GRUPPO SANTA MARIA |
Giugno 1973 |
Giornata di sole e di lieta serenità alpina domenica 18
marzo a S. Maria di Feletto.
Dopo mesi di silenzio, al fine di riprendere il tempo perduto, il Gruppo ha voluto essere il primo della Sezione a dare
l’avvio al 2° Centenario delle Truppe Alpine con una manifestazione ben riuscita.
Il bravo capogruppo Da Dalto, assistito dai suoi validi e attivi consiglieri, ha fatto le cose con signorilità e
perfetta organizzazione.
Alle 9 ammassamento in piazza S. Maria, dove affluiscono gagliardetti, bandiere, stendardi ed alpini nonché la banda
alpina diretta dal sempre attivo maestro Ceschin.
Striscioni inneggianti agli alpini e di benvenuto, sono appesi attraverso le vie del paese e vibrano alla brezza
primaverile, mentre i primi canti e gli abbracci danno il via agli incontri più cordiali di amici che da tempo non si
incontravano.
Alle ore 9,45 inizia la sfilata aperta dalla Banda, seguita dalla corona, dal Coro Castel, dal Gonfalone del Comune di
S. Pietro di Feletto, dal vessillo della Sezione col suo alfiere cav. Battistuzzi medaglia d’argento e scortato dai due
Vice Presidenti, dai gagliardetti dei Gruppi.
Sono presenti i gagliardetti di S. Maria di Feletto, Pianzano, Mareno, Fontigo, S. Pietro di Feletto, Vazzola,
Corbanese, Conegliano-città, S. Fior, Collalbrigo, Pieve di Soligo, Ogliano, Colfosco, Refrontolo, Solighetto, Bibano,
Parè, Santa Lucia.
Tra le autorità abbiamo notato il Sindaco di S. Pietro di Feletto con fascia tricolore, il colonnello dott. Momola, il
magg. Gugel e la Medaglia d’Argento cav. Ampelio Rossi.
Alle ore 10, S. Messa officiata dal nostro Cappellano don Giuseppe Tonon che alle feste dei suoi Gruppi non manca mai.
Durante la Messa il Coro Castel ha cantato le canzoni più suggestive che il suo vasto repertorio potesse offrire
nell’impostazione del clima alpino.
Ultimata la Messa con la preghiera dell’Alpino, si riforma il corteo per deporre al monumento dei Caduti il nostro
riconoscente omaggio.
Su un palco costruito all’alpina, ha luogo la consegna del fazzoletto del Centenario alla Madrina del Gruppo signorina
Luisa Vazzola, con la consegna del relativo attestato da parte del Sindaco di S. Pietro di Feletto, poiché la Madrina
per circostanze varie non ha potuto essere presente alla nostra imponente manifestazione del 3 settembre.
Prende poi la parola il Vice Presidente Ten. Col. Piasenti che sostituisce nella cerimonia il Presidente ricoverato in
ospedale.
Nel porgere il saluto e il pensiero del Presidente a tutti i presenti i quali gli auspicano una pronta e completa
guarigione, rivolge l’augurio più fervido al nostro Cappellano, il nostro caro Don Bepi di cui ricorre oggi il suo
onomastico.
Poi prosegue:
«Sul vostro manifesto è riportata una frase che merita di essere sottolineata.
Mi riferisco all’invito fatto alla popolazione di esporre la bandiera tricolore, poiché essa è il simbolo di una terra
che si chiama Patria e di una civiltà che si chiama ITALIA.
Ma quando noi parliamo di Patria c’è chi ci deride perchè citiamo parole di tempi ormai passati, come se il focolare
domestico, i nostri affetti più cari, i nostri ricordi più sentiti, i nostri Morti, il nostro posto di lavoro e di
svago, non facessero parte di questa grande comunità che si chiama Patria.
Chiedetelo agli emigranti il senso di nostalgia che dà questa parola e chiede- telo ai combattenti che per questa parola
hanno dato vita e sangue!
