comunità che non perde occasione per esprimere il
suo apprezzamento nei confronti dell’associazione. Ringraziando
l’amministrazione comunale per l’intitolazione della via, Tonon ribadisce
che è proprio dal consenso della popolazione che viene la gratificazione e lo
stimolo a continuare nelle varie iniziative, tra le quali va scritto anche
l’impegno a favore dell’ambiente, che ha visto il gruppo di recente attivo
nella giornata ecologica in opere e di pulizia e risanamento proprio in una zona
attigua alla nuova via.
Toni Daminato si sofferma su un tema a lui particolarmente caro: tutto
ciò che fanno gli alpini ha un’unica finalità: la fratellanza e l’amicizia
tra i popoli. Questo è ciò che sta in cima a tutti i loro pensieri. E così
“via degli Alpini” deve essere letta “via della Pace”. Il presidente
della sezione si compiace che tale via sia situata presso le scuole comunali, e
cioè in un punto importante di aggregazione delle giovani generazioni.
Salutando la presenza sul palco di Rino Minet, reduce della campagna di Russia,
ribadisce che i giovani devono sapere che tutto l’operare degli alpini, e
soprattutto di coloro che hanno vissuto l’inferno della steppa e sofferto i
duri patimenti della guerra, è per un mondo in cui le guerre non siano mai più.
Il taglio del nastro viene sottolineato dalle note solenni del 33
della fanfara. La commozione è palpabile, perché oggi sono idealmente presenti
anche gli alpini che non ci sono più, quelli che hanno fondato il gruppo più
di 40 anni fa e ne hanno poi scritto la storia.
Grande la partecipazione degli amici della sezione, con i gagliardetti
di quasi tutti i gruppi, numerose le presenze di autorità civili e religiose,
tra cui quella del vicesindaco di Conegliano in rappresentanza del sindaco
Zambon, cui tutti gli oratori intervenuti hanno augurato una pronta guarigione.
Molto curata la coreografia
dell’intera cerimonia, con l’omaggio ai caduti, le note del Piave e
deposizione di corona floreale. Nel corso della celebrazione religiosa, toccanti
note d’organo hanno accompagnato la preghiera dell’alpino mentre veniva
benedetto il nuovo gagliardetto del gruppo.
Al taglio del nastro, e non poteva
essere altrimenti trattandosi di manifestazione alpina, è seguito un sontuoso
rinfresco agli ospiti, offerto dal gruppo sotto la regia di Franco de Vecchi.
dlmgfr
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Via degli Alpini... storia o
leggenda?
Via Abate Cadorin, Sebastiano Barozzi, Antonio Gardin,
Sante Cancian, Domenico Collot, via don Paolo Maneghello, don Angelo Munari…
illustri personaggi, artisti di fama, ma anche umili piovani, tutti accomunati
dall’aver legato la loro esistenza alle vicende dei paesi di questo comune,
San Fior.
Ora anche “via degli Alpini”.
Via degli Alpini, per ricordare la
presenza e l’impegno delle penne nere, il loro voler essere in prima linea,
anche se in maniera silenziosa, nella vita di questa comunità. Una presenza
lunga ormai più di 40 anni, una storia con tante belle pagine, prima fra
tutte quella del restauro della chiesetta di San Bernardino (“la nostra
chiesetta”).
Con tale significativo intervento le
penne nere di San Fior hanno voluto dimostrare il loro attaccamento alla
storia di questo paese e tutto ciò che questo paese è stato, hanno voluto
dire che non si può spezzare quel filo invisibile che ci unisce alle vecchie
generazioni. E’ quello stesso spirito che li porta a tenere in grande
considerazione i reduci, i veci del gruppo ed il ricordo di coloro che
sono andati avanti.
Cadorin, Barozzi, don Paolo e don
Angelo sono ormai passato, i loro nomi sono nella storia e nei libri che
narrano le vicende, spesso difficili, di questo paese.
Fra 50 o 100 anni gli alpini saranno
ancora parte viva della vita delle nostre comunità o “via degli Alpini”
sarà lì a ricordare un po’ di storia o, addirittura, una leggenda?
La domanda aleggia pesante, mentre,
sotto una pioggia leggera, le festose note della fanfara accompagnano il
taglio del nastro.
La risposta è tutta da scrivere...
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