GRUPPO SANTA LUCIA DI PIAVE |
![]() Luglio 2015 |
E' un regalo grande e prezioso, quello che ha ricevuto il Gruppo S. Lucia dalla partecipazione del caro Giacinto
Feltrin, detto “Primo”, all’annuale pranzo sociale del 30 novembre 2014.
Giacinto Feltrin è l’ultimo nostro reduce della
tribolata Campagna di Russia. Ha novantadue anni, essendo nato il 27 agosto 1922 a San Fior. Arrivato il 1° febbraio
1942 nella 14° Batteria del Gruppo Conegliano 3°Rgt Artiglieria da Montagna, dopo l’addestramento ad Osoppo, venne
mandato nell’agosto del 1942 in quello che sarebbe diventato l’inferno russo, con la tradotta partita da Gorizia. Della
sua vicenda personale ha parlato sempre poco, dando l’impressione d’aver visto cose inenarrabili che ha cercato di
rimuovere dalla propria mente, soprattutto per non creare disagio in chi si sarebbe potuto turbare nell’ascoltare cosa è
stato il terribile e disumano ripiegamento dei militari italiani dal Fronte Russo. Nel corso di tanti anni ha accennato
con fatica al sentore della “carne umana bruciata” probabilmente frutto dei cannoneggiamenti dei carri armati russi e
degli altri pezzi di artiglieria così superiori rispetto agli armamenti dei nostri artiglieri alpini.
Tra le poche cose
che non è riuscito a dimenticare è l’immagine di un’isba, in cui sicuramente ha ricevuto un po’ di ristoro che gli ha dato la forza per continuare a camminare, nell’infinita pianura russa.
Infine non
riesce a cancellare il disgusto provato per quei fascisti così moralmente vuoti e insignificanti che nella primavera del
1943, al ritorno in Italia, hanno volutamente ignorato il dramma di questi uomini mandati allo sbaraglio esclusivamente
per giochi di potere, come merce di scambio e riparazione di precedenti errori strategici.
Più di tanto non ho voluto
che scendesse in altri particolari, perché so che insistere, a lui come ad altri reduci, provoca un dolore e un
risentimento molto profondo e l’ultima cosa che vorrei fare è speculare su questi “ragazzi” ormai ultra novantenni.
Primo Feltrin, io lo conosco da più di quarant’anni e mi è veramente caro per essere stato una presenza simpatica della
mia infanzia.
Era quell’uomo alto e magro coi baffi e spesso con la cicca in bocca, che salutava mio padre con grande
cordialità e regalava a me un sorriso e un pacchetto di caramelle. E più avanti lo ha regalato anche a mio figlio Marco che ora ha
vent’anni.
Da un po’ di tempo ho capito quanto uomini siano stati loro, nel riuscire a non disumanizzarsi in quella
terribile vicenda e quanto sia stato il loro apporto nel secondo dopoguerra, quando tutto era da ricostruire e c’era
solo la loro pulizia morale e la loro voglia di fare.
Se le gambe non sono più quelle di una volta, quelle per
intenderci che gli consentirono di “tornare a baita”, la forza nelle mani è rimasta intatta e i suoi occhi distinguono
immediatamente la mia persona. Un misto di gioia e commozione ci avvolge nel momento dell’abbraccio.
Poco dopo arriva il
Capogruppo Claudio Bernardi assieme al suo consiglio e agli ospiti illustri presenti, come il Presidente Sezionale
Giuseppe Benedetti, il consigliere delegato Gino Dorigo e il Sindaco di Santa Lucia di Piave Riccardo Szumski.
E allora
il momento è propizio per scattare una foto assieme al nostro caro “Primo”. È un attimo impagabile che corona una
splendida giornata piena di alpinità che la presenza di Giacinto Feltrin ha ulteriormente suggellato. Per questo le
penne nere santalucesi sono immensamente grate ai suoi famigliari che l’hanno portato in sede, con i suoi amici alpini.
Renzo Sossai
Con il Presidente Giuseppe Benedetti, da sx: Ennio Papa, Claudio Bernardi, Renzo Sossai, Giacinto Feltrin, Silvano
Feltrin