«Guardare i nostri meravigliosi monti – tra cui scorrono limpide le acque dal ghiacciaio, i nostri verdi boschi pieni di
speranze e di sogni, i nostri campi floridi e promettenti e ditemi se tutto ciò non vi parla di Patria, Patria che noi
Alpini vogliamo feconda, prospera e in pace e dove esista comprensione reciproca, affetto e stima. Ecco cosa vogliamo
noi! Non la guerra come chi in mala fede ci vuole attribuire
Noi crediamo ed additiamo l’insegnamento che ci viene dai nostri Morti, un insegnamento che ci autorizza a pretendere
che nessuno possa mai arrogarsi il diritto di ignorare i supremi interessi della Patria, di disconoscere il rispetto
dovuto a quelle leggi che ci rendono liberi, di ignorare l’adempimento dei doveri che esse ci impongono.
In questo periodo nel quale tutto si contesta, nel quale si assiste ad un continuo svilimento dei valori morali; in
questo periodo nel quale il sentimento nazionale patrimonio eterno ed indistruttibile di noi italiani, viene
continuamente offeso e calpestato nei suoi simboli e nelle sue più chiare espressioni, anche noi vogliamo contestare
contro questo dilagante malcostume. E noi contestiamo in un modo tutto nostro, ma più civile. Contestiamo con la nostra
onestà e rettitudine di azioni perchè abbiamo le mani pulite; contestiamo con la nostra serietà e dignità perchè non
siamo venduti a nessuno; contestiamo con la nostra disciplina perchè è segno di rispetto verso l’autorità dello Stato;
contestiamo con il nostro elevato ed invidiato spirito di corpo perchè non abbiamo correnti o sottocorrenti che ci
dividono; contestiamo la violenza perchè noi vogliamo la pace; contestiamo, contro le degenerazioni, con la nostra
armonia e compattezza, e di fronte alle guerre, alle battaglie, alle lotte che tutti i giorni imbrattano i giornali
della nostra terra, noi dall’alto dei nostri monti, puri come l’aria delle rime che respiriamo, al cospetto di quel Dio
che sorregge i nostri difficili passi, commiseriamo e compiangiamo tali miserie e nel nostro disprezzo verso tali
miserie umane, solleviamo lo sguardo alle nostre cime che ci hanno insegnato la fatica e ad essere uomini e accompagnati
dall’eco delle nostre valli, cantiamo.
Sì! Cantiamo per non pensare agli amici rimasti sui monti della Grecia perchè là nella Grecia c’è la Vojussa che col
sangue degli Alpini si è fatta rossa... per non pensare ai fratelli friulani del «Gemona», affondati con il Galilea
nell’Adriatico, per non pensare ai Caduti nei Balcani o sulle riarse Ambe di Etiopia, per non pensare a tutte le Penne
Mozze spezzate sul Don a sacrificatesi a Nikolajewka al grido di «Tridentina avanti»; per non pensare ai giovani
commilitoni caduti a Malga Sasso, a Cima Vallona, al Ponticello di Braies, ai giovani caduti al Passo di Gavia e sotto
la slavina a Passo di Resia; compagni, commilitoni, fratelli ed amici che sono però sempre cari e scolpiti nel nostro
cuore.
L’Alpino, disse un giorno il nostro amato scomparso Presidente Nazionale Ugo Merlini, è un uomo paziente, semplice,
cordiale, ben disposto verso tutti, ma ha la testa dura, è cocciuto, sa quello che vuole, è un giudice severo ed è anche
un ribelle. Un ribelle ordinato e silenzioso contro tutto quello che marcisce in Italia. La nostra Associazione è
spiritualmente tanto forte da permettere ad uomini di più generazioni di sfilare insieme. E’ una associazione che
potrebbe tranquillamente aderire a quel movimento che si chiama «ITALIA DA SALVARE» non per concorrere al salvataggio di
monumenti, ma al salvataggio del nostro patrimonio morale.
