GRUPPO SANTA LUCIA |
Settembre 2007 |
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E’ un modo del tutto particolare quello che hanno scelto le Penne Nere di Santa
Lucia per dire "grazie" a chi ha contribuito alla realizzazione (ormai è quasi
fatta!") della Casa degli Alpini.
I presenti alla cerimonia, o meglio alla festa, non hanno sentito il nome di una
ditta, quello del tai assessore o del benefattore particolare, che pur ci sono
stati, ma un grazie corale che è arrivato nel cuore di ognuno.
Il capogruppo Claudio Bernardi ha ringraziato tutti con parole sincere e
riconoscenti. Ha voluto accanto a sé il parroco don Oreste Nespolo per la
benedizione, il sindaco Fiorenzo Fantinel primo rappresentante della comunità,
il presidente sezionale Antonio Daminato (inutile dire perché) e il progettista
della Casa Claudio Fortran.
E sono state proprio le parole di Claudio Fortran, geometra progettista
dell’edificio, a suscitare l’intensa ammirazione dei presenti. Il progettista,
che non è un alpino, ha attribuito al ricordo del padre Bruno, lui sì alpino
della prima ora, la fonte di ispirazione architettonica della sede e si e detto
onorato di aver lavorato al fianco delle penne nere.
Dal luglio scorso dunque i 250 soci alpini di S. Lucia e i 50 amici degli alpini
hanno definitivamente lasciato (lasciato in ordine si intende) la storica sede
di via Crispi per il nuovo edificio di via Foresto Est e nel suo intervento
conclusivo il capogruppo Bernardi ha voluto ringraziare, in particolare, i
componenti del consiglio direttivo, per il sostegno e lo stimolo a portare a
termine in tempi brevi l'opera. Bernardi ha fatto capire che non c’è capogruppo
che tenga se non è supportato dalla forza, dal sostegno morale e materiale del
gruppo dirigente.
Mentre ascoltavo le parole di Claudio mi sono venute in mente quelle del
presidente nazionale Corrado Perona in occasione del nostro Ottantesimo. “Alpini
stringetevi intorno al vostro Capogruppo!” aveva detto, anzi aveva tuonato dal
microfono di piazza Cima il nostro Presidente nazionale.
Parola profetiche perché se è vero che non sono mancati gli aiuti significativi
per la costruzione della nuova sede di Santa Lucia, in primis quello del Comune
che ha donato l’area, quella sera tra un discorso e un bicchiere di vino sincero
ho avuto testimonianza di una partecipazione e di un sostegno all’iniziativa in
alcuni casi commovente.
Perla della serata (lasciatemelo dire) resta però il menù, con un antipasto in
cui spiccavano le sardine fritte al momento e un prosecco alla giusta
temperatura. Poi la leccornia, con un maiale di oltre 2 quintali cucinato intero
per 24 ore a fuoco lento fino a trasformarlo in una delizia per il palato.
Verrebbe da dire che una Casa così andrebbe inaugurata per stralci...
L’inaugurazione ufficiale la prossima primavera in occasione del Cinquantesimo.
lo mi prenoto fin d’ora.
Antonio Menegon