GRUPPO SAN PIETRO DI FELETTO |
Giugno 1993 |
24-25 aprile 1993
La sagacia, la determinazione delle penne nere di S. Pietro di Feletto hanno avuto ragione delle piccole difficoltà,
incontrate all’inizio della loro progettazione per avere una loro dignitosa sede.
“Chi la dura, la vince”, replicavano i bravi alpini: la forza di volontà, l’opera offerta
con grande entusiasmo hanno permesso loro di festeggiare un altro punto di arrivo, e voluto ricordare questo importante
evento con una semplice, quanto sentita manifestazione, coinvolgendo non solo gli alpini, ma pure la popolazione locale.
Inizialmente il parroco di Rua (custode dell’immobile) ha avuto delle perplessità ad aderire alla richiesta delle penne
nere, che insistentemente chiedevano l’usufrutto di uno degli antichi “eremi” per costituire finalmente la loro sede,
con l’impegno di una decorosa sistemazione del piccolo stabile, in stato di abbandono.
Il vescovo di Vittorio Veneto mons. Eugenio Ravignani, interpellato dallo stesso parroco, tranquillizzò il prelato
dicendogli: “Conosco molto bene gli Alpini, sono uomini straordinari, degni di incondizionata fiducia, la loro
disponibilità, i loro interventi sono un toccasana per il sociale e per la cultura... li lasci fare".
E così i bravi alpini di S. Pietro si sono rimboccati le maniche e si sono messi immediatamente all’opera,
ristrutturando lo storico “sito” del 600, già pro tempore, dimora degli Eremiti della compagnia di S. Romualdo -
Camaldolesi di Monte Corona - posto - come altri - nella più amena altura che si trova entro i confini dell’antichissima
Pieve di San Pietro di Feletto, denominata “Colle Capriolo”, dove ha sede anche la Chiesa e il Municipio.
La storia del loro paese segna una tradizione popolare che con i secoli ha subito una metamorfosi, conservando però
ancora parte della vecchia configurazione del luogo, con boschi e preziosi vigneti, produttori di un ottimo vino. E’ un
paese grazioso a 226 m. sul livello del mare, e l’intero Comune di S. Pietro, contornato dalle frazioni di Rua (sede
capoluogo), S. Michele, S. Maria (sede di un gruppo alpini), Bagnolo non dovrebbe superare le 4500 anime. E’ sempre
stata una zona di reclutamento alpino.
La costituzione del Gruppo Alpini di S. Pietro di Feletto risale all’11 novembre 1935.
Durante e negli anni seguenti l’ultimo conflitto mondiale, il Gruppo, come del resto anche altri, ebbe momenti di pausa
e di immobilismo.
Esso rinacque nel novembre 1960, e da allora si sono succeduti quali capigruppo il cav. Giovanni Ceschin e il Cav.
Narciso Piccin, attualmente è un giovane: Mario Casagrande.
LA CRONACA
La manifestazione ha avuto inizio il sabato sera 24 aprile con l’esibizione del coro “Stella Alpina” di Treviso, presso
l’antico eremo camaldolese.
Sotto la direzione del maestro Diego Basso il coro ha stupendamente interpretato canti popolari, di montagna ed alpini.
presentati simpaticamente e con una straordinaria dizione da Otello Bacchin componente il coro. Il concerto corale si è
concluso con l’esecuzione della notissima canzone-preghiera di De Marzi “Signore del Cime”, che ha maggiormente riscosso
applausi.
Personalmente ho vissuto alcuni istanti piacevoli, nel ricordo nostalgico del passato, di quando facevo parte del Coro
C.A.I. di Montebelluna. nel sentire la vecchia “canta’ composta da Zanon: “Benedetto chi che canta, chi che ascolta, chi
che sona e... chi che beve...”, canzone che non avevo più sentito cantare dai primi anni del ‘50. La domenica successiva
dopo l’alzabandiera sul pennone posto nel piccolissimo, pensile verde della sede, il breve sfilamento lungo la la
principale del paese, preceduti dalla Banda Alpina, abbiamo assistito alla S. Messa celebrata dal parroco don Mario.
Sono seguite, sempre accompagnati dalle note della Banda Alpina, la deposizione di una corona al monumento ai Caduti, la
benedizione - impartita da con Nilo Tonon - e l’inaugurazione della sede con il taglio del nastro tricolore da parte dei
presidente della sezione Luigi Basso e dall’assessore comunale Graziano Ceschin, accompagnati dalla madrina Paola
Roberti, dagli assessori Maria Botteon e Gino Sonego.
