GRUPPO SAN VENDEMIANO |
Ottobre 2004 |
“Godiamoci in pace, in armonia e tranquillità questa festa nel
ricordo riconoscente di chi ci ha preceduto, in particolare di coloro che hanno fatto la storia del Gruppo Alpini di San
Vendemiano. Queste poche, semplici parole sono state pronunciate da alcuni
partecipanti alla manifestazione programmata dalle Penne Nere di San Vendemiano, guidate dal giovane Manuele Cadorin,
nella ricorrenza del 70° di fondazione e del 45° di ricostituzione: traguardi lusinghieri, che sono stati opportunamente
solennizzati con un’esternazione simpatica, che ha coinvolto non solo le Penne Nere ma anche tanti cittadini.
L’attuale giovane capogruppo Manuele Cadorin sta seguendo le orme
dei suoi predecessori con lungimiranza e personalità, non deludendo, quindi, le aspettative dei soci.
Nell’occasione la memoria ci conduce ai capigruppo che si sono
succeduti sin dalla costituzione e della ricostituzione, con un periodo di oltre tre lustri di un forzato “limbo”, a
cavallo del secondo conflitto mondiale.
Essi furono Michele Pase, coadiuvato per un biennio dal ten. Camillo
Battel, principale promotore della ricostituzione; quindi i singolari, fantasiosi Alpini Gino Citron e Giuseppe Cadorin.
Entrambi hanno lasciato l’impronta della loro spiccata personalità,
della loro eccezionale disponibilità, promotori ed operatori di innumerevoli iniziative, dirette in attività
socio-umanitarie, culturali, che hanno tracciato un solco profondo di alpinità nella comunità locale.
A Gino (Dio te strùche) e a Bepi sono state dedicate due sale nel
Centro Polivalente “Don Carlo Gnocchi”, plesso che ospita i portatori di handicap e la scuola di musica. Inoltre gli
Alpini hanno voluto rendere omaggio alla loro memoria con una tangibile testimonianza, raffigurando i volti degli
indimenticabili capigruppo in due magnifici bronzi, posti in una grande roccia.
Successivamente, per un breve periodo, hanno guidato il Gruppo
Giovanni Lovisotto e Tullo Mazzer.
A testificare l’operosità alpina sono pure due straordinarie opere:
il monumentale “Gruppo Scultorio” – progettato da Luigi Da Re e realizzato dall’artista Luigi Cillo e della magnifica,
ampia sede sociale, inaugurata nel 1997.
L’opera scultorea illustra la vita dell’Alpino di ieri, di oggi e di
domani. Le quattro sculture bronzee raffigurano simbolicamente la “Sentinella”, la “Difesa”, il “Sacrificio” e il
“Lavoro per la Patria”.
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La manifestazione
Sabato 19 giugno alle ore 21 presso il teatro parrocchiale si sono
esibiti in concerto il coro ANA di Vittorio Veneto, diretto dal Maestro Giuseppe Borin e il Coro Friuli ANA di
Cordovado, diretto del Maestro Denis Marson.
La varietà dei canti, la bravura dei protagonisti hanno coinvolto
positivamente i presenti, in un susseguirsi ininterrotto di irripetibili emozioni, accompagnato da scoscianti applausi.
Il mattino della domenica, presso la sede del Gruppo, è avvenuto il
raduno dei partecipanti alla manifestazione, i quali, dopo l’alzabandiera, in ordinato corteo, preceduti dalla Fanfara
Alpina sezionale, hanno sfilato lungo le vie del paese, portandosi nella chiesa parrocchiale per assistere alla S. Messa
celebrata del ten. Col. Mons. Sandro Capraro, e animata dai coristi alpini.
Don Sandro durante l’omelia ha, tra l’altro, accennato con rammarico
all’attuale situazione critica delle Truppe Alpine. E pure riconoscendo l’evoluzione dei tempi nel contesto di una
diversa forma di difesa, ha invitato l’A.N.A. a sensibilizzare le Istituzioni Governative, affinché sia evitata
l’”amputazione drastica” dei Reparti Alpini.
È seguita la cerimonia della deposizione della corona al monumento
dei Caduti, al suono del Piave e delle note del Silenzio.
Quindi, sempre in corteo, i
partecipanti hanno raggiunto il piazzale della sede, dov’è stato deposto un mazzo di fiori ai piedi
del “Gruppo Scultoreo”.
