GRUPPO SAN FIOR |
Dicembre 2016 |
Sgorga improvviso. fresco e silenzioso da profondi meandri misteriosi, a
riflettere la luce e il colore del cielo. E subito prende forza e vitalità
scorrendo tra due siepi altissime, piene di vita, spesso impenetrabili, ricche
di varietà di fauna e flora che le stagioni colorano di tinte intense e
cangianti. È il Rio Posolin che, come vorrebbe rivelare il toponimo stesso, è lo
scorrere di acque limpide e gioiose, nascoste dentro una fittissima vegetazione
che rappresenta anche irresistibile richiamo per una variegata fauna volatile
stanziale e di passaggio. Duecento metri appena. Prima di finire nel Codolo.
Il Codolo. Quel torrente in alcuni punti ora è un rivolo effimero, eppure ha un
po' segnato la nostra esistenza.
Un tempo lungo il Codolo era la vita. Le donne chine sul lavador a spaccarsi la
schiena con il bucato, tutte le stagioni, anche d'inverno quando l'acqua fumava
e i geloni tormentavano mani e piedi. Era per loro anche momento di incontro, di
chiacchiere e di pettegolezzi, poche rimpiangono quei tempi, e solo perché essi
richiamano alla loro memoria la nostalgia della giovinezza passata. Ma per noi
d'estate il Codolo era quello che adesso è Bibione o Jesolo, luogo di incontro,
punto di attrazione, parco giochi con acqua corrente, con bagno nelle fosse che
riuscivamo a ricavare nell'alveo e pericolosi tuffi dal ponte. Per non
dimenticare la pesca delle spinarole che abili mani riuscivano a scovare sotto i
sassi, i guizzi disperati delle piccole prede boccheggianti che mandavano
bagliori argentati, i richiami delle madri perennemente inascoltati, perché era
solo la sera a disperderci dopo esserci ripromessi per l'indomani altri
incontri, altri giochi, altre pescate di spinarole a piedi nudi sui sassi del
Codolo.
A scuola ci insegnavano dove nasce il Po, il Tevere, il Piave ... il Codolo
nessuno sapeva da dove sgorgasse né dove andasse a finire, non ce l'eravamo mai
chiesti: impegnati a sguazzare nell'acqua, questa era l'ultima cosa che ci
poteva venir in mente. Quell'acqua dove passavamo la nostra estate non sapevamo
dove nasce e dove muore. Così come la nostra esistenza. Il Codolo. metafora
della vita. Rio Posolin. Oggi le sue acque, limpide e silenziose, scorrono
all'interno di un parco.
Tutto parte cinque anni fa quando le Penne Nere di San Fior, in occasione del
50° di fondazione del Gruppo, in collaborazione con l'Amministrazione Comunale
si impegnano nella realizzazione di un percorso naturalistico lungo la
risorgiva, che prende il nome di "Parco degli Alpini".
L'ambizioso e articolato progetto, che mira a realizzare un campus scolastico,
sportivo e ricreativo per tutta la cittadinanza Sanfiorese, legato
all'Associazione Fiorot e immerso nella natura, vede coinvolte le vicine
scolaresche in attività di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali.
D'altra parte è nel nostro ambiente che vengono custoditi i valori sui quali si
fonda il rapporto associativo degli Alpini.
E l'Articolo 2 dello statuto ANA recita, infatti, che uno degli scopi
dell'associazione è "promuovere e favorire lo studio dei problemi della montagna
e del rispetto dell'ambiente naturale, anche ai
fini della formazione spirituale e intellettuale delle nuove generazioni".
La realizzazione del parco inizia il 25 settembre 2011, in occasione della
celebrazione del 50° del Gruppo Alpini, con la cerimonia della prima pietra e
l'inaugurazione del totem d'ingresso. Con la sottoscrizione di una convenzione
tra il Gruppo e il Comune, cominciano i lavori, suddivisi in vari stralci da
realizzarsi con la volenterosa e sempre pronta manodopera alpina, supportata da
contributi con scadenza annuale da parte dell'Amministrazione.
Lo scorso anno un finanziamento regionale dà un nuovo impulso alla realizzazione
del questo progetto che si completa con i lavori di un'area di sosta a pic nic.
L'accesso principale è individuato dal totem composto da un monolite in ferro
corten dove troviamo il logo del Gruppo Alpini San Fior e il nome del parco,
affiancato da un blocco in pietra naturale con una formella in terracotta
realizzata dall'artista Isidoro Dal Col e rappresentante la sempre attiva e
costante presenza alpina nel territorio: Uniti per ricostruire.
Inizia così il percorso che lambisce la risorgiva dove è stata sistemata una
palizzata in legno a protezione e presso la quale verrà posato un piccolo totem
a leggio con la Preghiera dell'Alpino.
Nel frattempo è stato portato avanti dalle Scuole elementari di San Fior il
progetto ambientale "Acqua e vita, biodiversità e lettura del paesaggio: la
tutela del patrimonio naturale del Rio Posolin". con il patrocinio della
Provincia di Treviso, del Consorzio di bonifica Piave e la consulenza di lega
Ambiente-Circolo Piavenire, oltre alla collaborazione operativa del Gruppo
Alpini San Fior.
Sono state così installate lungo il Rio Posolin tre bacheche e una decina di
totem con pannelli informativi sulla flora e la fauna dell'area realizzati dai
bambini delle classi IV e V: disegni e descrizioni della flora e della fauna del
luogo proprio in corrispondenza della specie descritta. Alpini e Amministrazione
Comunale insieme in questo progetto. Nella convinzione che anche da una efficace
educazione ambientale delle future generazioni possa nascere il senso di
responsabilità individuale e un nuovo senso civico.
Gfdm