La Sezione di Conegliano, apre questo secondo centenario degli alpini, con la cerimonia di uno dei suoi più vecchi
Gruppi: il Gruppo di S. Maria di Feletto retto dal caro e bravo Da Dalto coadiuvato da valenti consiglieri, a cui
seguiranno certamente altri Gruppi. Noi abbiamo ormai cento anni, ma lasciamo in retaggio ai giovani del secondo
centenario, pagine di valore, di incitamento e di sprone, di eroismi e di indistruttibile gloria, pagine nelle quali il
sacrificio è sempre stato all’insegna del Tricolore, della nostra meravigliosa bandiera, che è la terra, i monti, i
mari, il cielo e tutte le bellezze della natura che ci circondano, l’aria che respiriamo, il sangue di chi è caduto
nell’adempimento del dovere o nel raggiungimento di un ideale che ci permette di vivere liberi, la zolla che ricopre i
nostri morti; la Fede l’Amore, il vibrante entusiasmo dei nostri avi; le fatiche, l’affanno, la gioia di chi studia e di
chi produce con la mente e col braccio; il dolore, il sudore e la struggente nostalgia degli emigranti; la tua famiglia,
la tua casa ed i tuoi affetti più cari; la speranza, la vita dei tuoi figli.
Ricordatevi che al di sopra di ogni ideologia, la bandiera l’avrete sempre come unico simbolo di concordia e di
fratellanza tra gli italiani, ricordatevi che finché apparirà libera nelle nostre strade, noi saremo liberi; fatela
sventolare sulle vostre finestre e mostrate a tutti che siete italiani.
E con questo auspicio, gridate con me:
Viva l’Italia, Viva gli Alpini».
Superfluo è il dire che il discorso fu molto apprezzato ed applaudito, forse uno dei meno polemici del nostro Vice
Presidente.
Durante il rancio sociale consumato presso il Ristorante «Mille Luci», viene data lettura della bella lettera
dell’Associazione Marinai di Treviso a firma del suo Presidente Zanetti Tullio che inneggia agli Alpini, alla
fratellanza d’armi, auspicando sempre maggiori glorie alle Truppe alpine. Con brevi parole il Ten. Col. Piasenti
consegna al Capo Gruppo Da Dalto la targa del centenario perchè serva di incitamento e di abbellimento alla sede che il
Gruppo ha in animo di allestirsi.
Alle 15,30, nella sala parrocchiale, gentilmente concessa, ha avuto luogo la proiezione della pellicola realizzata dal
dott. Messina durante le cerimonie dei giorni 2 e 3 settembre 1972 a Conegliano.
Giornata e manifestazione pienamente riuscita a tutto merito degli appassionati organizzatori e dei valenti
collaboratori.
AL.PI.
Il Gruppo di S. Maria di Feletto, dopo un periodo di stasi, sta riprendendo vita dopo la nomina, da parte del Consiglio
direttivo sezionale, del Commissario Da Dalto Virgilio che con vero spirito alpino e con zelo veramente encomiabile ha
preso in mano le redini ed ha riunito gli alpini del suo gruppo per le elezioni del nuovo consiglio e studiare un
programma di attività.
La riunione ha avuto luogo il 20 gennaio in S. Maria di Feletto con la partecipazione di 34 iscritti. Erano presenti il
Presidente la Sezione comm. Curto, il Vice Presidente Ten. Col. Piasenti, il Segretario sezionale Bozzoli, e graditi
ospiti il Capo Gruppo di Conegliano-città De Vido, attorniato dai suoi consiglieri: Battistuzzi, Zanin, De Marchi per
portare la partecipazione del loro Gruppo a tale attiva ripresa e dare eventuali suggerimenti ed appoggio.
Il programma - comprendente la relazione del Presidente la Sezione, il tesseramento 1973, l’attività e i programmi per
l’anno in corso, le elezioni del consiglio direttivo di Gruppo - è stato sviluppato, per delega del Presidente la
Sezione, dal Ten. Col. Piasenti che ha chiarito molti dubbi ed incertezze ed illustrato le attività realizzabili nel
nuovo anno.
Si è proceduto poi alle elezioni dei Consiglieri; sono stati eletti: Da Dalto Virgilio, Tardivo Luigi, Vazzola Luigi,
Doimo Giacomo, Da Dalto Antonio, Granzotto Elio, e Bottega Angelo.
Questo Gruppo che è stato uno dei primi della nostra Sezione, ha dimostrato di voler riprendere il suo posto e mentre
ammiriamo la volontà di tutti di tener fede a quegli ideali e a quello spirito di fraternità alpina che tutti ci lega,
rivolgiamo al volonteroso Virgilio Da Dalio - nominato capo gruppo - il nostro più vivo plauso ed elogio.