GRUPPO SAN VENDEMIANO


Ottobre 2004

Settant’anni da Alpini

Le Penne Nere di San Vendemiano ricordano il 70° di fondazione e il 45° di ricostituzione con una grande festa. Una manifestazione sobria, partecipata e profondamente sentita il 19 e 20 giugno.

“Godiamoci in pace, in armonia e tranquillità questa festa nel ricordo riconoscente di chi ci ha preceduto, in particolare di coloro che hanno fatto la storia del Gruppo Alpini di San Vendemiano. Queste poche, semplici parole sono state pronunciate da alcuni partecipanti alla manifestazione programmata dalle Penne Nere di San Vendemiano, guidate dal giovane Manuele Cadorin, nella ricorrenza del 70° di fondazione e del 45° di ricostituzione: traguardi lusinghieri, che sono stati opportunamente solennizzati con un’esternazione simpatica, che ha coinvolto non solo le Penne Nere ma anche tanti cittadini.
L’attuale giovane capogruppo Manuele Cadorin sta seguendo le orme dei suoi predecessori con lungimiranza e personalità, non deludendo, quindi, le aspettative dei soci.
Nell’occasione la memoria ci conduce ai capigruppo che si sono succeduti sin dalla costituzione e della ricostituzione, con un periodo di oltre tre lustri di un forzato “limbo”, a cavallo del secondo conflitto mondiale.
Essi furono Michele Pase, coadiuvato per un biennio dal ten. Camillo Battel, principale promotore della ricostituzione; quindi i singolari, fantasiosi Alpini Gino Citron e Giuseppe Cadorin.
Entrambi hanno lasciato l’impronta della loro spiccata personalità, della loro eccezionale disponibilità, promotori ed operatori di innumerevoli iniziative, dirette in attività socio-umanitarie, culturali, che hanno tracciato un solco profondo di alpinità nella comunità locale.
A Gino (Dio te strùche) e a Bepi sono state dedicate due sale nel Centro Polivalente “Don Carlo Gnocchi”, plesso che ospita i portatori di handicap e la scuola di musica. Inoltre gli Alpini hanno voluto rendere omaggio alla loro memoria con una tangibile testimonianza, raffigurando i volti degli indimenticabili capigruppo in due magnifici bronzi, posti in una grande roccia.
Successivamente, per un breve periodo, hanno guidato il Gruppo Giovanni Lovisotto e Tullo Mazzer.
A testificare l’operosità alpina sono pure due straordinarie opere: il monumentale “Gruppo Scultorio” – progettato da Luigi Da Re e realizzato dall’artista Luigi Cillo e della magnifica, ampia sede sociale, inaugurata nel 1997.
L’opera scultorea illustra la vita dell’Alpino di ieri, di oggi e di domani. Le quattro sculture bronzee raffigurano simbolicamente la “Sentinella”, la “Difesa”, il “Sacrificio” e il “Lavoro per la Patria”.


