GRUPPO SANTA MARIA |
Settembre 2008 |
L'artigliere
alpino Antonio Granziera, 3° Rgt a.mon. Gruppo “Conegliano”, ultimo reduce della campagna di Russia, ci ha salutati.
Il
13 febbraio 2008 il nostro “eroe”, l'ultimo reduce del Gruppo di S. Maria e S. Michele ci ha lasciato definitivamente;
siamo certi che merita la nostra riconoscenza, il nostro ricordo e la ricompensa eterna nella casa del Padre.
Faceva
parte della folta schiera di ragazzi che nell'anno 1939 furono chiamati al servizio di leva obbligatoria. L'Italia era
alleata con la Germania che era già entrata nel conflitto ed aveva aperti vari fronti e perciò questi giovani italiani
furono spediti prima in Grecia e Albania e poi in Russia.
All'inizio del servizio militate i nostri “eroi” facevano il
giuramento di fedeltà alla Patria ed è per questo motivo che l'alpino Antonio, nelle sue tribolazioni nel campo di
guerra, tenne sempre vivo, nel cuore e della mente, il giuramento fatto, lottando in tutti i modi per evitare di essere
catturato e fatto prigioniero.
Le difficoltà che lui e i suoi compagni hanno dovuto affrontare, oggi, non le sappiamo
nemmeno immaginare. Il territorio greco-albanese era uno dei più aspri e crudeli in cui gli attentati erano il pane
quotidiano.
La fame, la paura, la mancanza di contatto con la famiglia erano i compagni per questi figli della terra
italiana. Una grande, grandissima sofferenza!
Dopo questo inferno, partenza per la Russia dove al già tanto dolore si
aggiungeva il temibile freddo.
Tanti di loro subirono il congelamento degli arti e con i piedi congelati non era
possibile continuare il cammino e quindi il più delle volte venivano abbandonati e destinati perciò a morte certa, e che
morte! Antonio, con la forza della sua giovane età e con il suo entusiasmo, ha sempre seguito gli ordini dei superiori
mantenendosi fedele agli impegni presi.
Oggi, con una mentalità ben diversa, spesso priva di ideali e di valori forti,
ci meravigliamo di come queste persone così giovani, con tutta la vita davanti, abbiano saputo lasciare la fidanzata, la
famiglia, il proprio paese per un ideale di Patria. Antonio l’aveva lasciata a casa, tenendola però ben stretta nel
cuore la sua amata Antonietta, che dal canto suo lo accompagnava ogni giorno con l'intensità del ricordo dei bei giorni,
con le lacrime e con tanta preghiera, unica speranza in quegli anni bui.
Anche le comunità parrocchiali si facevano
carico del dolore delle famiglie ed erano assidue nella preghiera che rivolgevano al Signore per questi figli lontani ed
in guerra. Finalmente, dopo cinque lunghissimi anni vissuti nell'inferno, Antonio è ritornato a casa portando con sé,
dipinti sul volto, i segni delle brutture di tanta sofferenza.
La vita però offre anche cose belle ed ecco perciò
coronato il suo sogno d’amore e creata la sua bella famiglia a cui lui si è dedicato con tanto impegno.
Oggi vogliamo
ricordare e rendere onore a questo nostro alpino e con lui a tutti i ragazzi di quel tempo che non sono più tornati.