GRUPPO SAN VENDEMIANO |
![]() 1985 |
Il saluto del capogruppo
Pensando al 60° di vita della Nostra Sezione, una quantità grande di ricordi, di idee, di
sentimenti e di emozioni traboccano confusamente nella mia mente e nel mio
animo. È dal 1959 che partecipo spesso con molta forza ed impeto esuberante,
dato il mio temperamento, alle attività dell'Associazione: da 25 anni come capogruppo e
per parecchi anni come consigliere sezionale. Non mi è possibile,
pertanto, cancellare fatti ed avvenimenti, situazioni, che via via hanno
caratterizzato lo sviluppo e l'affermarsi della vita associativa alpina nel
nostro territorio. Non mi è possibile dimenticare persone, colleghi consiglieri
e colleghi capigruppo, soci, con i quali ho avuto modo di stringere
costantemente rapporti di collaborazione e di amicizia.
Ricordo
con gioia e pensosa riflessione che in Sezione ho vissuto momenti di serena
semplicità in clima di cordiale, ampia e aperta partecipazione, momenti di
conflitto e di tensione per opinioni e visioni di modi operativi, diversi nella
soluzione dei problemi che la nostra sezione dovette affrontare in questo
lungo cammino; anche nella critica, si è operato comunque secondo i principi
che animano e guidano questa nostra bella associazione.
Ed
ora soddisfatto della meta raggiunta dalla Nostra Sezione, esprimo prima di
tutto il mio apprezzamento e la mia stima agli operatori, Presidenza e
Segreteria, ai componenti il Consiglio che sono succeduti nel tempo; ho sempre
ammirato il loro senso di responsabilità e vivo disinteresse personale.
Desidero ringraziare tutti per la comprensione e l'aiuto datomi; un grazie
particolare per quei contributi e suggerimenti che ho ricevuto in questi ultimi
dieci anni, in cui il mio gruppo ha vissuto un'attività intensa per
manifestazioni e realizzazioni di opere, E per questo un sentito ringraziamento
giunga anche ai componenti il Direttivo e i capiborgata del mio gruppo, a tutti
i soci sanvendemianesi. Prendendo commiato, porgo indistintamente il miglior
saluto, unito ad un rinnovato ringraziamento.
cav. Igino Citron
Consiglio direttivo del 1985 | |||
Capogruppo | Citron cav. Iginio | ||
Vicecapogruppo | Cadorin Giuseppe Dal Pos Giorgio |
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Segr. e tesoriere | Pizzol Eugenio | ||
Revisori dei conti | Dottor Giuseppe Salamon Valerio |
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Alfieri del gruppo | Dal Pos Francesco Zago Attilio |
||
Consiglieri | Allegranzi Bruno Bortolotto Ruggero Breda Angelo Casagrande Walter Cisotto Umberto Dario Pietro Da Rios Fortunato |
Dal Pos Antonio Dal Pos Giovanni Fadelli Franco Faraon Giovanni Grando Luigino Mazzer Davide-Tullo Manente Egidio |
Michelet Ferdinando Pessotto Mario Rosolen Felice Steffan Mario Zago Luigi |
La fondazione
Secondo le testimonianze dirette raccolte, l'anno di fondazione e di formazione
del gruppo risale al 1926. Ne fu primo capogruppo Pase Michele, coadiuvato
dall'azione animatrice, instancabile, "accanita", come confermano i
coetanei ancora viventi, del consigliere Tanelli Gino, di Rumor Lorenzo e di
Sanson Luigi, che con altri soci partecipò nel 1922 anche alla Adunata
Nazionale di Napoli. È ancora conservato, anche se molto logoro, il
gagliardetto, confezionato dalla ditta F. Mauri - Corso Vittorio Emanuele, 26 -
Milano.
