GRUPPO SAN VENDEMIANO


Aprile 2012

Ritorna dalla Russia la piastrina di Noè

Non avere notizie di un proprio caro è una delle peggiori situazioni in cui può trovarsi una famiglia. Non sapere cosa può essergli accaduto, non sapere dove si trovi, domande che continuamente ci si pone, in quelle circostanze.
Che cosa gli sarà accaduto? Forse è vivo, e se gli è accaduto qualcosa, come sarà avvenuto, avrà sofferto?
Forse si sarà rifatto una nuova vita e sta bene com’è e dov’è. Queste potrebbero essere le domande che si sono fatti, mogli, figli, padri e madri dei nostri soldati che non hanno
fatto più ritorno dai campi di battaglia in terra straniera. Queste potrebbero essere state le domande che più volte si sono fatti anche il papà e la mamma di Noè Amadio, classe 1920 dato per disperso dopo un combattimento in terra di Russia,
presso il fiume Don, il 19 dicembre del 42. Infatti come narra testualmente il bollettino della posta militare n. 40: “Amadio Noè di Luigi nato a San Vendemiano. Provincia di Treviso il 23-ottobre-1920, diede le ultime notizie quando trovavasi in combattimento presso il fiume Don aggregato ad una compagnia croata con stazione radio. Apparteneva alla 103° Compagnia genio radiomarconisti – 3° Divisione celere. E’ stato dato
disperso il 19 dicembre 1942”.
Da allora di Noè Amadio non si è più saputo nulla.
Un gruppo di amici di Verona, tra i quali il Capogruppo di Piovezzano, Franco Avesani, tempo fa, si è imbattuto in quel di Miciurisk, in terra di Russia, con una persona che ha consegnato loro delle piastrine di riconoscimento di nostri connazionali partecipanti alle operazioni belliche della seconda guerra mondiale. Con le piastrine raccolte in una gavetta c’erano un cucchiaio, un anellino in oro e una medaglietta della Madonna, un simbolo religioso tipico, che i soldati indossavano per protezione, ma non solo.
Da quell’incontro emerse il grande rispetto di un uomo russo che se pur figlio di una terra al tempo invasa e magari a causa di ciò orfano di qualche parente, ha consegnato in mani sicure quei cimeli dei Talianski karaciò.
Ritornato in Italia, Avesani pensò che quelle piastrine dovessero ritornare nelle case di quei soldati e con l’aiuto di Sante Pasqualini, suo amico e grande appassionato di storia di guerra, specialmente della campagna di Russia, iniziò la difficoltosa ricerca dei parenti.
Tra quelle piastrine c’era anche quella di Noè. Di lui riuscirono a contattarne i parenti, in primis l’omonimo Noè Amadio, nipote dello zio disperso.
Il nipote Noè, socio alpino iscritto
al Gruppo di San Vendemiano, chiese al suo Gruppo l’appoggio per la consegna della piastrina, appoggio che il Gruppo ha dato subito, con grande orgoglio per essere stati scelti.
L’occasione migliore è stata quella di consegnarlo in sede dopo la santa messa dedicata ai defunti del Gruppo tenutasi il 19 novembre 2011. Un cerimoniale sobrio e ordinato, ha previsto i saluti degli ospiti, dal Capogruppo Roland Coletti, a quello del presidente dei combattenti e reduci Giovanni Stefanutti, unitamente al Vicesindaco Giorgio Bettin ed al Vicepresidente vicario della Sezione ANA di Conegliano Silvano Miraval, per terminare con la delegazione veronese, nella persona di Sante Pasqualini. La cerimonia di consegna, grazie alla partecipazione del coro “I Borghi”, ha avuto ancor più suggestione.
La consegna della piastrina ha avuto un profondo significato, non solo per la famiglia Amadio, ma per tutti i presenti.
Il 19 novembre grazie a loro, Noè Amadio è ritornato a casa, accolto con la giusta dignità. Grazie alla
caparbietà e amorevole coscienza degli amici veronesi, in qualche modo, tutti quei ragazzi caduti, attraverso le loro piastrine, ritorneranno tra le mura di casa.
Il grazie più grande lo dobbiamo proprio a Noè e a tutti quei ragazzi che tanto hanno sofferto per darci un futuro migliore.

Manuele Cadorin


Noè Amadio, al centro, con la piastrina dell’omonimo zio


Un momento della cerimonia con l’ospite veronese Sante Pasqualini