Ad epilogo della manifestazione sono intervenuti il capogruppo Mario Casagrande, l’assessore Ceschin - in sostituzione
del sindaco avv. Luigi Bazzo impossibilitato a presenziare per uh recente intervento chirurgico - e il presidente
sezionale Luigi Basso.
Il capogruppo Casagrande nel salutare cordialmente tutti gli intervenuti, ha voluto rivolgere un particolare
ringraziamento al capogruppo onorario cav. Narciso Piccin, e ricordare con gratitudine il compianto parroco don Piero De
Bettin che con il loro interessamento e la loro disponibilità hanno reso possibile agli alpini di S. Pietro di avere una
sede per i loro costanti incontri.
Ha inoltre ringraziato tutti i soci, e gli amici e tutti coloro che con materiale e manodopera hanno contribuito
alla realizzazione strutturale, della sede; l’amministrazione comunale, la Pro Loco, il comitato festeggiamenti di
Bagnolo, il gruppo alpini “M.O. Pietro Maset”, le brave donne e i cuochi. Un particolare ringraziamento ha rivolto al
segretario Angelo Miraval, e inoltre ha inviato un saluto ed un augurio di una pronta guarigione al sindaco.
Un pensiero di ringraziamento lo ha rivolto alla Banda Alpina, diretta da Zorgno.
L’assessore Ceschin ha portato il saluto dell’amministrazione comunale riconoscendo alle penne nere lo spirito di
aggregazione, la naturale disposizione ad operare nel campo socio-umanitario e nel ripristino di opere culturali, che
viceversa andrebbero sempre più in degrado. Poi ha letto una lettera del sindaco avv. Bazzo indirizzata agli alpini, dal
seguente contenuto: “mi dispiace sommamente non poter esser presente all’inaugurazione della vostra sede che avete
preparato con tanta cura ed entusiasmo. Mi trovo motivatamente assente ed impossibilitato in assoluto di qualsiasi
apporto personale e materiale in occasione della vostra cerimonia. Quindi, cari alpini, non mi resta che esprimervi
tutta la mia gratitudine per la vostra sempre feconda e generosa attenzione a tutti i problemi e a tutti gli avvenimenti
che interessano la società civile, nonché le attenzioni sempre riservate al sottoscritto. Vi ringrazio dell’invito,
pregandovi di esprimere il mio grazie sincero alle autorità e a quanti saranno presenti per onorare la vostra sentita ed
apprezzabile manifestazione inaugurale.
Con i cordiali saluti, la più sincera, leale e generosa gratitudine.”
Quindi il presidente Basso nella sua locuzione ufficiale, tra l’altro, ha detto: “Cari alpini, in questi giorni ho letto
il libro “Rua di Feletto” del vostro concittadino lo storico don Nilo Faldon sul vostro Paese. Mi piace qui ricordare
alcuni passi che mi ricollegano al significato della manifestazione odierna e all’impegno di ognuno di voi.
Ad esempio la conclusione dove don Nilo afferma: “E’ difficile essere protagonisti della storia del proprio tempo.
Eppure dovremo farlo tutti, almeno la storia della nostra famiglia e del nostro paese”. Ed è questo - egli ha proseguito
- cari alpini, che avete fatto con il vostro lavoro iniziato nel 1986 ristrutturando l’antica cella dei frati
Camaldolesi avete recuperato un pezzetto di storia ed avete reso un servizio al paese, che tanto vi apprezza e vi stima.
Oltre tutto avete così ottenuto una magnifica sede, dove svolgere le vostre attività, in armonia, con quello spirito
fraterno che contraddistingue noi alpini. Penso di rendermi interprete anche della comunità tutta nel ringraziamento di
aver salvato un patrimonio storico di immenso valore, diventando così protagonisti del vostro tempo. Bravi!
Un plauso sincero vada a tutti gli alpini di S. Pietro ed al loro capogruppo Mario Casagrande che con costanza,
caparbietà e disponibilità sono riusciti a realizzare quest'opera, punto di riferimento fondamentale per la vita
associativa.
Un grande esempio è venuto anche dai precedenti capigruppo, il cav. Narciso Piccin che con encomiabile spirito di
dedizione ha condotto il gruppo per circa 20 anni, e il suo predecessore il bravo cav. Giovanni Ceschin.
Con loro va ricordato l’infaticabile segretario Angelo Miraval. Il gruppo è cresciuto in questi ultimi anni, ed oggi
annovera 90 soci e tanti amici. Esso è l’anima delle varie attività sociali del paese, in perfetta sintonia con la
locale Pro Loco e l’amministrazione comunale. ed è quale punto di riferimento anche per le altre associazioni. Fra gli
altri impegni, il gruppo sta lavorando al rifacimento e al restauro del capitello di S. Antonio ed è molto attivo
all’interno della Protezione Civile e del Gruppo Sportivo Alpino.
