GRUPPO SAN VENDEMIANO |
Dicembre 2003 |
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Una tristissima sera di luglio di quattro anni fa ci lasciava Giuseppe Cadorin. Stava festeggiando con i ragazzi del centro Don Gnocchi di San Vendemiano. I
suoi ragazzi, quelli che lui chiamava affettuosamente “i me boce”.
Bepi Cadorin, uno che dell’alpinità aveva fatto la ragione ed il suo stile di
vita, uno che dedicava al suo Gruppo ed al suo paese tutta la sua passione.
San Vendemiano non ha dimenticato né potrà dimenticare questo personaggio dallo stile impareggiabile, un alpino che ha lasciato un’impronta indelebile
nel Gruppo facendolo diventare una delle più belle realtà di questa comunità.
Lo ha fatto intitolandogli una sala del Centro Don Gnocchi nel corso di una cerimonia tenutasi il 19 luglio 2003. E non poteva esserci dedica più
appropriata, dato lo straordinario rapporto che legava il capogruppo ai ragazzi dell’Anfass. Si capivano con un sorriso, una pacca sulla spalla, un abbraccio.
Si dicevano tante cose senza bisogno di parlare, perché l’amore non ha bisogno di parole. Con loro era attento e premuroso come un padre, gioioso e
coinvolgente come un amico.
“La tua testimonianza di lealtà, di giustizia, di fiducia, di professionalità vera e concreta rimane
indenne nonostante il trascorrere inesorabile del tempo per le persone che ti hanno conosciuto apprezzato e stimato”.
E’ stata questa la motivazione scelta dall’Amministrazione Comunale, in accordo con il Gruppo Alpini e la famiglia, per ricordare quanto Cadorin ha fatto per la sua comunità
e, quanto ha saputo trasmettere con il suo innato spirito di generosità.
E proprio al Centro Don Gnocchi si è svolta la celebrazione della Santa Messa
cui è seguita la cerimonia di commemorazione con la posa della targa all’esterno della sala degli incontri dell’ex Municipio.
“Questo gesto - ha sottolineato il sindaco On. Dussin - è solo un segno per ricordare uno che ha dato tanto al suo tanto amato paese”.
Sono intervenuti il rappresentante della Provincia, Speranzon, ed il vicepresidente della Sezione ANA di Conegliano Masutti, che ha ribadito come
Cadorin sia sempre stato prodigo di iniziative (“era un vulcano!”). Il capogruppo degli Alpini di San Vendemiano, Manuele Cadorin, nipote di Giuseppe,
ha ringraziato i presenti a nome delle penne nere e della famiglia: “Oggi il nostro Gruppo è ancor più fiero ed orgoglioso di aver avuto un alpino come
Bepi. La sua forza nel raggiungere gli obbiettivi era pari alla sua generosità nei confronti di chi aveva più bisogno”.
Le rappresentanze delle Sezioni Vittorio Veneto, Belluno, Cividale e Conegliano con i gagliardetti dei Gruppi, i labari delle associazioni comunali ed il
gonfalone del Comune rendevano la cerimonia ancor più solenne. Chiudeva la manifestazione l’esibizione del Coro ANA di Vittorio Veneto, cui Bepi era
legato da amicizia e da una particolare ammirazione.
Ora quella targa ricorda ai ragazzi del Don Gnocchi che c’era un alpino che li amava così tanto da chiamarli “i me boce”. E alla gente di San Vendemiano
ricorderà che, come i grandi combattenti, l’alpino Bepi Cadorin è morto sul campo. Una triste sera di luglio, mentre faceva festa con i suoi ragazzi…