GRUPPO SAN PIETRO DI FELETTO


Dicembre 1980

Il Gruppo di S. Pietro di Feletto, intensificando la sua attività, ha organizzato la gita sociale il 20 luglio con meta S. Stefano di Cadore ed una seconda gita con familiari e simpatizzanti sulla cima del Grappa, il 24 agosto e alle quali hanno partecipato un centinaio di persone.
La cronaca della gita sociale di un gruppo di «veci» alpini si riduce un po’ sempre alle stesse cose. E’ un ripetersi di gesti ed impressioni nei quali cambiano i luoghi e le persone, ma nei quali si finisce sempre per parlare della «naja» tanto deprecata, ma della quale ognuno di noi porta in fondo al cuore un nostalgico ricordo.
C’è la cantata nel viaggio di ritorno, c’è la barzelletta arguta, talvolta salace, ma c’è soprattutto quella piacevole impressione di ritrovarsi fra amici, di passare una giornata assieme ricordando, del tempo trascorso, solo le cose belle.
Ed ecco la cronaca, alla spicciolata: si parte di buon mattino e dopo Casarsa il pullman imbocca la strada che si snoda fra i centri di S. Daniele (dove abbiamo fatto merenda), Osoppo, Gemona, Tolmezzo, Sappada, S. Stefano, dove abbiamo consumato il «rancio» al sacco. Questa volta la «damigiana» è arrivata intera così alcuni alpini felettani in armi di stanza nel luogo, ci han dato una mano nel prosciugamento. L’itinerario prescelto rimane ancora uno dei più «battuti», forse un pellegrinaggio a ricordo dei poveri «fradis furlans» così duramente provati dai catastrofici eventi del ‘76. Infatti abbiamo potuto vedere «veci e bocie», col naso spiaccicato al finestrino, posare mestamente gli occhi su quelle masse di detriti che tanti lutti han provocato in questa disastrata terra. Troppo s’è detto e troppo s’è scritto di quelle tristi giornate e pertanto riponiamo la penna che tanto intristisce. Dopo canti e «ombre» coi «bociete» felettani prendiamo la via del ritorno: Lozzo, Pieve di Cadore, Perarolo; a Longarone abbiamo assistito alla Messa nella nuova chiesa, ed infine, lieti per la bella giornata trascorsa, tutti a casa.

La gita del 24 agosto alla Cima del Grappa, oltre ad un pellegrinaggio sui luoghi ove combatterono i nostri nonni, i nostri padri, ha voluto essere una gita istruttiva in quanto, sebbene disti pochi chilometri dal Felettano, pochissimi di noi l’aveva fatta con eguali intenti. Infatti il M. Grappa, isolato e brullo massiccio delle prealpi venete, tra le valli del Brenta e del Cismon, è stato un cardine della linea difensiva italiana nel 1917-18, dopo l’arretramento del fronte dall’Isonzo al Piave, e fu teatro di epici combattimenti, per cui tutta la zona è stata dichiarata monumento nazionale.
Noi l’abbiamo raggiunta prendendo la Strada Cadorna, alle porte di Bassano che, dopo aver superato Romano Alto prende a salire a risvolte con bel panorama toccando Campo Solagna e giungendo dopo una trentina di chilometri al Piazzale Milano. Da qui siamo saliti alla spianata ove sorge il Cimitero Monumentale degli Italiani che nei suoi cinque ordini di loculi contiene ben 12.400 salme di Caduti.
Più in su il Santuario, con la famosa Madonnina del Grappa e da qui parte la Via Eroica che, fiancheggiata da cippi, porta al Museo sistemato nel vecchio cimitero, dietro il quale abbiamo trovato il cimitero austro-ungarico con le sue 10.292 salme.
Peccato che non tutti abbiano potuto visitare la Galleria Vittorio Emanuele, nel Piazzale Milano, che è e rimane una delle più grandiose opere militari (lunga circa 1500 metri) da cui si snodano numerosi bracci laterali con le postazioni dei cannoni.
Dopo il solito «rancio al sacco» e l’acquisto delle classiche «formagèe» il ritorno per Seren, Feltre e Pedavena per gustare la birra locale e, fra canti e barzellette, il lieto ritorno alle proprie case.

Il 13 dicembre ci sarà l’annuale Assemblea dei Soci con le votazioni per il rinnovo dello stesso ed è nella speranza che qualche giovane, sensibilizzato anche dal fatto che — sia pur minimo — un rinnovamento ci dev’essere, voglia entrare a far parte del Consiglio in quanto le nuove leve e le nuove forze sono linfa vitale pel Gruppo.