La ricostituzione
Il Gruppo, terminata la 2a Guerra mondiale, venne ricostituito nel 1959. l soci
fondatori, secondo voci assai attendibili, furono 27; promotore principale ne è
stato il tenente degli alpini Battei Camillo di Saccon, che svolse per due anni
la mansione di vice capogruppo finché passò nel 1961 a Vittorio Veneto a
dirigere la sezione dell'Ispettorato Agricolo: morì nel 1983 e conforme al suo
desiderio la sua salma riposa nel cimitero di San Vendemiano. Venne invece
stimolato, incitato, spronato ad accettare la carica di capogruppo il trentenne
Citron Igino, il quale accettò con molta trepidazione. Nato il 10 gennaio 1929,
militò da soldato di leva a Cividale del Friuli con l'8° della Julia,
della cui appartenenza ne è ancor assai fiero. Egli, con spirito indomito e
magnanimo, pensoso ideatore e solerte promotore di iniziative, atavicamente
attaccato all'amore del luogo natio, da "valoroso" guida il gruppo da
25 anni senza interruzione. Tramite la sezione di Conegliano, gli è stato conferito il titolo di cavaliere della
Repubblica Italiana. Come soci rifondatori si distinsero e si manifestarono
validi sostenitori degli ideali della nostra Associazione: Feltrin Augusto, Gava
Augusto, Huster Livio, Sacco Zirio Libero, che per molti anni adempì
generosamente alla funzione di segretario, Dal Pos Francesco - instancabile
alfiere, e Sanson Luigi. Con atto generoso e pronto i soci fondatori Cuzziol
Antonio e Saccon Walter donarono al gruppo nascente il nuovo gagliardetto.
Nell'anno
successivo il gruppo ebbe una rapida crescita, si affermò pienamente per stima
e fiducia in mezzo alla popolazione, contando oltre un centinaio di iscritti;
attualmente il numero dei soci oscilla tra 230/250, estendendosi la sua azione
nell'ambito di tutto il territorio comunale: capoluogo, Zoppè e Saccon. Tra le
iniziative attuate nel primo decennio di vita ricostituita, oltre alle consuete
gite sociali e al rancio in comune, si ricorda con gioia e con piacere il «S.
Nicolò» ai bambini degli asili funzionanti nel comune, ricorrenza rinnovata
annualmente con un certo folclore, quasi senza Interruzione fino agli anni 80;
nei locali dell'asilo di San Vendemiano centro inoltre sovente veniva allestito
e predisposto il rancio sociale in allegra, sincera ed ossequiosa amicizia
paesana.
L'anniversario
del «10° del Costituente Gruppo San Vendemiano», come si legge in un invito
del tempo, venne celebrato con singolare manifestazione e con l'animo rivolto
ai Combattenti della guerra del 1915-18, ai quali, nel salone del cinema di San
Vendemiano da parte dell'Amministrazione comunale, vennero conferite le insegne
dell'ordine di Vittorio Veneto ed il libretto dell'assegno vitalizio. Il gruppo
ANA offrì ai festeggiati e a tutti i presenti un brindisi. Dopo cena la messa,
con atto significativo e sentito, quasi a suggello e a chiusura di un periodo
storico del suo sviluppo interamente dedicato a coloro che amarono e
combatterono per la patria, perendo sul campo o riportandone indelebili ferite
nel compimento del dovere, con cerimonia mesta e devota si deposero corone
d'alloro ai monumenti e si benedissero due lampade votive: erano il dono del
gruppo in memoria di tutti gli Alpini caduti in pace e in guerra del capoluogo e
della frazione Zoppè.
La veglia verde
Negli anni successivi il gruppo, animato da coraggiosa vitalità per un sempre più
consolidato consenso, si affermò in modo adeguato e conforme alle richieste del
momento con l'obbiettivo generale di instaurare tra la popolazione gli ideali di
un semplice e dignitoso amor di patria e di affermare concretamente i valori
dell'amicizia, dell'umana e sociale solidarietà, della gioia di trovarsi
insieme, allargando i rapporti oltre i confini abituali, sempre avendo come
coronamento esteriore le finalità di portare "una nota di allegria"
vissuta insieme. Dagli anni 70 agli anni 81 organizzò quasi annualmente la
"Veglia verde", manifestazione ceduta dalla sezione e allestita come
elegante e prestigiosa serata danzante destinata agli alpini, ai familiari e ai
simpatizzanti.
L'ospitalità del gruppo verso i lavoratori all'estero.
