GRUPPO SAN FIOR


Dicembre 2018

Al Bosco delle Penne Mozze e al Museo

Sono numerose le iniziative programmate dal nostro Gruppo per ricordare i 100 anni della Grande Guerra. Tra queste l’invito rivolto agli alunni di terza della Scuola Media di San Fior a una visita al bosco delle Penne Mozze. L'aria è ancora carica di umidità per la pioggia caduta durante la notte. Le nuvole indugiano sui faggi al limite del bosco quasi a segnare la volta di questo strano tempio all'aperto. Accompagnati dagli insegnanti gli alunni arrivano al bosco attraverso il percorso delle acque, un sentiero adiacente il torrente dove, testimoni silenziosi, vecchi mulini parlano di un tempo ormai irripetibile. Una breve cerimonia con la deposizione di un omaggio floreale presso il memoriale viene seguita con grande attenzione dai ragazzi, un momento vissuto in profondo silenzio in questo tempio sacro che ha per parete la roccia che spunta da faggi, abeti e possenti ippocastani e per cupola il cielo. Il direttore del bosco Trampetti, che ringraziamo per aver voluto essere presente, spiega ai ragazzi la storia e le motivazioni che stanno alla base della realizzazione del memoriale. Ricorda che a settembre qui confluiscono le penne nere del Trevigiano per un momento di preghiera in ricordo dei caduti alpini. Momento suggestivo in cui gli alpini di oggi si incontrano con gli alpini di ieri, quelli che con il loro sacrificio hanno scritto la storia delle penne nere. Non meno toccante l’incontro che si celebra nel bosco la vigilia di ogni Natale, quando all’imbrunire gli alpini salgono dalla pianura, spesso sotto i fiocchi di neve, per una prece e una poesia e per accendere un cero che illumini la notte del bosco, in ricordo delle tristi notti di Natale passate dai soldati nella desolazione dei fronti di guerra. Qui ogni sera all’imbrunire una campana rompe il silenzio con dieci mesti rintocchi, dieci rintocchi per gli alpini di quassù e per quelli della pianura, dieci rintocchi per riconciliare gli uomini… Poi ogni ragazzo sceglie il proprio percorso, fermandosi stele per stele a leggere i nomi, le date e i luoghi del sacrificio degli alpini. Accanto a qualche stele qualcuno ha deposto nei giorni precedenti un fiore, a dire che questo luogo è meta di chi sa che quelli che qui vengono ricordati spesso non hanno né tomba né fiori. Dietro a ogni stele ci sono storie di sofferenze indicibili, eppure qui, sotto la grande croce che domina il bosco, regna una grande pace in una quiete irreale. Intanto in questa giornata di aprile che si annunciava piovosa è spuntato il sole, a rendere più vivo il verde che qui, assieme al vorticoso scorrere dell’acqua, è la nota dominante.

A mezzogiorno organizziamo la pastasciutta per alunni e insegnanti presso il capannone gentilmente concessoci dal Gruppo di Cison, custode del memoriale, per recarci poi a Conegliano dove è prevista la seconda tappa di questa giornata.

Inserito nell’area dell’ex caserma Marras, il museo, nato alcuni anni fa, è il frutto della passione e della ricerca storica di un sanfiorese, Luciano Barzotto. Siamo accolti dal direttore Aldo Vidotto che, attraverso foto e cimeli, ripercorre i momenti della grande guerra soffermandosi su vari aspetti, come l’armamento, l’equipaggiamento e il vettovagliamento fornito ai soldati, sottolineando come l’esercito italiano fosse impreparato al conflitto. Vengono illustrate le testimonianze della tragedia vissuta dalle popolazioni dei territori della Sinistra Piave, ricordando che proprio nei nostri paesi, lasciati allo sbando dopo la rotta di Caporetto e occupati dai Tedeschi, il conflitto presentò il suo volto più crudele e violento. Riteniamo sia stata questa una giornata molto interessante, avendo i ragazzi compreso qual è stato il ruolo del Corpo Alpini nella Grande Guerra e quale sia l’attaccamento e il ricordo delle penne nere per i loro caduti. Siamo convinti che avvicinando i ragazzi al difficile tema della guerra e dei conflitti, tema cui sono costantemente esposti spesso senza strumenti necessari a interpretarli, possiamo contribuire a far emergere il valore universale della pace. La giornata è stata anche l’occasione per un concorso letterario sponsorizzato dal nostro Gruppo e sostenuto da un nostro alpino che ha voluto ricordare il figlio prematuramente scomparso. Abbiamo dialogato con ragazzi veramente motivati. Uno ci ha confessato la sua sorpresa, e commozione, nel leggere in una stele il nome del bisnonno materno. Commozione anche nel sentire che la campana del bosco è stata donata da due fratelli di San Fior. Erano bambini quando salutarono il papà alpino che partiva per il fronte russo. Non lo rividero più.

Elio Tonon