La cerimonia si è conclusa con gli intervanti delle autorità. – a
causa della pioggia improvvisa – ciò è avvenuto nel salone della sede.
Il capogruppo Manuele Cadorin, palesemente commosso, ha salutato e
ringraziato i convenuti per la loro significativa presenza, che fa onore alle Penne Nere di San Vendemiano.
“Non è facile, oggi, - egli ha detto – rievocare gli emblematici
protagonisti che hanno fatto la storia del Gruppo, in particolare vorrei citare Gino Citron, capogruppo per venticinque
anni, e Bepi Cadorin: naturalmente senza togliere niente agli altri ottimi Alpini. Le innumerevoli opere realizzate in
questi ultimi decenni, sono l’orgoglio di tutti noi. Desidero ricordare con fierezza la costruzione della nuova
magnifica sede, patrimonio che è espressione della laboriosità, del sacrificio di tutti gli Alpini, degli amici, di
tutti coloro che ci hanno sostenuto moralmente ed economicamente. Essere Alpino vuol dire tutto questo, vuol dire anche,
in tempo di pace, solidarietà, osservanza e tutela delle Istituzioni, partecipazione attiva, in funzione delle proprie
disponibilità e possibilità. Oggi festeggiamo il 70° di fondazione e il 45° di ricostituzione con grande gioia, serenità
ed amicizia. Viva gli Alpini, Viva l’Italia.”
Poi il sindaco Sonia Brescacin, portando il saluto personale e
dell’Amministrazione comunale, ha rilevato l’importanza dei traguardi raggiunti dagli Alpini, riconoscendo la loro
concreta attitudine all’altruismo, pregio ammesso dall’intera comunità. Ha sottolineato gli ottimi rapporti che
intercorrono con l’Amministrazione comunale, utile allo sviluppo sociale ed economico.
Quindi il presidente della sezione Toni Daminato e il consigliere
nazionale Ivano Gentili hanno elogiato il capogruppo Cadorin e tutti i suoi collaboratori e soci per l’impegno profuso,
per la vivacità e diversità delle loro iniziativa, conferma dello spirito di aggregazione esistente, certi che
proseguiranno in questi intenti.
Hanno pure toccato il tasto delicato della Naja, con
particolare riferimento alla nuova legge sul servizio militare, soprattutto delle Truppe Alpine, che sarà volontariato
dal prossimo anno.
Poche parole di saluto sono state pronunciate dal responsabile della
Protezione Civile del Veneto gen. Maurizio Gorza (sostituto in questi giorni da Orazio D’Incà), e dal vice capogruppo di
Campeglio Aldo Marchiol.
Oltre ai sopraccitati personaggi erano presenti il prosindaco di San
Vendemiano on. Guido Dussin, il nostro cappellano mons. Domenico Perin, l’amico, già presidente della sezione di
Belluno, Bruno Zanetti, il vice presidente vicario Giorgio Visentin, il presidente dei Combattenti e Reduci Armando
Mazzer, gli ex capigruppo di San Vendemiano Giovanni Cisotto e Tullo Mazzer.
Numerose erano anche le rappresentanze: i vessilli delle sezioni di
Belluno, Cividale e Conegliano; i gagliardetti dei gruppi di Campeglio (Cividale), Gradisce, Ospedaletto (Como),
Roncadelle (Brescia), San Leonardo di Valtellina (Pordenone), Borsoi e Puos D’Alpago (Belluno), e la quasi totalità dei
gruppi della nostra sezione.
Vogliamo ricordare l’interessante “mostra fotografica e delle
cartoline della seconda guerra mondiale”, allestita nell’atrio delle scuole elementari del 19 giugno al 3 luglio.
Ciò è stato possibile grazie alla disponibilità della sezione di
Brescia dell’Alpino Leone del gruppo di Roncadelle (BS).
L’esposizione di tanti ricordi fotografici e scritti, di immagini
inedite, hanno creato la curiosità e ottenuto larghi consensi dei visitatori.
La sorveglianza della mostra e l’accoglienza dei visitatori è stata
affidata agli alpini della squadra della Protezione Civile comunale di San Vendemiano.
Desideriamo concludere con una significativa aforisma di Dalai Lama,
la quale, senza peccare di immodestia, la potremmo addire allo spirito alpino: “La vera felicità proviene da un senso
di pace ed appagamento interiori, che a sua volta si ottiene coltivando altruismo, amore, compassione, e grazie alla
eliminazione di rancore, egoismo e avidità.”
Renato Brunello