Il gruppo, annoverando parecchi
soci già rimpatriati dall'estero e perdurando legami di affetto e di amicizia
con i rimasti, ebbe occasione di assecondare il desiderio sensibilmente manifestato
e !a nostalgia di molti lavoratori in Svizzera di trascorrere delle giornate
in patria in lieta compagnia ed in spirito di fraterna italianità. Questi gesti
altamente educativi e significativi per il loro valore intrinseco, per quei
sentimenti di italianità, di calda e solidale umanità che recano
reciprocamente agli uni ed agli altri, si concretizzarono particolarmente
mediante quattro incontri. Il primo venne attuato il 29 maggio 1976: sostenitore
il socio alpino Silvio Zancanaro, da poco rimpatriato dalla Svizzera. Il gruppo
ospitò per una domenica intera 55 nostri connazionali emigrati ad Herisau: al
pomeriggio si tenne un incontro di calcio e alla sera una cena conviviale,
offerta dagli alpini. Il secondo avvenne il 5 giugno 1976; l'incontro ebbe il
suo momento culminante in una rassegna di cori della montagna alla Villa
Dall'Armi con le esibizioni canore del Corocastel e del Coro San Gallo-Svizzera;
in un clima di serena primavera inoltrata. Il terzo incontro accadde in
concomitanza con l'arrivo di numerosi abitanti del paese terremotato di
Campeglio, il 29 maggio del 1977.
Il gruppo proveniente dalla vicina Svizzera
era composto da circa 60 persone, lavoratori e lavoratrici italiani, turchi e
spagnoli alcuni, che subito si distinsero per il loro linguaggio. Interiormente
stimolati, come ebbero da affermare gli emigrati italiani, dalla nostalgia per
la patria, per l'Italia, erano rimpatriati brevemente da Liestal-Basilea:
molti facevano parte della A.C. Virtus, squadra formata particolarmente da
emigrati italiani. Quel giorno, al pomeriggio, lo stadio accolse un incontro a
tre: San Vendemiano, Campeglio, Liestal-lavoratori all'estero. In un clima di
fusione europea, di solidarietà, di cordiale amicizia, Il Direttivo con la
collaborazione di tutti i suoi soci, diede nuovamente ospitalità domenica 3
giugno 1979 a una cinquantina di nostri connazionali di varie regioni, con
insieme ancora lavoratori turchi e spagnoli, emigrati a Liestal. Dopo il pranzo
consumato insieme agli alpini, la manifestazione si articolò in un incontro
amichevole di calcio ed in una serata musicale con scambio di targhe e di doni.
La solidarietà con i terremotati di Campeglio e Faedis.
Nel 1977 spontanei ed improvvisi, in forma autonoma, sorsero e si svilupparono
gli incontri di una sociale solidarietà tra i soci del gruppo ed i terremotati
di Campeglio di Faedis sopra Udine nel Friuli, essendo il paese gemellato con la
nostra diocesi. Gli incontri furono caratterizzati da una partecipazione
cordiale ed unanime della popolazione delle due comunità: San
Vendemiano-Campeglio: nacquero e si svilupparono sentimenti di reciproca
amicizia, di duratura simpatia che si consolidarono e sussistono ancor oggi nel
11984, da corrispondere completamente al vero la scritta incisa su una targa
donata dal gruppo alpini di Campeglio a quello di San Vendemiano, dove il 6
settembre 1981 ebbe luogo l'incontro denominato «Una domenica insieme»: ...«con
gratitudine ed indelebile amicizia».
Gli
incontri, gli appuntamenti, dapprima rivolti a portare uno stimolo alla fiducia,
a riprendere con animo rinnovato il ritmo quotidiano della vita, si
concretizzarono poi in un'opera di sociale solidarietà in favore della
Signorina Bruna D'Andrea, poliomielitica e terremotata. Nel settembre del 1978 il
gruppo alpini apre un piccolo cantiere di lavoro per procedere alla sistemazione
interna della casa della cordiale signorina, doppiamente svantaggiata; da tempo
erano state costruite le quattro mura, ma per mancanza di fondi la giovane da
due anni continuava a vivere con la madre anziana nel prefabbricato o baracca,
resa poco agibile dalle intemperie e per lei maledettamente disagevole. Per tre
sabati consecutivi - nei giorni 6,16,23 settembre - alpini e simpatizzanti si
portarono a Campeglio. Sotto la guida del capogruppo, la loro valida e gioiosa
opera si concretizzò in 29 giornate lavorative per un totale di 230 ore di
presenza. La realizzazione fu possibile anche per il dono, in generosa
collaborazione, di parecchio materiale da parte di alcune ditte di San Vendemiano,
come piastrelle e parchetti, calce e cemento e l'uso gratuito di mezzi di
trasporto e di attrezzature varie. A scopo informativo, riportiamo alcuni dati
statistici sugli incontri avvenuti.
