GRUPPO SANTA LUCIA


Dicembre 2002

RICORDO DI FRANCO GALLINI

Ci è giunta la notizia, come un fulmine a ciel sereno. Il 28 marzo scorso si è spento, a seguito di varie emorragie, Franco Gallini, il papà della “via di natale”.
Quando una persona di così grande spessore morale lascia questa esistenza terrena, prevale talvolta il rammarico di non averla conosciuta ancor più profondamente, di non aver passato assieme ancora qualche attimo, di non aver potuto magari, carpire ulteriormente alcune delle mille e più sfumature che la rendevano veramente speciale. Ma è anche vero, che se mai avessimo conosciuto uomini come Franco, non ci sarebbe più il senso dell’impegno sociale, non ci sarebbe più la voglia di dare spontaneamente senza avere qualcosa in cambio e quindi, dobbiamo essere grati a Dio d’averlo messo al mondo, permettendoci di coglierne l'esempio.
Immaginare solamente che dal niente sia potuto sorgere il C.R.O. di Aviano e con esso la ricerca e la cura più sofisticata contro il male del secolo, pensare che già decenni fa egli si impegnava in campagne radicali di prevenzione e che infine si potesse sognare una degna dimora per ospitare i malati terminali e i loro cari, come le case 1 e 2 della “via di Natale”, da l’idea dell’incommensurabile opera di Franco, definito da molti “agitatore di solidarietà”. Egli è stato di tutto ciò ideatore e fautore, assieme alla moglie Carmen e ai moltissimi altri fedeli collaboratori. Già al primo incontro, di lui colpiva il sorriso accattivante e una carica di ottimismo tale da affrontare ogni impresa, anche quelle che sembrano pura utopia. Instancabile in tutte le sue attività: lavoro, impegno nello sport pordenonese, “via di natale”.
Egli sapeva smuovere ostacoli di ogni natura, infervorando ed estrapolando da ogni persona con cui aveva contatto, il meglio della stessa. Fatale dunque, che nel suo cammino di “agitatore di solidarietà” dovesse incontrare gli alpini dell’A.N.A.
Franco Gallini, artigliere a1pino delta Julia, che ben conosceva la disponibilità dell’A.N.A. verso il volontariato, ebbe dagli alpini di Pordenone e non, un apporto fondamentale per costruire con malta e mattoni, le case 1 e 2 e per organizzare poi, le “cucciolate” nei vari paesi triveneti.
Mancherà a tutti il nostro Franco, anche a noi del gruppo S. Lucia. Pensiamo che il modo più vero e coerente di ricordarlo, sia il mantenere, e possibilmente aumentare, l’impegno nell’organizzare le future lucciolate.

Renzo Sossai