GRUPPO SAN FIOR


Maggio 2004

VIA DEGLI ALPINI, SIMBOLO DI FEDE E DI PASSIONE
L'inaugurazione del 18 aprile a San Fior celebra e rende onore ad un Gruppo radicato nella comunità.
Una via simbolo di pace e fratellanza.

L’ammassamento, lo dice la parola stessa, non può mai essere ordinato. Il cerimoniere vorrebbe già vedere e valutare lo schieramento, ma non c’è verso. Gli alpini hanno sempre qualcosa da raccontarsi, devono portare i saluti degli amici, devono estendere gli inviti alla prossima festa, devono rendere conto delle novità in seno ai rispettivi gruppi, e poi c’è sempre qualcuno che si attarda ancora in sede per consumare la colazione “alpina”. Ma al primo colpo di tamburo, alle prime note del 33, tutto improvvisamente diventa serio, tutto si ricompone, e la sfilata parte ordinata e silenziosa dietro alla fanfara.
E’ successo così anche a San Fior il 18 aprile scorso. Ma, lungo il percorso imbandierato, non solo gli applausi della festa ma anche una certa commozione. Perché la festa che si celebra oggi è nel segno del ricordo dei veci che non ci sono più. Quelli che hanno fondato questo gruppo e gli hanno dato la fisionomia trasferendovi tutta la loro passione e fede alpina.
A loro, infatti, oggi viene dedicata una via del paese. VIA DEGLI ALPINI forse è il massimo riconoscimento che possa sperare un gruppo alpini dalla sua comunità. Intitolare alle penne nere una strada significa ricordare in maniera efficace e perpetua cosa hanno dato e cosa hanno significato per il paese. Lo ha sottolineato il sindaco Fiorenzo Carniel, dicendo del profondo impegno degli alpini per la comunità sanfiorese, impegno che li vede in prima linea in tutte le manifestazioni, pronti a fornire in ogni momento la loro organizzazione ed il loro supporto logistico a chi li chiama, ed essi stessi promotori di iniziative che tengono vive le tradizioni della comunità. Non va dimenticata, poi, la loro collaborazione con le altre associazioni del paese, con particolare attenzione a quelle che operano nel campo della sofferenza, come l’associazione “Renzo e Pia Fiorot” di Silvano Fiorot e l’AIL della signora Teresa Pelos.
Fiorenzo Carniel, sindaco da tanti anni ed alpino da una vita, fatica sempre un po’ a parlare con distacco, così come si conviene, del gruppo alpini di cui fa parte. Non sempre ci riesce, ed oggi non gli è facile nascondere la sua soddisfazione per il riconoscimento di cui la “sua” amministrazione comunale oggi onora il “suo” gruppo.
Lo ha preceduto negli interventi il capogruppo Aldo Tonon che, dopo aver salutato i convenuti, ha espresso tutta la soddisfazione per questo “omaggio” agli alpini che da oggi, in qualche maniera, sono nella storia di questo paese. Questo non è certo un punto di arrivo ma un impegno a continuare ad essere parte attiva in una comunità che non perde occasione per esprimere il suo apprezzamento nei confronti dell’associazione. Ringraziando l’amministrazione comunale per l’intitolazione della via, Tonon ribadisce che è proprio dal consenso della popolazione che viene la gratificazione e lo stimolo a continuare nelle varie iniziative, tra le quali va scritto anche l’impegno a favore dell’ambiente, che ha visto il gruppo di recente attivo nella giornata ecologica in opere e di pulizia e risanamento proprio in una zona attigua alla nuova via.
Toni Daminato si sofferma su un tema a lui particolarmente caro: tutto ciò che fanno gli alpini ha un’unica finalità: la fratellanza e l’amicizia tra i popoli. Questo è ciò che sta in cima a tutti i loro pensieri. E così “via degli Alpini” deve essere letta “via della Pace”. Il presidente della sezione si compiace che tale via sia situata presso le scuole comunali, e cioè in un punto importante di aggregazione delle giovani generazioni. Salutando la presenza sul palco di Rino Minet, reduce della campagna di Russia, ribadisce che i giovani devono sapere che tutto l’operare degli alpini, e soprattutto di coloro che hanno vissuto l’inferno della steppa e sofferto i duri patimenti della guerra, è per un mondo in cui le guerre non siano mai più.
Il taglio del nastro viene sottolineato dalle note solenni del 33 della fanfara. La commozione è palpabile, perché oggi sono idealmente presenti anche gli alpini che non ci sono più, quelli che hanno fondato il gruppo più di 40 anni fa e ne hanno poi scritto la storia.
Grande la partecipazione degli amici della sezione, con i gagliardetti di quasi tutti i gruppi, numerose le presenze di autorità civili e religiose, tra cui quella del vicesindaco di Conegliano in rappresentanza del sindaco Zambon, cui tutti gli oratori intervenuti hanno augurato una pronta guarigione.
Molto curata la coreografia dell’intera cerimonia, con l’omaggio ai caduti, le note del Piave e deposizione di corona floreale. Nel corso della celebrazione religiosa, toccanti note d’organo hanno accompagnato la preghiera dell’alpino mentre veniva benedetto il nuovo gagliardetto del gruppo. 
Al taglio del nastro, e non poteva essere altrimenti trattandosi di manifestazione alpina, è seguito un sontuoso rinfresco agli ospiti, offerto dal gruppo sotto la regia di Franco de Vecchi.

dlmgfr

Via degli Alpini... storia o leggenda?

Via Abate Cadorin, Sebastiano Barozzi, Antonio Gardin, Sante Cancian, Domenico Collot, via don Paolo Maneghello, don Angelo Munari… illustri personaggi, artisti di fama, ma anche umili piovani, tutti accomunati dall’aver legato la loro esistenza alle vicende dei paesi di questo comune, San Fior.

Ora anche “via degli Alpini”.

Via degli Alpini, per ricordare la presenza e l’impegno delle penne nere, il loro voler essere in prima linea, anche se in maniera silenziosa, nella vita di questa comunità. Una presenza lunga ormai più di 40 anni, una storia con tante belle pagine, prima fra tutte quella del restauro della chiesetta di San Bernardino (“la nostra chiesetta”).
Con tale significativo intervento le penne nere di San Fior hanno voluto dimostrare il loro attaccamento alla storia di questo paese e tutto ciò che questo paese è stato, hanno voluto dire che non si può spezzare quel filo invisibile che ci unisce alle vecchie generazioni. E’ quello stesso spirito che li porta a tenere in grande considerazione i reduci, i veci del gruppo ed il ricordo di coloro che sono andati avanti.

Cadorin, Barozzi, don Paolo e don Angelo sono ormai passato, i loro nomi sono nella storia e nei libri che narrano le vicende, spesso difficili, di questo paese.

Fra 50 o 100 anni gli alpini saranno ancora parte viva della vita delle nostre comunità o “via degli Alpini” sarà lì a ricordare un po’ di storia o, addirittura, una leggenda?
La domanda aleggia pesante, mentre, sotto una pioggia leggera, le festose note della fanfara accompagnano il taglio del nastro.

La risposta è tutta da scrivere...





Don Francesco benedice il nuovo gagliardetto del gruppo