Festa dell'Epifania.
Un totale di 130 persone di San Vendemiano - Alpini, donne, fanciulli, simpatizzanti,
una ventina di giovani con proprie auto - si recarono a Campeglio per trascorrere insieme una
giornata in allegra compagnia: 210 persone pranzarono insieme nella baracca adibita a Chiesa,
a centro sociale, a tutto. Il ritorno fu a sera molto inoltrata.
29 Maggio 1977
Sul piazzale della chiesa di San Vendemiano un caloroso applauso di benvenuti
venne dato ad uno stuolo di abitanti di Campeglio,
composta di 312 persone. Erano presenti le autorità
amministrative dei due paesi. Dopo la messe ebbe luogo uno scambio di parole di circostanza e
la presentazione di un contributo da parte dei giovani sanvendemianesi, frutto di una grossa
raccolta di carte e roba vecchia.
AI pranzo, predisposto e offerto dal gruppo alpini agli ospiti, si trovarono insieme 400 persone, compresi gli
emigrati all'estero di Liestal di Basilea, Nel pomeriggio la manitestazione-incontro si svolse allo
stadio comunale e si articolò in partite amichevoli di calcio, in esibizioni folcloristiche
friulane e tanta allegria e cordialità.
27 Marzo 1978
Nel pomeriggio il gruppo alpini con 275 partecipanti ritorna a Campeglio:
questa volta viene accolto con
uno festoso scampanio, perché le campane hanno ripreso a suonare. Svolto un amichevole incontro di
calcio, a sera gli alpini dispongono la cena all'aperto ai piedi della collina, allietata da tanto
ramandolo. Sono queste le manifestazioni di umana solidarietà promosse e sostenute
dal gruppo a carattere pubblico, ma tante altre si moltiplicarono a livello di
famiglie
Le attività sportive del gruppo.
Nel settore dello sport il gruppo realizzò e curò due iniziative, accolte con
simpatia dalla popolazione: il "Trofeo ANA" e lo "Sci-Club
ANA" - gruppo sportivo di San Vendemiano. La manifestazione denominata
"Trofeo ANA", consistente in una gara ciclistica per cicloamatori di
categoria A e B, fu organizzata per la prima volta il 14 settembre del 1975 e si
continuò la disputa fino alla 8a edizione del 3 settembre 1982: dapprima veniva
promossa sotto il patrocinio della Pro Loco e successivamente con la
collaborazione della nuova Associazione Velo Club composta da numerosi soci
alpini; ultimamente la società ciclistica volle autogestirla, modificandone la
denominazione, per cui il gruppo lasciò perdere per evitare contrasti. È da
rilevare che il trofeo di soggetto alpino fu in tutte le edizioni opera e dono
del Maestro del Lavoro nonché socio alpino Luigi Zago, Per un disguido il
gruppo sportivo degli appassionati degli sport invernali sulla neve ebbe tale
denominazione: conta oltre un centinaio di iscritti ed è guidato dal socio
alpino Edoardo Dal Pos. Il nuovo sodalizio venne presentato al pubblico nella
sala parrocchiale di San Vendemiano-centro il 29 novembre del 1980 durante una
amichevole serata alpina allietata dalle esibizioni canore del coro Monte Cimon
di Miane.
Incontro familiare alpino.
Il gruppo, in questi ultimi anni, con lo scopo di allargare i rapporti con gli
altri gruppi, aderì all'iniziativa, avente per titolo «Incontro familiare
alpino». Il primo incontro si svolse a Selva di Cadore il 20 luglio 1980: vi
aderirono il gruppo ospitante, il gruppo città di Vittorio Veneto e quello di
San Vendemiano. Il secondo fu tenuto a Fagagna di Udine l'11 luglio 1982: oltre
al gruppo ospitante, vi aderirono il gruppo città di Vittorio Veneto ed il
nostro. I due incontri furono caratterizzati da una festa prettamente alpina con
cerimonie religiose e patriottiche al mattino nel centro del paese, mentre il
pranzo e le manifestazioni pomeridiane, imperniate sull'amicizia e la solidarietà
e la conoscenza tra i gruppi, si tenevano tra i monti o sulle colline a contatto
con la natura e il fascino delle nostre montagne.
