GRUPPO SANTA LUCIA |
Giugno 1990 |
In un’atmosfera genuina e gioiosa, intrisa soprattutto di significati umani, che vanno ben oltre l’immagine di una
pura festa, si è svolta nella nostra spaziosa sede, domenica 26 novembre, l’annuale pranzo sociale, con la
partecipazione non solo dei soci alpini, ma anche delle autorità e della gente che ci segue sempre con grande affetto.
Questa manifestazione,
l’ultima nel tempo del nostro fitto calendario del 1989, è stata il degno corollario di un’annata certamente non priva
di grosse soddisfazioni all’interno della vita sociale ed umana del nostro gruppo. Eppure il 1989 era iniziato con
presupposti non facili, visto che all’inizio dell’anno era stato rinnovato il direttivo con l’elezione di un nuovo
capogruppo - dopo il ritiro forzato del “vedo” Davide —; ma tali opinabili problemi sono stati risolti alla base, con
grande solidarietà e cooperazione e con il senso di amicizia e di fiducia che regnano fra noi alpini santalucesi.
Tant’è vero che tutte le manifestazioni, che hanno fatto parte integrale del nostro calendario, hanno confermato una
partecipazione numerosa e sentita da parte dei soci e degli amici degli alpini. E così dai quaranta partecipanti
all’Adunata Nazionale di Pescara, siamo passati alla presenza di centotrenta, sia alla gita sociale che al Raduno al
Bosco delle Penne Mozze.
Il punto fermo della nostra attività rimane, ormai da molti anni, il tradizionale incontro con gli Anziani della “Casa
di Soggiorno”, durante il quale, oltre a manifestare il nostro affetto e tenere viva la doverosa nostra attenzione verso
le persone della terza età, esterniamo la nostra gioia con castagne arroste e un “bon goto de vin”.
Tornando al pranzo sociale, che ha avuto la partecipazione di quasi duecento persone, è da rilevare che è stato
preceduto dall’immancabile S. Messa, celebrata dal parroco don Oreste Nespolo - sempre a noi vicino - e da una
cerimonia, che nella semplicità — come è consuetudine di noi alpini - ha avuto momenti commoventi, quando sono stati
consegnati degli attestati di merito a cinque nostri esemplari soci, che in questi anni, cioè dalla fondazione avvenuta
nel 1958, hanno lasciato
un’impronta indelebile del loro concreto operato. Il capogruppo Claudio Bernardi, dopo alcune espressione significative
di elogio, ha chiamato uno ad uno - di fronte a molti rappresentanti del mondo politico e sociale, e naturalmente dei
soci e familiari — i premiati in evidente stato emotivo: Giuseppe Ciprian e Olindo Minet soci fondatori e per anni
consiglieri; il capogruppo onorario cav. Davide Bernardi — che è stato alla guida del gruppo per tredici anni -; Antonio
Benedosso per anni consigliere ed operoso segretario - per il quale il premio è stato consegnato al figlio Giuseppe,
anch’egli solerte e validissimo socio; e infine Augusto Busatto, che fu il “bocia” fondatore del gruppo, ed ora pur
essendo il consigliere di più lunga militanza, è sempre in prima fila quando è necessario rimboccarsi le maniche ed
offrire la fattiva opera, durante tutte le nostre iniziative.
Certamente una targa ed un diploma sono in fondo un gesto simbolico, mentre tutti noi alpini sappiamo che ben più grande
e sentita è la nostra riconoscenza verso coloro che tanto hanno fatto per il nostro sodalizio.
L’anno precedente tale attestazione di benemerenza è stata conferita ad altri due soci: il vice capogruppo Antonio
Brisotto e al consigliere Egidio Zambon.
Un analogo riconoscimento è stato consegnato alla signora Vittoria Bernardi - figlia del capogruppo onorario Davide -
per aver espletato con diligenza e solerzia le funzioni di segretaria del gruppo.
Il simposio si è concretizzato nell’armonia e nell’amicizia più schietta, durante il quale si sono rinverditi i ricordi
degli oltre trent'anni di vita del gruppo, col pensiero riverente verso coloro che ci hanno preceduto nel “paradiso” di
Cantore, con la convinzione che lo spirito di quelle penne nere vive ancora in noi e che continua a guidarci col nostro
cammino, sempre.
Renzo Sossai