Gli Alpini onorano i Caduti


Il sindaco, Sonia Brescacin alla cerimonia del 70°


Le Penne Nere sfilano a San Vendemiano


Il saluto del Vicecapogruppo di Campeglio Aldo Marchiol


Il Consiglio Direttivo degli Alpini di San Vendemiano

La manifestazione
Sabato 19 giugno alle ore 21 presso il teatro parrocchiale si sono esibiti in concerto il coro ANA di Vittorio Veneto, diretto dal Maestro Giuseppe Borin e il Coro Friuli ANA di Cordovado, diretto del Maestro Denis Marson.
La varietà dei canti, la bravura dei protagonisti hanno coinvolto positivamente i presenti, in un susseguirsi ininterrotto di irripetibili emozioni, accompagnato da scoscianti applausi.
Il mattino della domenica, presso la sede del Gruppo, è avvenuto il raduno dei partecipanti alla manifestazione, i quali, dopo l’alzabandiera, in ordinato corteo, preceduti dalla Fanfara Alpina sezionale, hanno sfilato lungo le vie del paese, portandosi nella chiesa parrocchiale per assistere alla S. Messa celebrata del ten. Col. Mons. Sandro Capraro, e animata dai coristi alpini.
Don Sandro durante l’omelia ha, tra l’altro, accennato con rammarico all’attuale situazione critica delle Truppe Alpine. E pure riconoscendo l’evoluzione dei tempi nel contesto di una diversa forma di difesa, ha invitato l’A.N.A. a sensibilizzare le Istituzioni Governative, affinché sia evitata l’”amputazione drastica” dei Reparti Alpini.
È seguita la cerimonia della deposizione della corona al monumento dei Caduti, al suono del Piave e delle note del Silenzio.
Quindi, sempre in corteo, i partecipanti hanno raggiunto il piazzale della sede, dov’è stato deposto un mazzo di fiori ai piedi del “Gruppo Scultoreo”.
La cerimonia si è conclusa con gli intervanti delle autorità. – a causa della pioggia improvvisa – ciò è avvenuto nel salone della sede.
Il capogruppo Manuele Cadorin, palesemente commosso, ha salutato e ringraziato i convenuti per la loro significativa presenza, che fa onore alle Penne Nere di San Vendemiano.
“Non è facile, oggi, - egli ha detto – rievocare gli emblematici protagonisti che hanno fatto la storia del Gruppo, in particolare vorrei citare Gino Citron, capogruppo per venticinque anni, e Bepi Cadorin: naturalmente senza togliere niente agli altri ottimi Alpini. Le innumerevoli opere realizzate in questi ultimi decenni, sono l’orgoglio di tutti noi. Desidero ricordare con fierezza la costruzione della nuova magnifica sede, patrimonio che è espressione della laboriosità, del sacrificio di tutti gli Alpini, degli amici, di tutti coloro che ci hanno sostenuto moralmente ed economicamente. Essere Alpino vuol dire tutto questo, vuol dire anche, in tempo di pace, solidarietà, osservanza e tutela delle Istituzioni, partecipazione attiva, in funzione delle proprie disponibilità e possibilità. Oggi festeggiamo il 70° di fondazione e il 45° di ricostituzione con grande gioia, serenità ed amicizia. Viva gli Alpini, Viva l’Italia.”
Poi il sindaco Sonia Brescacin, portando il saluto personale e dell’Amministrazione comunale, ha rilevato l’importanza dei traguardi raggiunti dagli Alpini, riconoscendo la loro concreta attitudine all’altruismo, pregio ammesso dall’intera comunità. Ha sottolineato gli ottimi rapporti che intercorrono con l’Amministrazione comunale, utile allo sviluppo sociale ed  economico.
Quindi il presidente della sezione Toni Daminato e il consigliere nazionale Ivano Gentili hanno elogiato il capogruppo Cadorin e tutti i suoi collaboratori e soci per l’impegno profuso, per la vivacità e diversità delle loro iniziativa, conferma dello spirito di aggregazione esistente, certi che proseguiranno in questi intenti.
Hanno pure toccato il tasto delicato della Naja, con particolare riferimento alla nuova legge sul servizio militare, soprattutto delle Truppe Alpine, che sarà volontariato dal prossimo anno.
Poche parole di saluto sono state pronunciate dal responsabile della Protezione Civile del Veneto gen. Maurizio Gorza (sostituto in questi giorni da Orazio D’Incà), e dal vice capogruppo di Campeglio Aldo Marchiol.
Oltre ai sopraccitati personaggi erano presenti il prosindaco di San Vendemiano on. Guido Dussin, il nostro cappellano mons. Domenico Perin, l’amico, già presidente della sezione di Belluno, Bruno Zanetti, il vice presidente vicario Giorgio Visentin, il presidente dei Combattenti e Reduci Armando Mazzer, gli ex capigruppo di San Vendemiano Giovanni Cisotto e Tullo Mazzer.
Numerose erano anche le rappresentanze: i vessilli delle sezioni di Belluno, Cividale e Conegliano; i gagliardetti dei gruppi di Campeglio (Cividale), Gradisce, Ospedaletto (Como), Roncadelle (Brescia), San Leonardo di Valtellina (Pordenone), Borsoi e Puos D’Alpago (Belluno), e la quasi totalità dei gruppi della nostra sezione.
Vogliamo ricordare l’interessante “mostra fotografica e delle cartoline della seconda guerra mondiale”, allestita nell’atrio delle scuole elementari del 19 giugno al 3 luglio.
Ciò è stato possibile grazie alla disponibilità della sezione di Brescia dell’Alpino Leone del gruppo di Roncadelle (BS).
L’esposizione di tanti ricordi fotografici e scritti, di immagini inedite, hanno creato la curiosità e ottenuto larghi consensi dei visitatori.
La sorveglianza della mostra e l’accoglienza dei visitatori è stata affidata agli alpini della squadra della Protezione Civile comunale di San Vendemiano.
Desideriamo concludere con una significativa aforisma di Dalai Lama, la quale, senza peccare di immodestia, la potremmo addire allo spirito alpino: “La vera felicità proviene da un senso di pace ed appagamento interiori, che a sua volta si ottiene coltivando altruismo, amore, compassione, e grazie alla eliminazione di rancore, egoismo e avidità.”

Renato Brunello