La celebrazione del 20° di fondazione
Il 1979 il gruppo celebrò con tanto calore e con larga partecipazione della
popolazione il ventennale della ricostituzione. Un atto altamente significativo
verso i soci anziani caratterizzò la cerimonia ufficiale, il dono di un
distintivo d'oro della nostra associazione al socio più anziano del gruppo,
Antonio Pillon, della classe 1905.
Il primo raduno alpino intersezionale
Con ardire tenace e generoso e singolari iniziative, nel 1982 il gruppo
promosse, organizzò sostenne il 1 ° Raduno Alpino Intersezionale, una
manifestazione tutta alpina: vi parteciparono alpini delle quattro sezioni
provinciali ed altre del Veneto e del Friuli e numerosi gli interventi di
autorità. Il raduno si tenne sabato 25 e domenica 26 settembre: intento
fondamentale promuovere una crescita sociale ed umana, sviluppare concretamente
un semplice e dignitoso amor di patria da integrare, ovviamente in conformità
ai tempi, con il concetto dell'amor universale in mezzo alle popolazioni, in cui
vive ed opera il gruppo. Come momenti salienti sono da evidenziare
l'inaugurazione di una serie di iniziative, realizzate con tanto coraggio e
anche personale sacrificio del Direttivo e di tutti i soci.
1° - Un cippo con pennone alzabandiera
presso il centro scolastico del capoluogo. La cerimonia inaugurale si svolse
sabato 25 in mattinata, alla presenza di tutte le scolaresche del Comune,
elementari e medie, allietata dalla Minibanda di Cison di Valmarino. Progettò
l'opera l'architetto A. Schiavetto, mentre il pennone-alzabandiera, di stile avveniristico
ed anticonformista, uscì dalle mani del socio alpino Luigi Zago, Maestro del
Lavoro in ferro battuto. L'orazione ufficiale venne tenuta dal cav. dott. Mario
Candotti, reduce di Russia e Presidente della Sezione di Pordenone, direttore
didattico in pensione. Ed in quel appartato angolo del paese, centro di
educazione e di formazione intellettuale, morale, sociale e civile di tanti
fanciulli e ragazzi, cominciò a sventolare con commossa e sensibile adesione
dei presenti, alto nel cielo, il vessillo Tricolore.
2° - Il Viale degli Alpini.
3" - Un monumentale Gruppo Scultoreo o
Memoriale degli Alpini. Progettista Luigi Da Re e artista Luigi Cillo,
l'opera illustra la vita dell'Alpino di ieri, di oggi e di domani; ne esalta il
patriottismo e le feconde iniziative nel campo sociale, intraprese nella
speranza di un futuro migliore di pace e di benessere.
«L'Alpino in armi ed in opere di umana solidarietà»,
questa è la sua denominazione maggiore, consiste in quattro statue di bronzo,
raffiguranti simbolicamente la sentinella, la difesa, il sacrificio, il lavoro
per la patria: rappresentano quasi una sintesi vitale per la nostra
Associazione secondo la sua crescita ed i suoi sviluppi storici. Momenti
qualificanti di domenica 26 sono stati proprio la meravigliosa sfilata delle
sezioni e dei gruppi intervenuti, l'inaugurazione del Viale degli Alpini, e lo
scoprimento del gruppo scultoreo con un contemporaneo lancio di paracadutisti,
recanti mazzi di fiori multicolori a coronamento delle bronzee statue, di forma
e stile conforme al verismo veneto. La meravigliosa e splendida manifestazione
resta per il gruppo un costante punto di riferimento, simbolo tangibile e vivo
della sua crescita, della sua "alpinità" e del suo amore alla propria
terra. Ed ora con orgoglio, dopo tanto operare, il gruppo si prepara con animo
pago e soddisfatto a celebrare, in quest'anno 1984, il suo 25° anniversario.
(a cura del segretario EUGENIO PIZZOL)
DATI INFORMATIVI DEL GRUPPO
- Anno di Ricostituzione del Gruppo: mese di settembre 1959.
- Madrina del nuovo gagliardetto (si conserva ancora quello di fondazione)
Sig.na Danila Lovatello
Motivo: il padre alpino, Lovatello Umberto della
classe 1914, combattente sul fronte russo durante il secondo conflitto
mondiale, dapprima venne dato per disperso durante la ritirata del Don nel
gennaio 1943, successivamente per morto in combattimento il 21-1-1943.
- Forza del Gruppo 229 soci e 5 amici.