Infine Basso ha ricordato la costruzione dell’asilo a Rossosch e la sua inaugurazione a settembre, opera nella quale è
molto impegnato il nostro socio, consigliere nazionale geom. Lino Chies, il quale si è fatto promotore, con il gruppo di
Ogliano, alla costruzione dei serramenti dello stabile. Ha ricordato pure le varie iniziative della sezione, il
calendario della manifestazione a livello nazionale, nelle quali la nostra sezione sarà formalmente presente. La
manifestazione si è conclusa con la consegna, da parte delle autorità, degli attestati di benemerenza ai seguenti soci:
Narciso Piccin capogruppo onorario: Mario Da Dalt; Ernesto Del Pizzol: Guglielmo Antiga; Mario Meneghin; Ferruccio
Antiga: Gino Collodel; Agostino Affili: Mario Fardin e Angelo Miraval segretario. La partecipazione delle penne nere è
stata buona, ed erano presenti le associazioni dell’AVIS, dei Bersaglieri di Conegliano e dei Combattenti e Reduci di S.
Pietro. La nostra sezione era presente con il Vessillo, con la quasi totalità dei gagliardetti, con lo “staff”
dirigenziale: il presidente Luigi Basso, i vice presidenti Battista Bozzoli e Nino Geronazzo. Un buon rancio preparato
dai bravi cuochi alpini e dalle loro gentili signore ci hanno sufficientemente ristorato.
Renato Brunello
COLLODEL Lorenzo classe 1920. Arruolato nel 1940 nella 15a batteria, partecipò alla guerra nei balcani. Subì sei mesi di prigionia in Grecia. Rientrato in Italia, dalla distrutta Julia, divisione di appartenenza, venne destinato alla divisione Alpi Graie ed inviato in Jugoslavia sul Montenegro. Gli e stata concessa la croce al merito.
COLLODEL Gino classe 1920. Arruolato nel 1940 nel 10° alpini, venne inviato sul fronte occidentale. Successivamente partecipò ai combattimenti nei balcani, Albania-Grecia e Montenegro. Dopo il 18 settembre venne inviato a presidio in Francia.
DA DALT Mario classe 1924. Arruolato nel 1941 nel 7° reggimento alpini fu mandato a presidio in Francia. Fatto prigioniero successivamente dai tedeschi., riuscì a fuggir e a rientrare in patria. Ripreso venne inviato al Piave a costruire fortificazioni.
BARDIN Mario classe 1920. Arruolato nel 1940 nel 3° artiglieria Val Piave; venne inviato sul fronte occidentale. Successivamente partecipò ai combattimenti in Albania e Grecia. Rientrato in patria, venne destinato al 3° artiglieria gruppo Udine ed inviato in Russia. Prese parte oltre tutto alla leggendaria battaglia di Nikolajewka. Al rientro venne congedato per aver avuto un fratello morto in Russia, pure alpino.
DE PIZZOL Ernesto classe 1925. Arruolato nel 1944 nel battaglione Feltre, partecipò poi alla lotta di liberazione nel trentino con la brigata Garibaldi “Leo Di Biasi".
MENEGHIN Mario classe 1921. Arruolato nel 1941l nel battaglione Feltre, venne inviato nel Montenegro. Al rientro in patria, fu inviato successivamente a presidio in Francia. Ottenne il congedo anticipato per aver avuto un fratello artigliere deceduto in combattimento in Russia.
ANTIGA Ferruccio classe 1915. Nel 1936 prestò servizio militare nel battaglione Cadore. Venne richiamato una prima volta nel 1939 ed al secondo richiamo nel 1940, partecipò alla campagna di Francia. Rientrato in patria, venne subito inviato nei balcani dove partecipò ai combattimenti in Albania-Grecia e Montenegro.
MENEGHIN Alfredo classe 1923. Arruolato nel 1923 nel 3° artiglieria, venne destinato a Bressanone, poi a Caserta e successivamente inviato in Grecia zona operazione. Catturato dai tedeschi, venne deportato in Germania nel campo n. 3 a Berlino matricola 55297. Liberato dall'esercito russo, rientrò in patria alla fine delle ostilità. Gli è stata concessa la croce al merito.
AFFILI Agostino classe l921. Arruolato nel 1941 nel battaglione Cadore, partecipò alle operazioni nei balcani in particolar modo sul Montenegro. Al rientro fu inviato a presidio in Francia. Dopo l'8 settembre fu catturato dai tedeschi e fortunosamente riuscì a sfuggire alla deportazione.
ANTIGA Guglielmo classe 1920. Arruolato nella compagnia mortai nel 1940, partecipò alle operazioni nei balcani.